Other “Il barbiere di Siviglia” libretti [show] |
• Italian
• English • German • French |
Line-by-line [show] |
• English
• German • French |
“Il barbiere di Siviglia” by Gioachino Rossini libretto (Italian)
Contents: Personaggi; Atto Primo; Atto Secondo |
Scena prima Una piazza di Siviglia (A sinistra è la casa di Don Bartolo, con balcone. Spunta l'alba. Fiorello, con una lanterna in mano, introduce vari suonatori; indi il Conte Almaviva avvolto in un mantello.) FIORELLO Piano, pianissimo, senza parlar, tutti con me venite qua. SUONATORI Piano, pianissimo, eccoci qua. FIORELLO Tutto è silenzio, nessun qui sta che i nostri canti possa turbar. (Il Conte Almaviva entra.) CONTE Fiorello...Olà! FIORELLO Signor, son qua. |
CONTE Ebben!...gli amici? FIORELLO Son pronti già. CONTE Bravi, bravissimi, fate silenzio; piano, pianissimo, senza parlar. SUONATORI Piano, pianissimo, senza parlar. FIORELLO Senza parlar, venite qua. CONTE Piano, senza parlar. (I suonatori accordano gli strumenti ed il Conte canta accompagnato da loro.) Ecco ridente in cielo spunta la bella aurora, e tu non sorgi ancora e puoi dormir così? Sorgi, mia dolce speme, vieni bell'idol mio, rendi men crudo, oh Dio, lo stral che mi feri. Oh sorte! già veggo quel caro sembiante, quest'anima amante ottenne pietà! Oh, istante d'amore! Felice momento! |
Oh, dolce contento che egual non ha! Ehi, Fiorello? FIORELLO Mio signore... CONTE Di', la vedi? FIORELLO Signor no. CONTE Ah, ch'è vana ogni speranza! FIORELLO Signor Conte, il giorno avanza. CONTE Ah, che penso! Che farò? Tutto è vano. Buona gente! SUONATORI (sottovoce) Mio signor... CONTE Avanti, avanti. (Dà una borsa a Fiorello che distribuisce a tutti.) Più di suoni, più di canti io bisogno ormai non ho. |
FIORELLO Buona notte a tutti quanti. Più di voi che far non so. (I suonatori circondano il Conte, lo ringraziano e gli baciano la mano. Egli, indispettito per lo strepito che fanno, li caccia via. Fiorello fa lo stesso.) SUONATORI Mille grazie, mio signore, del favore, dell'onore. Ah! di tanta cortesia obbligati in verità! Oh, che incontro fortunato! È un signore di qualità. CONTE Basta, basta, non parlate, ma non serve, non gridate, maledetti, andate via! Ah, canaglia, via di qua! Tutto quanto il vicinato questo chiasso sveglierà. FIORELLO Zitti, zitti, che rumore! Maledetti, via di qua! Ve' che chiasso indiavolato, ah, che rabbia che mi fa! Maledetti, andate via, ah, canaglia, via di qua! (I suonatori partono.) CONTE Gente indiscreta! |
FIORELLO Ah, quasi con quel chiasso importuno tutto quanto il quartiere han risvegliato. Alfin sono partiti. (Si ritira.) FIGARO (dietro le quinte) La la la la la la la la la la. CONTE Chi è mai quest'importuno? Lasciamolo passar; sotto quegli archi non veduto vedrò quanto bisogna. Già l'alba appare e amor non si vergogna. (Si nasconde. Figaro entra con una chitarra appesa al collo.) FIGARO La ran la le ra, la ran la la. Largo al factotum della città! La ran la la, ecc. Presto a bottega che l'alba è già. La ran la la, ecc. Ah, che bel vivere, che bel piacere, per un barbiere di qualità. Ah, bravo Figaro, bravo, bravissimo, bravo! La ran la la, ecc. |
