DM's opera site
libretti & information
Composers Operas Side-by-side libretti paperback Links About
Other “Anna Bolena” libretti [show]
Italian
English
Line-by-line [show]
English

Anna Bolena” by Gaetano Donizetti libretto (Italian)

 Print-frendly
Contents: Personaggi; Act 1; Act 2; Act 3
Act 2

Scene 1

Atrio che mette alle stanze ov'è Anna e alla sala ove è adunato il Consiglio con guardie all'ingresso.

CORO:
Oh! dove mai ne andarono le turbe adulatrici,
Che intorno a lei venivano ne' giorni suoi felici!
Seymour, Seymour medesima da lei si allontanò.
Ma noi per sempre, o misera, sempre con te saremo.
O il tuo trionfo apprestisi, o il tuo disastro estremo:
pochi il destin, ma teneri cori per te lasciò.
Eccola... afflitta e pallida, move a fatica il piè.

Scene 2

Esce Anna. Tutte le vanno intorno. Ella siede.
Anna e detti, indi Hervey con soldati.


CORO:
Regina! rincoratevi;
nel ciel ponete fede,
hanno confin le lagrime,
perir virtù non può.

ANNA:
O miei fedeli, o soli
a me rimasti nella mia sventura
consolatori, ogni speranza, è vero,
posta è nel ciel, in lui soltanto... In terra
non v'ha riparo per la mia ruina.

(Hervey esce)

Che rechi Hervey?

HERVEY:
Regina!...
Duolmi l'amaro incarco a cui m'elegge
il Consiglio de' Pari.

ANNA:
Ebben? Favella.

HERVEY:
Ei questi servi appella
al suo cospetto.

CORO:
Noi!!

ANNA:
Nel suo proposto
è dunque fermo il Re? Tanta al cor mio
ferita ei recherà?...

HERVEY:
Che dir poss'io?

ANNA:
Piegar la fronte è forza
al regale voler qualunque ei sia.
Dell'innocenza
mia voi testimoni siate,
teneri amici.
CORO:
Oh! dì funesto!

ANNA:
(abbracciandoli)

Andate.

(Partono con Hervey)

Scene 3

Anna, indi Giovanna Seymour.

ANNA:
(partiti i servi alza le mani al cielo, si prostra e dice.)

Dio che mi vedi in core,
mi volgo a te... Se meritai quest'onta
giudica tu.

(siede e piange)

GIOVANNA:
Piange l'afflitta... Ahi! come
ne sosterrò lo sguardo?

ANNA:
Ah! sì: gli affanni
dell'infelice aragonese inulti
esser non denno, e a me terribil pena
il tuo rigor destina…
Ma terribile e troppo…

GIOVANNA:
(si appressa piangendo; si prostra a suoi piedi, e le bacia la mano)

O mia Regina!

ANNA:
Seymour... a me ritorni!...
Non mi obliasti tu?... Sorgi... Che veggio?
Impallidisci! Tremi?...
A me tu rechi
nuova sventura forse?

GIOVANNA:
Orrenda... Estrema!...
Gioia poss'io recarvi?
Ah!... no... m'udite.
Tali son trame ordite,
che perduta voi siete. Ad ogni costo
vuol franti il Re
gli sciagurati nodi
che vi stringono a lui...
La vita almeno...
se non il regio nome,
la vita almen, deh! voi salvate!

ANNA:
E come? Spiegati.

GIOVANNA:
In dirlo io tremo...
Pur dirlo io deggio. Il confessarvi rea,
dal Re vi scioglie e vi sottragge a morte.

ANNA:
Che dici tu?

GIOVANNA:
La sorte
che vi persegue, altro non lascia a voi
mezzo di scampo.

ANNA:
E consigliar mel puoi tu, mia Seymour!

GIOVANNA:
Deh, per pietà.

ANNA:
Ch'io compri con infamia la vita?

GIOVANNA:
E infamia e morte
volete voi? Regina, oh ciel, cedete...
Ve ne consiglia il Re... ve ne scongiura
la sciagurata che l'amor d'Enrico
ha destinata al trono.

ANNA:
Oh! chi è costei?
La conosci? Favella. Ardire ell'ebbe
di consigliarmi una viltà?... Viltade
alla Regina sua!... parla: chi è dessa?

GIOVANNA:
(singhiozzando)

Un'infelice.

