“Falstaff” by Giuseppe Verdi libretto (Italian)
Contents: Personaggi; Atto Primo; Atto Secondo; Atto Terzo |
Parte prima L'interno dell'«Osteria della Giarrettiera». Una tavola, un gran seggiolone, una panca. Sulla tavola i resti di un gran desinare, parecchie bottiglie e un bicchiere. Calamaio, penne, carta, una candela accesa. Una scopa appoggiata al muro. Uscio nel fondo, porta a sinistra. Falstaff è occupato a riscaldare la cera di due lettere alla fiamma della candela, poi le suggella con un anello. Dopo averle suggellate, spegne il lume e si mette a bere comodamente sdraiato sul seggiolone. Falstaff, Dr. Cajus, Bardolfo, Pistola, l'Oste nel fondo. DR. CAJUS (entrando dalla porta a sinistra e gridando minaccioso) Falstaff! FALSTAFF (senza abbadare alle vociferazioni del Dr. Cajus, chiama l'oste che si avvicina) Olà! DR. CAJUS (più forte di prima) Sir John Falstaff! BARDOLFO (al Dr. Cajus) Oh! che vi piglia? DR. CAJUS (sempre vociando e avvicinandosi a Falstaff, che non gli dà retta) Hai battuto i miei servi!... FALSTAFF (all'oste, che esce per eseguire l'ordine) Oste! un'altra bottiglia di Xeres. |
DR. CAJUS (come sopra) Hai fiaccata la mia giumenta baia, sforzata la mia casa. FALSTAFF Ma non la tua massaia. DR. CAJUS Troppa grazia! Una vecchia cisposa. Ampio messere, se foste venti volte John Falstaff cavaliere, v'obbligherò a rispondermi. FALSTAFF (con flemma) Ecco la mia risposta: ho fatto ciò che hai detto. DR. CAJUS E poi? FALSTAFF L'ho fatto apposta. DR. CAJUS (gridando) M'appellerò al consiglio real. FALSTAFF Vatti con dio. Sta' zitto o avrai le beffe; quest'è il consiglio mio. DR. CAJUS (ripigliando la sfuriata contro Bardolfo) Non è finita! FALSTAFF Al diavolo! |
DR. CAJUS Bardolfo! BARDOLFO Ser Dottore. DR. CAJUS (sempre con tono minaccioso) Tu, ier, m'hai fatto bere. BARDOLFO Pur troppo! e che dolore!... (si fa tastare il polso dal Dr. Cajus) Sto mal. D'un tuo pronostico m'assisti. Ho l'intestino guasto. Malanno agli osti che dan la calce al vino! (mettendo l'indice sul proprio naso enorme e rubicondo) Vedi questa meteora? DR. CAJUS La vedo. BARDOLFO Essa si corca rossa così ogni notte. DR. CAJUS (scoppiando) Pronostico di forca! (indicando Pistola) M'hai fatto ber, furfante, con lui, narrando frasche; poi, quando fui ben ciùschero, m'hai vuotato le tasche. BARDOLFO (con decoro) Non io. DR. CAJUS Chi fu? |
FALSTAFF (chiamando) Pistola! PISTOLA (avanzandosi) Padrone. FALSTAFF (sempre seduto sul seggiolone e con flemma) Hai tu vuotate le tasche a quel messere? DR. CAJUS (scattando contro Pistola) Certo fu lui. Guardate. Come s'atteggia al niego quel ceffo da bugiardo! (vuotando una tasca del farsetto) Qui c'eran due scellini del regno d'Edoardo e sei mezzecorone. Non ne riman più segno. PISTOLA (a Falstaff, dignitosamente brandendo la scopa) Padron, chiedo di battermi con quest'arma di legno. (al Dr. Cajus con forza) Vi smentisco! DR. CAJUS Bifolco! tu parli a un gentiluomo! PISTOLA Gonzo! DR. CAJUS Pezzente! PISTOLA Bestia! |
DR. CAJUS Can! PISTOLA Vil! DR. CAJUS Spauracchio! PISTOLA Gnomo! DR. CAJUS Germoglio di mandragora! PISTOLA Chi? DR. CAJUS Tu. PISTOLA Ripeti! DR. CAJUS Sì. PISTOLA (scagliandosi contro il Dr. Cajus) Saette! FALSTAFF Ehi là! Pistola! (al cenno di Falstaff, Pistola si frena) Non scaricarti qui! (chiamando Bardolfo, che s'avvicina) Bardolfo! Chi ha vuotato le tasche a quel messere? DR. CAJUS (subito) Fu l'un dei due. |