Fortunatissimo per verità. Bravo! La ran la la, ecc. Pronto a far tutto, la notte, il giorno, sempre d'intorno in giro sta. Miglior cuccagna per un barbiere, vita più nobile, no, non si dà. La la ran la la ran la, ecc. Rasori e pettini, lancette e forbici, al mio comando tutto qui sta. V'è la risorsa poi del mestiere, colla donnetta, col cavaliere... La la ran la...la...la. Ah, che bel vivere, che bel piacere, per un barbiere di qualità. Tutti mi chiedono, tutti mi vogliono, donne, ragazzi, vecchi, fanciulle. Qua la parrucca, presto la barba, qua la sanguigna, presto il biglietto. Tutti mi chiedono, tutti mi vogliono. |
Qua la parrucca, presto la barba, presto il biglietto. Ehi, Figaro, Figaro, Figaro, ecc. Ahimè! Che furia! Ahimè! che folla! Uno alla volta, per carità. Ehi, Figaro; son qua! Figaro qua, Figaro là, Figaro su, Figaro giù. Pronto, prontissimo son come il fulmine, sono il factotum della città. Ah, bravo, Figaro, bravo, bravissimo, A te la for tuna non mancherà. La la ran la, ecc. Sono il factotum della città. Ah, che bella vita! Faticar poco, divertirsi assai, e in tasca sempre aver qualche doblone, gran frutto della mia reputazione. Ecco qua; senza Figaro non si accasa in Siviglia una ragazza; a me la vedovella ricorre pel marito; io, colla scusa del pettine di giorno, della chitarra col favor della notte, a tutti onestamente, non fo per dir, m'adatto a far piacere. Oh, che vita, oh, che mestiere! |
Orsù, presto a bottega - CONTE (È desso, oppur m'inganno?) FIGARO (Chi sarà mai costui?) CONTE (Oh, è lui senz'altro!) Figaro... FIGARO Mio padrone...Oh! Chi veggo! Eccellenza... CONTE Zitto, zitto! Prudenza! Qui non son conosciuto, né vo' farmi conoscere. Per questo ho le mie gran ragioni. FIGARO Intendo, intendo, la lascio in libertà. CONTE No... FIGARO Che serve? CONTE No, dico, resta qua. |
Forse ai disegni miei non giungi inopportuno. Ma cospetto! dimmi un po', buona lana, come ti trovo qua, poter del mondo! Ti veggo grasso e tondo... FIGARO La miseria, signore! CONTE Ah, birbo! FIGARO Grazie. CONTE Hai messo ancor giudizio? FIGARO Oh! e come! Ed ella, come in Siviglia? CONTE Or te lo spiego. Al Prado vidi un fior di bellezza, una fanciulla, figlia d'un certo medico barbogio che qua da pochi di s'è stabilito; io di questa invaghito, lasciai patria e parenti; e qua men venni, e qui la notte ed il giorno passo girando a quei balconi intorno. FIGARO A quei balconi? Un medico? |
Ah, cospetto! siete ben fortunato; sui maccheroni, il cacio v'è cascato. CONTE Come? FIGARO Certo. Là dentro io son barbiere, parrucchier, chirurgo. Botanico, spezial, veterinario... Insomma, il faccendier di casa. CONTE Oh, che sorte! FIGARO Non basta. La ragazza figlia non è del medico. È soltanto la sua pupilla. CONTE Oh, che consolazione! FIGARO Perciò...zitto... CONTE Cos'è? FIGARO S'apre il balcone... (Si ritirano sotto il portico. Bartolo entra in scena dalla porta di casa sua e si ferma a dar ordini.) |
BARTOLO Fra momenti io torno. Non aprite a nessuno. Se Don Basilio venisse a ricercarmi, che m'aspetti. (Chiude la porta.) Le mie nozze con lei meglio è affrettare. Sì, dentr'oggi finir vo' quest'affare. (Parte.) CONTE Dentr'oggi le sue nozze con Rosina! Ah, vecchio rimbambito! Ma dimmi or tu, chi è questo Don Basilio? FIGARO È un solenne imbroglion di matrimoni, un collo torto, un vero disperato, sempre senza un quattrino... già, è maestro di musica, insegna alla ragazza. CONTE Bene, tutto giova saper. FIGARO Ora pensate della bella Rosina a soddisfar le brame. In una canzonetta, così alla buona il tutto spiegatele, signor. CONTE |
