Other “Anna Bolena” libretti [show] |
• Italian
• English |
Line-by-line [show] |
• English
|
“Anna Bolena” by Gaetano Donizetti libretto (Italian)
Contents: Personaggi; Act 1; Act 2; Act 3 |
Scene 1 Enrico indi Giovanna Seymour. ENRICO: Sposa a Percy pria che ad Enrico ell'era! Sposa a Percy! No, mai: menzogna è questa onde sottrarsi alla tremenda legge che la condanna mia colpevol moglie. E sia pur ver; la coglie legge non men tremenda... e la sua figlia ravvolge anch'essa nella sua ruina. GIOVANNA: Sire... ENRICO: Vieni, Seymour... tu sei regina. GIOVANNA: Ah! Sire... il mio rimorso mi guida al vostro piè. (per prostrarsi: Enrico la solleva) ENRICO: Rimorso... GIOVANNA: Amaro. Estremo, orrendo, Anna vid'io. L'intesi; il suo pianto ho nel cor; di lei pietade, in un di me; del suo morir cagione esser non vo, né posso... Ultimo addio abbia il mio re. |
ENRICO: Più che il tuo Re, son io l'amante, io son l'amante ch'ebbe i tuoi giuri, e che fra poco all'ara altri ne avrà più sacri. GIOVANNA: Ah! non li avessi mai proferiti quei funesti giuri, che mi han perduta; ad espiarli, o Sire, ne andrò in remoto asilo ove non giunga vivente sguardo, ove de' miei sospiri non oda il suono altri che il ciel… ENRICO: Deliri? E d'onde in te sì strano proposto, o donna? E speri tu, partendo, Anna far salva? Io più l'aborro adesso. L'aborro or più che sì t'affligge, e turba. Che a spegner giunge il tuo medesmo amore. |
GIOVANNA: Ah! non è spento... Ei mi consuma il core! Per questa fiamma indomita Alla virtù profonda per quegli amari spasimi, pel pianto che mi costa... odi la mia preghiera... Anna per me non pera... innanzi al cielo e agli uomini rea non mi far di più. ENRICO: Stolta! Non sai... (si apron le porte delle sale) Ma frenati: sciolto è il Consiglio. GIOVANNA: Ah! m'odi... ENRICO: Frenati. (severamente; Giovanna rimane afflittissima) |
Scene 2 Hervey con gli sceriffi che portano la sentenza del Consiglio, accorrono da tutte le parti cortigiani e dame. HERVEY: I Pari unanim i sciolsero i regi nodi... Anna, infedel consorte, è condannata a morte, e seco ognun che complice e istigator ne fu. CORO: A voi, supremo giudice commessa è la sentenza. Unica speme ai miseri è la real clemenza: i re pietosi, immagine sono del ciel quaggiù. ENRICO: Rifletterò: giustizia prima è dei re virtù. (Prende la sentenza dalle mani delli sceriffi. Giovanna s'avvicina ad Enrico con dignità. Il Coro si arrestain lontananza.) GIOVANNA: Ah! pensate che rivolti terra e cielo han gli occhi in voi; che ogni core ha i falli suoi per dovere altrui mercé. La pietade Enrico ascolti, se al rigore è spinto il Re. ENRICO: Basta: uscite e ancor raccolti siano i Pari innanzi a me. CORO: La pietade Enrico ascolti, se al rigore è spinto il Re. (Partono. Enrico entra nella sala del Consiglio.) |
Scene 3 Enrico entra nella sala del Consiglio. Atrio nelle prigioni della Torre di Londra. Il fondo e le porte sono occupate da soldati. Percy scortato dalle guardie, indi Rochefort. PERCY: Tu pur dannato a morte, tu di niun fallo reo? ROCHEFORT: Fallo mi è grave l'esser d'Anna fratello. PERCY: Oh! in qual ti trassi tremendo abisso! ROCHEFORT: Io meritai cadervi. Io che da cieca ambizion sospinto, Anna sedussi ad aspirare al soglio. PERCY: Oh! amico... al mio cordoglio il tuo s'aggiunge. Ah! se sperarti salvo potessi ancor, men dolorosa e amara la morte mi farìa questa speranza. ROCHEFORT: Dividiamoci da forti... alcun s'avanza. |
Scene 4 Hervey e detti. HERVEY: A voi di lieto evento nunzio son io. Vita concede ad ambi clemente il Re. PERCY: Vita a noi! ed Anna?... HERVEY: La giusta sua condanna subir dev'ella. PERCY: E me si vile ei tiene che viver voglia, io reo, quando ella muore, ella innocente! A lui ritorna, e digli ch'io ricusai così funesto dono. Digli che in questo petto come puro l'amor, sacra è la fiamma che da virtù nasce, digli che in core in mezzo ai mali miei parla l'onore. Vieni, infelice amico, unico è questo conforto che mi resta, l'abbracciarti e morir. Deh! frena il pianto. Serbati d'ambi a rammentare un giorno l'atroce fato, e ti consoli allora il saper, che Percy dopo l'estremo di tenera amistà candido amplesso a lei pensando, a lei... moriva almeno col suo nome sul labbro, e più nel seno. Vivi tu te ne scongiuro, tu men tristo e men dolente; cerca un suolo, in cui securo abbia asilo un innocente; cerca un lido in cui vietato non ti sia per noi pregar. Ah! qualcuno il nostro fato resti in terra a lagrimar. |