BARDOLFO (con serenità, indicando il Dr. Cajus) Costui beve, poi pe 'l gran bere perde i suoi cinque sensi, poi ti narra una favola ch'egli ha sognato mentre dormì sotto la tavola. FALSTAFF (al Dr. Cajus) L'odi? Se ti capaciti, del ver tu sei sicuro. I fatti son negati. Vattene in pace. DR. CAJUS Giuro che se mai mi ubriaco ancora all'osteria sarà fra gente onesta, sobria, civile e pia. (esce dalla porta di sinistra) BARDOLFO E PISTOLA (accompagnando buffonescamente fino all'uscio il Dr. Cajus e salmodiando) Amen. FALSTAFF Cessi l'antifona. La urlate in contrattempo. (Bardolfo e Pistola smettono e si avvicinano a Falstaff) FALSTAFF L'arte sta in questa massima: «rubar con garbo e a tempo». Siete dei rozzi artisti. FALSTAFF (si mette ad esaminare il conto che l'oste avrà portat insieme alla bottiglia di Xeres) «Sei polli: sei scellini, trenta giarre di Xeres: due lire; tre tacchini...» (a Bardolfo gettandogli la borsa) Fruga nella mia borsa. (e si rimette a leggere lentamente) «Due fagiani, un'acciuga.» |
BARDOLFO (estrae dalla borsa le monete e le conta sul tavolo) Un mark, un mark, un penny. FALSTAFF Fruga. BARDOLFO Ho frugato. FALSTAFF Fruga! BARDOLFO (gettando la borsa sul tavolo) Qui non c'è più uno spicciolo. FALSTAFF (alzandosi) Sei la mia distruzione! Spendo ogni sette giorni dieci ghinee! Beone! So che se andiam, la notte, di taverna in taverna, quel tuo naso ardentissimo mi serve da lanterna; ma quel risparmio d'olio me lo consumi in vino. Son trent'anni che abbevero quel fungo porporino! Costi troppo. (a Pistola, poi all'oste che sarà rimasto ed esce) E tu pure. Oste! un'altra bottiglia. FALSTAFF (rivolto ancora a Bardolfo e a Pistola) Mi struggete le carni! Se Falstaff s'assottiglia non è più lui, nessuno più l'ama; in questo addome c'è un migliaio di lingue che annunciano il mio nome! PISTOLA (acclamando) Falstaff immenso! |
BARDOLFO (come sopra) Enorme Falstaff! FALSTAFF (toccandosi e guardandosi l'addome) Quest'è il mio regno. Lo ingrandirò. Ma è tempo d'assottigliar l'ingegno. PISTOLA E BARDOLFO Assottigliam. (tutti e tre in crocchio) FALSTAFF V'è noto un tal, qui del paese, che ha nome Ford? BARDOLFO Sì. PISTOLA Sì. FALSTAFF Quell'uom è un gran borghese... PISTOLA Più liberal d'un Creso. BARDOLFO È un Lord! FALSTAFF Sua moglie è bella. Atto primo Falstaff PISTOLA E tien lo scrigno. |
FALSTAFF È quella! O amor! Sguardo di stella! Collo di cigno! e il labbro? Un fior. Un fior che ride. Alice è il nome, e un giorno, come passar mi vide ne' suoi paraggi, rise. M'ardea l'estro amatorio nel cor. La dèa vibrava raggi di specchio ustorio, (pavoneggiandosi) su me, su me, sul fianco baldo, sul gran torace, sul maschio piè, sul fusto saldo, erto, capace; e il suo desir in lei fulgea sì al mio congiunto che parea dir: «Io son di Sir John Falstaff.» BARDOLFO Punto. FALSTAFF (continuando la parola di Bardolfo) E a capo. Un'altra; e questa ha nome Margherita. PISTOLA La chiaman Meg. FALSTAFF È anch'essa dei miei pregi invaghita. E anch'essa tien le chiavi dello scrigno. Costoro saran le mie Golconde e le mie Coste d'oro! Guardate. Io sono ancora una piacente estate di san Martino. A voi, due lettere infuocate. (dà a Bardolfo una delle due lettere che sono rimaste sul tavolo) Tu porta questa a Meg; tentiam la sua virtù. (Bardolfo prende la lettera) Già vedo che il tuo naso arde di zelo. (dà a Pistola l'altra lettera) E tu porta questa ad Alice. |