Una canzone? FIGARO Certo. Ecco la chitarra. Presto, andiamo. CONTE Ma io... FIGARO Oh, che pazienza! CONTE Ebben, proviamo... Se il mio nome saper voi bramate, dal mio labbro il mio nome ascoltate. Io son Lindoro, che fido v'adoro, che sposa vi bramo, che a nome vi chiamo, di voi sempre parlando così dall'aurora al tramonto del di. (Rosina appare al balcone.) ROSINA Segui, oh caro, deh, segui così. FIGARO Sentite. Ah! che vi pare? CONTE Oh, me felice! |
FIGARO Da bravo, a voi, seguite. CONTE L'amoroso e sincero Lindoro non può darvi, mia cara, un tesoro. Ricco non sono, ma un core vi dono, un'anima amante che fida e costante per voi sola sospira, così dall'aurora al tramonto del dì. ROSINA L'amorosa, sincera Rosina del suo core Lindo... (Con un grido si ritira dal balcone.) CONTE Oh, cielo! FIGARO Nella stanza convien dir che qualcuno entrato sia. Ella si è ritirata. CONTE Ah, cospettone! Io già deliro, avvampo! Oh, ad ogni costo vederla io voglio, vo' parlarle! Ah, tu, tu mi devi aiutar. FIGARO |
Ih, ih, che furia! Si, si, v'aiuterò. CONTE Da bravo! Entr'oggi vo' che tu m'introduca in quella casa. Dimmi, come farai? Via, del tuo spirito vediam qualche prodezza. FIGARO Del mio spirito! Bene, vedrò...ma in oggi... CONTE Eh, via! T'intendo. Va là, non dubitar; di tue fatiche largo compenso avrai. FIGARO Davver? CONTE Parola. FIGARO Dunque oro a discrezione? CONTE Oro a bizzeffe! Animo, via! FIGARO Son pronto. Ah, non sapete i simpatici effetti prodigiosi |
che ad appagare il mio signor Lindoro produce in me la dolce idea dell'oro. All'idea di quel metallo portentoso, onnipossente, un vulcano la mia mente già comincia a diventar, sì. CONTE Su, vediamo di quel metallo qualche effetto sorprendente, del vulcan della tua mente qualche mostro singolar, si. FIGARO Voi dovreste travestirvi... per esempio...da soldato... CONTE Da soldato? FIGARO Si, signore. CONTE Da soldato, e che si fa? FIGARO Oggi arriva un reggimento. CONTE Si, è mio amico il colonello. FIGARO Va benon! |
CONTE Eppoi? FIGARO Cospetto! Dell'alloggio col biglietto quella porta s'aprirà. Che ne dite, mio signore? Non vi par, non l'ho trovata? Che invenzione prelibata, bella, bella in verità! CONTE Che invenzione prelibata, bravo, bravo, in verità! FIGARO Piano, piano...un'altra idea! Veda l'oro cosa fa! Ubbriaco, mio signor, si fingerà. CONTE Ubbriaco? FIGARO Si, signore. CONTE Ubbriaco? Ma perché? FIGARO Perché d'un ch'è poco in sé, che dal vino casca già, il tutor, credete a me, il tutor si fiderà. |
Che invenzione prelibata, bella, bella in verità! CONTE Che invenzione prelibata, bravo, bravo, in verità! CONTE Dunque? FIGARO All'opra. CONTE Andiamo. FIGARO Da bravo. CONTE Vado...Oh, il meglio mi scordavo. Dimmi un po': la tua bottega, per trovarti, dove sta? FIGARO La bottega?...Non si sbaglia... guardi bene...eccola là... Numero quindici, a mano manca, quattro gradini, facciata bianca, cinque parrucche nella vetrina, sopra un cartello, "Pomata Fina", mostra in azzurro alla moderna, v'è per insegna una lanterna... Là senza fallo mi troverà. |
CONTE Cinque parrucche. FIGARO Una lanterna. Là senza fallo mi troverà. CONTE Ho ben capito. FIGARO Or vada presto. CONTE Tu guarda bene... FIGARO Io penso al resto. CONTE Di te mi fido... FIGARO Colà l'attendo... CONTE Mio caro Figaro... FIGARO Intendo, intendo... CONTE Porterò meco... |
FIGARO La borsa piena. CONTE Si, quel che vuoi, ma il resto poi... FIGARO Oh, non si dubiti, che bene andrà. CONTE Ah, che d'amore la fiamma io sento, nunzia di giubilo e di contento! D'ardor insolito quest'alma accende, e di me stesso maggior mi fa. Ah, che d'amore, ecc. Ecco propizia che in sen mi scende, d'ardor insolito quest'alma accende e di me stesso maggior mi fa. FIGARO Delle monete il suon già sento, l'oro già viene... Eccolo qua. Già viene l'oro, viene l'argento, |