ANNA:
E tal facea me stessa.
Sul suo capo aggravi un Dio
il suo braccio punitore.

GIOVANNA:
Deh! Mi ascolta.

ANNA:
Al par del mio,
sia straziato il vil suo cuore.
GIOVANNA:
Ah! perdono!

ANNA:
Sia di spine
la corona ambita al crine;

(crescendo con furore. Giovanna a poco a poco si smarrisce)

sul guancial del regio letto
sia la veglia ed il sospetto...
Fra lei sorga e il reo suo sposo
il mio spettro minaccioso...
E la scure a me concessa,
più crudel, le neghi il Re.

GIOVANNA:
(Ria sentenza! io moro...)

Ah! cessa!
Deh, pietà pietà... di me!

(prostrandosi e abbracciando le ginocchia ad Anna)

ANNA:
Tu!... che ascolto!

GIOVANNA:
Ah!... sì, prostrata
è al tuo piè la traditrice.

ANNA:
Mia rivale!!...

GIOVANNA:
Ma straziata dai rimorsi... ed infelice.

ANNA:
Fuggi... fuggi...

GIOVANNA:
Ah! no: perdono:
dal mio cor punita io sono.

(crescendo con passione. Anna a poco a poco intenerisce)

Inesperta... lusingata...
fui sedotta ed abbagliata...
Amo Enrico, e ne ho rossore...
Mio supplizio è questo amore...
Gemo e piango, e dal mio pianto
soffocato amor non è.

ANNA:
Sorgi!... Ah! sorgi...
È reo soltanto
chi tal fiamma accese in te.

(l'alza e l'abbraccia)

Va', infelice, e teco reca
il perdono di Bolena:
nel mio duol furente e cieca
t'imprecai terribil pena...
La tua grazia or chiedo a Dio,
e concessa a te sarà.
Ti rimanga in questo addio
l'amor mio, la mia pietà.

GIOVANNA:
Ah! peggiore è il tuo perdono
dello sdegno ch'io temea,
punitor mi lasci un trono
del delitto ond'io son rea.
Là mi attende un grande Iddio
che la colpa punirà.
Ah! primiero è questo addio
de' tormenti che mi dà.

(Anna rientra nelle sue stanze. Giovanna parte afflittissima.)

Scene 4

Coro di cortigiani, indi Hervey.

PRIMO CORO:
Ebben? dinanzi ai giudici
quali dei rei fu tratto?

SECONDO CORO:
Smeton.

PRIMO CORO:
Ha forse il giovine
svelato alcun misfatto?...

SECONDO CORO:
Ancor l'esame ignorasi.
Chiuso tutt'ora egli è.

TUTTI:
Ah! tolga il ciel che il debole
ed inesperto core
sedur si lasci o vincere
da speme o da timore;
tolga ch'ei mai dimentichi
che accusatore è il Re.

(Si aprono le porte, esce Hervey.)

CORO:
Ecco, ecco Hervey.

HERVEY:
(ai soldati che partono)

Si guidino Anna e Percy.

CORO:
(circondandolo)

Che fia?

HERVEY:
Smeton parlò.

CORO:
L'improvvido Anna accusata avria?

HERVEY:
Colpa ei svelò che fremere,
ed arrossir ne fe'.
Ella è perduta.

CORO:
Ahi! misera!
(Accusatore è il Re.)

Scene 5

Enrico, Hervey e coro.

HERVEY:
Scostatevi... il Re giunge...

(il coro si ritira)

E dal consesso chi vi allontana?

ENRICO:
Inopportuna or fora
la mia presenza. Il primo colpo è sceso;
chi lo scagliò si asconda.

HERVEY:
Oh! come al laccio Smeton cadea!

ENRICO:
Nel carcer suo ritorni
il giovin cieco, e a creder segua ancora
finché sospesa è l'ora
della vendetta mia, d'aver salvata
d'Anna la vita. Ella si appressa.

HERVEY:
E quinci!
vien condotto Percy fra suoi custodi.

ENRICO:
(per uscire)

Si eviti.

Scene 6

Anna e Percy da parte opposta in mezzo alle guardie.
Enrico ed Hervey.


ANNA:
(da lontano)

Arresta, Enrico!

(Enrico vuol partire, avvicinandosi con dignità)

Arresta... e m'odi.

ENRICO:
Ti udrà il Consiglio.