PISTOLA (ricusando con dignità) Porto una spada al fianco. Non sono un messer Pandarus. Ricuso. FALSTAFF (con calma sprezzante) Saltimbanco. BARDOLFO (avanzandosi e gettando la lettera sul tavolo) Sir John, in questo intrigo non posso accondiscendervi, lo vieta... FALSTAFF (interrompendolo) Chi? BARDOLFO L'onore. FALSTAFF (vedendo il paggio Robin che entra dal fondo) Ehi! paggio! (poi subito a Bardolfo e Pistola) Andate a impendervi, ma non più a me! (al paggio che escirà correndo con le lettere) Due lettere, prendi, per due signore. Consegna tosto, corri, via, lesto, va'! |
FALSTAFF (rivolto a Pistola e Bardolfo) L'onore! Ladri! Voi state ligi all'onor vostro, voi! Cloache d'ignominia, quando, non sempre, noi possiam star ligi al nostro. Io stesso, sì, io, io, devo talor da un lato porre il timor di dio e, per necessità, sviar l'onore e usare stratagemmi ed equivoci, destreggiar, bordeggiare. E voi, coi vostri cenci e coll'occhiata torta da gattopardo e i fetidi sghignazzi, avete a scorta il vostro onor! Che onore? che onor? che onor! che ciancia! Che baia! Può l'onore riempirvi la pancia? No. Può l'onor rimettervi uno stinco? Non può. Né un piede? No. Né un dito? No. Né un capello? No. L'onor non è chirurgo. Ch'è dunque? Una parola. Che c'è in questa parola? C'è dell'aria che vola. Bel costrutto! L'onore lo può sentire chi è morto? No. Vive sol coi vivi?... Neppure: perché a torto lo gonfian le lusinghe, lo corrompe l'orgoglio, l'ammorban le calunnie; e per me non ne voglio! Ma, per tornare a voi, furfanti, ho atteso troppo. E vi discaccio. (prende in mano la scopa e insegue Bardolfo e Pistola che scansano i colpi correndo qua e là e riparandosi dietro la tavola) FALSTAFF Olà! lesti! lesti! al galoppo! al galoppo! Il capestro assai bene vi sta. Ladri! Via! Via di qua! Via di qua! Via di qua! (Bardolfo fugge dalla porta a sinistra. Pistola dalla porta del fondo, non senza essersi buscato qualche colpo di granata, e Falstaff lo insegue) |
Parte seconda Giardino. A sinistra la casa di Ford. Gruppi d'alberi nel centro della scena. Alice, Nannetta, Meg, mrs. Quickly, poi mr. Ford, Fenton, Dr. Cajus, Bardolfo, Pistola. Meg e mrs. Quickly da destra. S'avviano verso la casa di Ford e sulla soglia si imbattono in Alice e Nannetta che stanno per escire. MEG (saluta) Alice. ALICE (come sopra) Meg. MEG (salutando) Nannetta. ALICE (a Meg) Escivo appunto. Per ridere con te. (a mrs. Quickly) Buon dì, comare. QUICKLY Dio vi doni allegria. (accarezzando la guancia di Nannetta) Botton di rosa! ALICE (ancora a Meg) Giungi in buon punto. M'accade un fatto da trasecolare. MEG Anche a me. QUICKLY (che parlava con Nannetta, avvicinandosi con curiosità) Che? |