in tasca scende... Eccolo qua. D'ardore insolito quest'alma accende, e di me stesso maggior mi fa. (Figaro entra in casa di Bartolo. Il Conte parte.) Scena seconda Camera in casa di Bartolo ROSINA (con una lettera in mano) Una voce poco fa qui nel cor mi risuonò. Il mio cor ferito è già e Lindoro fu che il piagò. Si, Lindoro mio sarà, Io giurai, la vincerò. Il tutor ricuserà, io l'ingegno aguzzerò, alla fin s'accheterà, e contenta io resterò. Si, Lindoro ecc. Io sono docile, son rispettosa, sono obbediente, dolce, amorosa, mi lascio reggere, mi fo guidar. Ma se mi toccano dov'è il mio debole, sarò una vipera, sarò, e cento trappole prima di cedere farò giocar. Io sono docile, ecc. |
Sì, sì, la vincerò. Potessi almeno mandargli questa lettera. Ma come? Di nessun qui mi fido. Il tutore ha cent'occhi... Basta...basta...sigilliamola intanto. Con Figaro, il barbier, dalla finestra discorrer l'ho veduto più d'un'ora. Figaro è un galantuomo, un giovin di buon core... Chi sa ch'ei non protegga il nostro amore! (Figaro entra, Rosina nasconde la lettera.) FIGARO Oh, buon dì, signorina. ROSINA Buon giorno, signor Figaro. FIGARO Ebbene? Che si fa? ROSINA Si muor di noia. FIGARO Oh, diavolo! Possibile! Una ragazza bella e spiritosa... ROSINA Ah! Ah! Mi fate ridere! Che mi serve lo spirito, che giova la bellezza, |
se chiusa sempre sto fra quattro mura che mi par d'esser proprio in sepoltura? FIGARO In sepoltura? Oibò!... Sentite, io voglio... ROSINA Ecco il tutor. FIGARO Davvero? ROSINA Certo, certo. È il suo passo. FIGARO Salva, salva! Fra poco ci rivedremo! Ho da dirvi qualche cosa. ROSINA E ancor io, signor Figaro. FIGARO Bravissima. Vado. (Si nasconde.) ROSINA Quanto è garbato! (Bartolo entra dalla strada.) BARTOLO Ah, disgraziato Figaro! |
Ah, indegno, ah, maledetto, ah, scellerato! ROSINA (Ecco qua. Sempre grida.) BARTOLO Ma si può dar di peggio! Un ospedale ha fatto di tutta la famiglia a forza d'oppio, sangue e stranutiglia. Signorina, il barbiere...lo vedeste? ROSINA Perché? BARTOLO Perché lo vo' sapere! ROSINA Forse anch'egli v'adombra? BARTOLO E perché no? ROSINA Ebben, ve lo dirò. Sì, l'ho veduto, gli ho parlato, mi piace, m'è simpatico il suo discorso, il suo gioviale aspetto. (Crepa di rabbia, vecchio maledetto!) (Rosina sale in camera.) BARTOLO |
Vedete che grazietta! Più l'amo e più mi sprezza la briccona. Certo, certo è il barbiere che la mette in malizia. Ah! Barbiere d'inferno... Tu me la pagherai! (Entra Don Basilio.) Qua, Don Basilio, giungete a tempo. Oh! io voglio per forza o per amor dentro dimani sposar la mia Rosina. Avete inteso? BASILIO Eh, voi dite benissimo, e appunto io qui veniva ad avvisarvi. Ma segretezza... È giunto il Conte Almaviva. BARTOLO Chi? L'incognito amante della Rosina? BASILIO Appunto quello. BARTOLO Oh, diavolo! Ah! Qui ci vuol rimedio. BASILIO Certo. Ma alla sordina. BARTOLO Sarebbe a dir? |
BASILIO Così, con buona grazia, bisogna principiare a inventar qualche favola che al pubblico lo metta in mala vista, che comparir lo faccia un uomo infame, un'anima perduta... Io, io vi servirò; fra quattro giorni, credete a me, Basilio ve lo giura, noi lo farem sloggiar da queste mura. BARTOLO E voi credete? BASILIO Oh, certo! È il mio sistema, e non sbaglia. BARTOLO E vorreste? Ma...una calunnia... BASILIO Ah, dunque la calunnia cos'è? Voi non sapete? BARTOLO No, davvero. BASILIO No? Uditemi e tacete. La calunnia è un venticello |