ANNA:
A' piedi tuoi mi prostro.
Svenami tu, ma non espormi, o Sire,
all'onta d'un giudizio: il regio nome,
fa che in me si rispetti.

ENRICO:
Hai rispettato
il regio grado tu? Moglie d'Enrico
ad un Percy scendevi.

PERCY:
(che si era tirato in disparte a queste parole s'a vanza)

E su di questo
dispregiato Percy non isdegnasti
farti rivale... e a lui l'amante hai tolta.

ENRICO:
Fellone! e ardisci?...

PERCY:
Il ver parlarti: ascolta.
Sarò fra poco innanzi a tribunal
più santo e più tremendo
che il tuo non sia. Giuro per quello... io giuro
ch'ella non ti offendeva... che me scacciava,
che all'audace mia speme ardea di sdegno…

ENRICO:
Dell'amor suo più degno
un vil paggio rendeva... Egli il confessa...

ANNA:
(con forza)

Cessa
A questa iniqua accusa
mia dignità riprendo,
ed altamente di
Smeton seduttor, te, Sire, io grido.

ENRICO:
Audace donna!

ANNA:
Io sfido dotta la potenza.
Ella può darmi
morte, ma non infamia. È mio delitto
l'aver proposto al trono
un nobil core
come il cor di Percy; l'aver creduta
felicità suprema
l'esser di un Re consorte.

PERCY:
Oh, gioia estrema!
No, così turpe affetto
tu non nudrivi...
io ne son certo; e lieto
con tal certezza il mio destino attendo...
ma tu vivrai... sì, tu vivrai.

ENRICO:
Che intendo!
Ambo morrete, o perfidi;
chi può sottrarvi a morte?

PERCY:
Giustizia il può...

ANNA:
Giustizia!!...
Muta è d'Enrico in corte.

ENRICO:
Ella a tacersi apprese
quando sul trono inglese
ceder dovette il loco
una Regina a te.

PERCY:
Ma parlerà fra poco
e tu l'ascolta, o Re.
Se d'un tradito talamo
dessi vendetta al dritto,
soltanto il mio si vendichi...
esso nel cielo è scritto.
Sposi noi siam.

ENRICO:
Voi sposi!!...

ANNA:
Ah! che di' tu?

ENRICO:
Tant'osi?

PERCY:
Riprendo i dritti miei:
ella sia resa a me.

ENRICO:
E sposa sua tu sei!...

ANNA:
(titubante)

Io...

PERCY:
Puoi negarlo?...

ANNA:
(Ahimè...)

PERCY:
Fin dall'età più tenera
tu fosti mia, lo sai;
tu mi tradisti; io misero
anche infedel t'amai.
Quel che mi t'ha tradita,
ti toglie onore e vita...
Le braccia io t'apro, io voglio
renderti vita e onore.

ANNA:
Ah, del tuo cuor magnanimo
qual prova a me tu dai!
Perisca il dì che perfida,
te pel crudel lasciai!
M'ha della fé tradita
il giusto ciel punita...
io non trovai nel soglio
altro che affanno e orror.

ENRICO:
(Chiaro è l'inganno, inutile,
chiara la trama assai...
Ma, coppia rea, non credere
ch'io ti smentisca mai...
Dall'arte tua scaltrita
tu rimarrai punita...
Più rio non avrai cordoglio,
strazio ne avrai maggior.)
Al Consiglio sien tratti, o custodi.

ANNA:
Anco insisti?

PERCY:
Il Consiglio ne ascolti.

ENRICO:
Va', confessa gli antichi tuoi nodi;
non temer ch'io li voglia disciolti.

ANNA:
Ciel! Ti spiega... furore represso
più tremendo sul volto ti sta.

ENRICO:
Coppia iniqua! L'inganno tuo stesso
sull'odiato tuo capo cadrà!
Salirà d'Inghilterra sul trono
altra donna più degna d'affetto:
abborrito, infamato, reietto
il tuo nome, il tuo sangue sarà.

ANNA e PERCY:
Quanto, ahi! quanto è funesto il tuo dono
altra donna giammai non apprenda!
L'Inghilterra mai più non intenda
l'empio strazio che d'Anna si fa.

(Anna e Percy partono fra soldati.)

libretto by Felice Romani 
Contents: Personaggi; Act 1; Act 2; Act 3

 Print-frendly