NANNETTA (avvicinandosi) Che cosa? ALICE (a Meg) Narra il tuo caso. MEG Narra il tuo. (in crocchio) ALICE Promessa di non ciarlar. MEG Ti pare? QUICKLY Oibò! Vi pare? ALICE Dunque: se m'acconciassi a entrar ne' rei propositi del diavolo, sarei promossa al grado di cavalleressa! MEG Anch'io. ALICE Motteggi. MEG (cerca in tasca, estrae una lettera) Non più parole, ché qui sciupiamo la luce del sole. Ho una lettera. |
ALICE (cerca in tasca) Anch'io. NANNETTA E QUICKLY Oh! ALICE (dà la lettera a Meg) Leggi. MEG (scambia la propria lettera con quella di Alice) Leggi. (leggendo la lettera di Alice) «Fulgida Alice! amor t'offro» ...Ma come? Che cosa dice? Salvo che il nome la frase è uguale. ALICE (co' gli occhi sulla lettera che tiene in mano, ripete la lettura di Meg) «Fulgida Meg, amor t'offro»... MEG (continuando sul proprio foglio la lettera di Alice) «amor bramo». ALICE Qua «Meg», là «Alice». MEG È tal e quale: (come sopra) «Non domandar perché, ma dimmi:» ALICE (come sopra) «t'amo». Pur non gli offersi cagion. |
MEG Il nostro caso è pur strano. (tutte in un gruppo addosso alle lettere, confrontandole e maneggiandole con curiosità) QUICKLY Guardiam con flemma. MEG Gli stessi versi. ALICE Lo stesso inchiostro. QUICKLY La stessa mano. NANNETTA Lo stesso stemma. ALICE E MEG (leggendo insieme ciascuna sulla propria lettera) «Sei la gaia comare, il compar gaio son io, e fra noi due facciamo il paio.» ALICE Già. NANNETTA Lui, lei, te. QUICKLY Un paio in tre. (tutte col naso sulle lettere) ALICE «Facciamo il paio in un amor ridente di donna bella e d'uomo»... TUTTE «appariscente» |
ALICE «e il viso tuo su me risplenderà come una stella sull'immensità.» TUTTE (ridendo) Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! ALICE (continua e finisce) «Rispondi al tuo scudiere, John Falstaff cavaliere.» QUICKLY Mostro! ALICE Dobbiam gabbarlo. NANNETTA E farne chiasso. ALICE E metterlo in burletta. NANNETTA Oh! Oh! che spasso! QUICKLY Che allegria! MEG Che vendetta! (tutte in crocchio cinguettando) |
Insieme ALICE (rivolgendosi ora all'una, ora all'altra) Quell'otre, quel tino! Quel re delle pance, ci ha ancora le ciance del bel vagheggino. E l'olio gli sgocciola dall'adipe unticcio e ancor ei ne snocciola la strofa e il bisticcio! Lasciam ch'ei le pronte sue ciarle ne spifferi; farà come i pifferi che sceser dal monte. Vedrai che se abbindolo quel grosso compar, più lesto d'un guindolo lo faccio girar. MEG (ad Alice) Quell'uom è un cannone, se scoppia, ci spaccia. Colui, se l'abbraccia, ti schiaccia Giunone. Vedrai che a un tuo cenno quel mostro si spappola e perde il suo senno e corre alla trappola. Potenza d'un fragile sorriso di donna! Scïenza d'un'agile movenza di gonna! Se il vischio lo impegola lo udremo strillar. E allor la sua fregola vedremo svampar. |
NANNETTA (ad Alice) Se ordisci una burla, vo' anch'io la mia parte. Conviene condurla con senno e con arte. L'agguato ov'ei sdrucciola convien ch'ei non scerna. Già prese una lucciola per una lanterna. Perciò non dubito che il gioco rïesca. Bisogna offrir l'esca, poi coglierlo subito. E se i scillinguagnoli sapremo adoprar, vedremo a rigagnoli quell'orco sudar. QUICKLY (ora ad Alice, ora a Nannetta, ora a Meg) Un flutto in tempesta gittò sulla rena di Windsor codesta vorace balena. Ma qui non ha spazio da farsi più pingue; ne fecer già strazio le vostre tre lingue. Tre lingue più allegre d'un trillo di nacchere, che spargon più chiacchiere di sei cingallegre. Tal sempre s'esilari quel bel cinguettar. Così soglion l'ilari comari ciarlar. (s'allontanano) |