ROCHEFORT: Oh! Percy! Di te men forte, men costante non son io. HERVEY: Risolveste? ROCHEFORT: Udisti... ROCHEFORT e HERVEY: Morte. HERVEY: Sian divisi. PERCY e ROCHEFORT: Amico!... addio. PERCY: Nel veder la tua costanza il mio cor si rasserena, non temea che la tua pena non soffrìa che il tuo soffrir. L'ultim'ora che s'avanza ambedue sfidar possiamo, che nessun quaggiù lasciamo, né timore, né desir. (Si danno un addio e partono fra i soldati.) |
Scene 5 Escono i servi di Anna dalla prigione ov'è rinchiusa. CORO (TUTTI): Chi può vederla a ciglio asciutto in tanto affanno, in tanto lutto, e non sentirsi spezzare il cor? CORO (PARTE): Or muta e immobile qual freddo sasso; or lungo e rapido studiando il passo; or trista or pallida, com'ombra, in viso; or componendosi ad un sorriso: in tanti mutasi diversi aspetti, quanti in lei sorgono pensieri e affetti nel suo delirio, nel suo dolor. |
Scene 6 Anna dalla sua prigione. Si presenta in abito negletto, col capo scoperto si avanza lentamente, assorta in profondi pensieri. Silenzio universale. Servi la circondano vivamente commossi. Ella l'osserva attentamente sembra rasserenarsi. ANNA: Piangete voi? donde tal pianto?... È questo giorno di nozze. Il Re mi aspetta... è acceso infiorato l'altar. Datemi tosto il mio candido ammanto; il crin m'ornate del mio serto di rose... che Percy non lo sappia... il Re l'impose. CORO: Oh! memoria funesta! ANNA: Oh! Chi si duole? CORO: Oh! memoria funesta! ANNA: Oh! chi si duole? Chi parlò di Percy?... Ch'io non lo vegga. Ch'io m'asconda a' suoi sguardi. È vano. Ei viene... ei mi accusa... ei mi grida. Oh! mi perdona... Infelice son io. Toglimi a questa miseria estrema... Tu sorridi?... Oh gioia! Non fia, non fia che qui deserta io moia! Al dolce guidami castel natio, ai verdi platani, al queto rio, che i nostri mormora sospiri ancor. Colà, dimentico de' corsi affanni, un giorno rendimi de' miei primi anni, un giorno solo del nostro amor. CORO: Chi può vederla a ciglio asciutto in tanto affanno, in tanto lutto, e non sentirsi spezzar il cor? |
Scene 7 Odesi suono di tamburi. Si presentano le guardie. Hervey e cortigiani. ANNA: (scuotendosi) Qual mesto suon?... che vedo?... Hervey, le guardie?... (le osserva attentamente. Rinviene dal suo delirio) HERVEY: (alle guardie) Ite, dal carcer loro sian tratti i prigionieri. ANNA: Oh! in quale istante del mio delirio mi riscuoti, o cielo! A che mai mi riscuoti... (Escono da varie prigioni Rochefort, Percy e poi ultimo Smeton.) ROCHEFORT e PERCY: Anna! ANNA: Fratello! E tu, Percy!... per me, per me morite! SMETON: Io solo vi perdei, me maledite… (avanzandosi si prostra ai piedi d'Anna) ANNA: Smeton! (si ritira come sbigottita, e si copre il volto col manto) PERCY: Iniquo! |
SMETON: Ah, sì... Io son... ch'io scenda con tal nome fra l'ombre, io mi lasciai dal Re sedurre. Io v'accusai credendo serbarvi in vita; ed a mentir mi spinse un insano desire, una speranza ch'io tenni in core un anno intier repressa. Maleditemi voi. ANNA: Smeton!... Ti appressa. Sorgi che fai? Ché l'arpa tua non tempri? Chi ne spezzò le corde? (Smeton è sempre in ginocchio; ella lo alza.) ROCHEFORT: Anna. PERCY: Che dice? DONZELLA: Ritorna a vaneggiar. ANNA: Un suon sommesso tramandan esse come il gemer tronco di un cor che mora... Egli è il mio cor ferito che l'ultima preghiera al ciel sospira. Udite tutti. ROCHEFORT, PERCY e SMETON: Oh! rio martir! CORO: Delira. ANNA: Cielo: a' miei lunghi spasimi concedi alfin riposo e questi estremi palpiti sian di speranza almen. |
TUTTI: L'estremo suo delirio prolunga, o ciel pietoso; fa che la sua bell'anima di te si desti in sen. (Odonsi colpi di cannone in lontano e suonar di campane. Anna rinviene a poco a poco.) ANNA: Chi mi sveglia? ove sono? che sento? suon festivo? che fia? favellate. CORO: Acclamata dal popolo contento è regina... ANNA: Tacete... cessate. Manca, ahi! manca a compire il delitto d'Anna il sangue, e versato sarà. (si abbandona fra le braccia delle damigelle) TUTTI: Ciel! Risparmia al suo core trafitto questo colpo a cui regger non sa. ANNA: Coppia iniqua, l'estrema vendetta non impreco in quest'ora tremenda; nel sepolcro che aperto m'aspetta col perdon sul labbro si scenda, ei m'acquisti clemenza e favore al cospetto d'un Dio di pietà. (sviene) TUTTI: Sventurata... Ella manca... Ella more! (Si presentano gli sceriffi a prendere i prigionieri. Rochefort, Smeton e Percy vanno loro incontro e additando Anna, esclamano:) TUTTI: Immolata una vittima è già! |
libretto by Felice Romani |
Contents: Personaggi; Act 1; Act 2; Act 3 |