Mr. Ford, Dr. Cajus, Fenton, Bardolfo, Pistola entrano da destra, mentre le Donne escono da sinistra. Ford nel centro, Pistola al suo fianco destro, Bardolfo al suo fianco sinistro, Fenton e il Dr. Cajus dietro Ford. Tutti in gruppo parlando a Ford a bassa voce e brontolando. Insieme DR. CAJUS (a Ford) È un ribaldo, un furbo, un ladro, un furfante, un turco, un vandalo; l'altro dì mandò a soqquadro la mia casa e fu uno scandalo. Se un processo oggi gl'intavolo sconterà le sue rapine. Ma la sua più degna fine sia d'andare in man del diavolo. E quei due che avete accanto gente sono di sua tribù, non son due stinchi di santo né due fiori di virtù. BARDOLFO (a Ford) Falstaff, sì ripeto, giuro, (per mia bocca il ciel v'illumina) contro voi, John Falstaff rumina un progetto alquanto impuro. Son uom d'arme e quell'infame più non vo' che v'impozzangheri. Non vorrei, no, escir dai gangheri dell'onor per un reame! Messer Ford, l'uomo avvisato non è salvo che a metà. Tocca a voi d'ordir l'agguato che l'agguato stornerà. |
FORD (Un ronzio di vespe e d'avidi calabron brontolamento, un rombar di nembi gravidi d'uragani è quel ch'io sento. Il cerèbro un ebro allucina turbamento di paura, ciò che intorno a me si buccina, è un sussurro di congiura. Parlan quattro e uno ascolta; qual dei quattro ascolterò?) (agli altri) Se parlaste uno alla volta forse allor v'intenderò PISTOLA (a Ford) Sir John Falstaff già v'appresta, messer Ford, un gran pericolo. Già vi pende sulla testa qualche cosa a perpendicolo. Messer Ford, fui già un armigero di quell'uom dall'ampia cute; or mi pento e mi morigero per ragioni di salute. La minaccia or v'è scoperta, or v'è noto il ciurmador. State all'erta, all'erta, all'erta! Qui si tratta dell'onor. FENTON (a Ford) Se volete io non mi perito di ridurlo alla ragione co' le brusche o co' le buone, e pagarlo al par del merito. Mi dà il cuore e mi solletica (e sarà una giostra gaia) di sfondar quella ventraia iperbolicoapoplettica. Col consiglio o co' la spada se lo trovo al tu per tu, o lui va per la sua strada o lo assegno a Belzebù. |
FORD (a Pistola) Ripeti. PISTOLA (a Ford) In due parole: l'enorme Falstaff vuole entrar nel vostro tetto, beccarvi la consorte, sfondar la cassaforte e sconquassarvi il letto. DR. CAJUS Caspita! FORD Quanti guai! BARDOLFO (a Ford) Già le scrisse un biglietto... PISTOLA (interrompendolo) Ma quel messaggio abbietto ricusai. BARDOLFO Ricusai. PISTOLA Badate a voi! BARDOLFO Badate! PISTOLA Falstaff le occhieggia tutte, che siano belle o brutte, pulzelle o maritate. |
BARDOLFO La corona che adorna d'Atteòn l'irte chiome su voi già spunta. FORD Come sarebbe a dir? BARDOLFO «Le corna.» FORD Brutta parola! DR. CAJUS Ha voglie voraci il cavaliere. FORD Sorveglierò la moglie. Sorveglierò il messere. Salvar vo' i beni miei dagli appetiti altrui. (rientrano da sinistra le quattro donne) FENTON (vedendo Nannetta) (È lei.) NANNETTA (vedendo Fenton) (È lui.) FORD (vedendo Alice) (È lei.) ALICE (vedendo Ford) È lui. DR. CAJUS (a Ford indicando Alice) È lei. |
MEG (ad Alice indicando Ford) È lui. ALICE (alle altre a bassa voce indicando Ford) S'egli sapesse!... NANNETTA Guai! ALICE Schiviamo i passi suoi. MEG Ford è geloso? ALICE Assai. QUICKLY Zitto. ALICE (Badiamo a noi.) Alice, Meg e Quickly escono da sinistra. Resta Nannetta. Ford, Dr. Cajus, Bardolfo e Pistola escono da destra. Resta Fenton. FENTON (fra i cespugli verso Nannetta a bassa voce) Pst, pst, Nannetta. NANNETTA (mettemdo l'indice al labbro per cenno di silenzio) Sss. FENTON Vien qua. |
NANNETTA (guardando attorno con cautela) Taci. Che vuoi? FENTON Due baci. NANNETTA In fretta. FENTON In fretta. (si baciano rapidamente) NANNETTA Labbra di foco! FENTON Labbra di fiore!... NANNETTA Che il vago gioco sanno d'amore. FENTON Che spargon ciarle, che mostran perle, belle a vederle, dolci a baciarle! (tenta di abbracciarla) Labbra leggiadre! NANNETTA (difendendosi e guardandosi attorno) Man malandrine! FENTON Ciglia assassine! Pupille ladre! T'amo! |
NANNETTA Imprudente. (Fenton fa per baciarla ancora) NANNETTA No. FENTON Sì... due baci. NANNETTA (si svincola) Basta. FENTON Mi piaci tanto! NANNETTA Vien gente. (si allontanano l'una dall'altro, mentre ritornano le donne) FENTON (cantando allontanandosi) Bocca baciata non perde ventura. NANNETTA (continuando il canto di Fenton, avvicinandosi alle altre donne) Anzi rinnova come fa la luna. (Fenton si nasconde dietro gli alberi del fondo) ALICE Falstaff m'ha canzonata. MEG Merita un gran castigo. ALICE Se gli scrivessi un rigo?... |
NANNETTA (riunendosi al crocchio con disinvoltura) Val meglio un'ambasciata. ALICE Sì. QUICKLY Sì. ALICE (a Quickly) Da quel brigante tu andrai. Lo adeschi all'offa d'un ritrovo galante con me. QUICKLY Questa è gaglioffa! NANNETTA Che bella burla! ALICE Prima, per attirarlo a noi, lo lusinghiamo, e poi gliele cantiamo in rima. QUICKLY Non merita riguardo. ALICE È un bove. MEG È un uomo senza fede. ALICE È un monte di lardo. MEG Non merita clemenza. |
ALICE È un ghiotton che scialacqua tutto il suo aver nel cuoco. NANNETTA Lo tufferem nell'acqua. ALICE Lo arrostiremo al fuoco. NANNETTA Che gioia! ALICE Che allegria! MEG (a Quickly) Procaccia di far bene la tua parte. (accorgendosi di Fenton che s'aggira nel fondo) QUICKLY Chi viene? MEG Là c'è qualcun che spia. Escono rapidamente da destra Alice, Meg, Quickly. Nannetta resta, Fenton le torna accanto. FENTON Torno all'assalto. NANNETTA (come sfidandolo) Torno alla gara. Ferisci! FENTON Para! (si slancia per baciarla: Nannetta si ripara il viso con una mano che Fenton bacia e vorrebbe ribaciare; ma Nannetta la solleva più alta che può e Fenton ritenta invano di raggiungerla co' le labbra) |
NANNETTA La mira è in alto. L'amor è un agile torneo, sua corte vuol che il più fragile vinca il più forte. FENTON M'armo, e ti guardo. T'aspetto al varco. NANNETTA Il labbro è l'arco. FENTON E il bacio è il dardo. Bada! la freccia fatal già scocca dalla mia bocca sulla tua treccia. (le bacia la treccia) NANNETTA (annodandogli il collo co' la treccia, mentre egli la bacia) Eccoti avvinto. FENTON Chiedo la vita! NANNETTA Io son ferita, ma tu sei vinto. FENTON Pietà! Facciamo la pace e poi... NANNETTA E poi? FENTON Se vuoi, ricominciamo. |
NANNETTA Bello è quel gioco che dura poco. Basta. FENTON Amor mio! NANNETTA Vien gente. Addio! (fugge da destra) FENTON (allontanandosi cantando) Bocca baciata non perde ventura. NANNETTA (di dentro rispondendo) Anzi rinnova come fa la luna. Rientrano dal fondo Ford, Dr. Cajus, Bardolfo, Pistola. (Fenton si unisce poi al crocchio) BARDOLFO (a Ford) Udrai quanta egli sfoggia magniloquenza altera. FORD Diceste ch'egli alloggia dove? PISTOLA Alla «Giarrettiera». FORD A lui mi annuncerete, ma con un falso nome; poscia vedrete come lo piglio nella rete. Ma... non una parola. |
BARDOLFO In ciarle non m'ingolfo. Io mi chiamo Bardolfo. PISTOLA Io mi chiamo Pistola. FORD Siam d'accordo. BARDOLFO L'arcano custodirem. PISTOLA Son sordo e muto. FORD Siam d'accordo tutti. BARDOLFO E PISTOLA Sì. FORD Qua la mano. Si avanzano nel fondo Alice, Nannetta, Meg, Quickly. Insieme DR. CAJUS (a Ford) Del tuo barbaro diagnostico forse il male è assai men barbaro. Ti convien tentar la prova molestissima del ver. Così avvien col sapor ostico del ginepro e del rabarbaro; il benessere rinnova l'amarissimo bicchier. |
PISTOLA (a Ford) Voi dovete empirgli il calice, tratto, tratto, interrogandolo, per tentar se vi riesca di trovar del nodo il bandolo. Come all'acqua inclina il salice. Così al vin quel cavalier. Scoverete la sua tresca, scoprirete il suo pensier. FORD (a Pistola) Tu vedrai se bene adopera l'arte mia con quell'infame. E sarà prezzo dell'opera s'io discopro le sue trame. Se su lui volgo il ridicolo non avrem sudato invan. S'io mi salvo dal pericolo, l'angue morde il cerretan. BARDOLFO (a Ford) Messer Ford, un infortunio marital in voi si incorpora; se non siete astuto e cauto quel sir John vi tradirà. Quel paffuto plenilunio che il color del vino imporpora troverebbe un pasto lauto nella vostra ingenuità. FENTON (Qua borbotta un crocchio d'uomini, c'è nell'aria una malia. Là cinguetta un stuol di femine, spira un vento agitator. Ma colei che in cor mi nomini, dolce amor, vuol esser mia! Noi sarem come due gemine stelle unite in un ardor.) |
Insieme ALICE (a Meg) Vedrai che se abbindolo quel grosso compar, più lesto d'un guindolo lo faccio girar. MEG (ad Alice) Se il vischio lo impegola lo udremo strillar, e allor la sua fregola vedremo svampar. NANNETTA (ad Alice) E se i scilinguagnoli sapremo adoprar, vedremo a rigagnoli quell'orco sudar QUICKLY Tal sempre s'esilari quel bel cinguettar; così soglion l'ilari comari ciarlar. Ford, Dr. Cajus, Fenton, Bardolfo, Pistola escono. ALICE Qui più non si vagoli... NANNETTA (a Quickly) Tu corri all'ufficio tuo. ALICE Vo' ch'egli miagoli d'amor come un micio. (a Quickly) È intesa. QUICKLY Sì. |
NANNETTA È detta. ALICE Domani. QUICKLY Sì. Sì. ALICE Buon dì, Meg. QUICKLY Nannetta, buon dì. NANNETTA Addio. MEG Buon dì. ALICE (a Meg) Vedrai che quell'epa terribile e tronfia si gonfia. ALICE E MEG Si gonfia. ALICE, MEG, QUICKLY E NANNETTA Si gonfia e poi crepa. ALICE «Ma il viso mio su lui risplenderà»... TUTTE ...«come una stella sull'immensità.» Si accomiatano e s'allontanano ridendo. |
libretto by Arrigo Boito |
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