un'auretta assai gentile che insensibile, sottile, leggermente, dolcemente, incomincia a sussurrar. Piano, piano, terra terra, sottovoce, sibilando, va scorrendo, va ronzando. Nell'orecchie della gente, s'introduce destramente e le teste ed i cervelli fa stordire e fa gonfiar. Dalla bocca fuori uscendo lo schiamazzo va crescendo, prende forza a poco a poco, vola già di loco in loco, sembra il tuono, la tempesta che nel sen della foresta va fischiando, brontolando, e ti fa d'orror gelar. Alla fin trabocca e scoppia, si propaga, si raddoppia, e produce un'esplosione come un colpo di cannone, un tremuoto, un temporale, che fa l'aria rimbombar. E il meschino calunniato, avvilito, calpestato, sotto il pubblico flagello, per gran sorte va a crepar. Ah! Che ne dite? BARTOLO Eh! Sarà ver, ma intanto si perde tempo e qui stringe il bisogno. |
No, vo' fare a modo mio. In mia camera andiam. Voglio che insieme il contratto di nozze ora stendiamo. Quando sarà mia moglie, da questi zerbinotti innamorati metterla in salvo sarà pensier mio. BASILIO (Vengan denari, al resto son qua io.) (Bartolo e Don Basilio escono. Figaro entra in scena con precauzione.) FIGARO Ma bravi! Ma benone! Ho inteso tutto. Evviva il buon Dottore! Povero babbuino! Tua sposa? Eh, via! Pulisciti il bocchino! Or che stanno là chiusi procuriam di parlare alla ragazza... Eccola appunto. (Rosina entra.) ROSINA Ebbene, signor Figaro? FIGARO Gran cose, signorina. ROSINA Sì, davvero? FIGARO Mangerem dei confetti. |
ROSINA Come sarebbe a dir? FIGARO Sarebbe a dire che il vostro bel tutore ha stabilito esser dentro doman vostro marito. ROSINA Eh, via! FIGARO Oh, ve lo giuro. A stender il contratto col maestro di musica là dentro s'è serrato. ROSINA Sì? Oh, l'ha sbagliata affè! Povero sciocco! L'avrà da far con me... Ma dite, signor Figaro, voi poco fa sotto le mie finestre parlavate a un signore? FIGARO Ah, un mio cugino. Un bravo giovinotto, buona testa, ottimo cor. Qui venne i suoi studi a compire e il poverin cerca di far fortuna. ROSINA |
Fortuna? Eh, la farà. FIGARO Oh, ne dubito assai. In confidenza, ha un gran difetto addosso. ROSINA Un gran difetto? FIGARO Ah, grande. È innamorato morto. ROSINA Sì, davvero? Quel giovine, vedete, m'interessa moltissimo. FIGARO Per bacco! ROSINA Non ci credete? FIGARO Oh, sì! ROSINA E la sua bella, dite, abita lontano? FIGARO Oh, no! Cioè...qui...due passi... ROSINA |
Ma è bella? FIGARO Oh, bella assai! Eccovi il suo ritratto in due parole: magrotta, genialotta, capello nero, guancia porporina, occhio che parla, mano che innamora. ROSINA E il nome? FIGARO Ah, il nome ancora! Il nome, che bel nome! Si chiama... ROSINA Ebben? Si chiama? FIGARO Poverina!... ROSINA Poverina? FIGARO On no, si chiama R...O...Ro... ROSINA Ro... FIGARO Brava, S...I...si... |
ROSINA Si... FIGARO Rosi... FIGARO e ROSINA ...N...A...na... Rosina! ROSINA Dunque io son...tu non m'inganni? Dunque io son la fortunata! (Già me l'ero immaginata, lo sapevo pria di te.) FIGARO Di Lindoro il vago oggetto siete voi, bella Rosina. (Oh, che volpe sopraffina! Ma l'avrà da far con me.) ROSINA Senti, senti, ma a Lindoro per parlar come si fa? FIGARO Zitto, zitto, qui Lindoro per parlarvi ora sarà. ROSINA Per parlarmi? Bravo! Bravo! Venga pur, ma con prudenza, io già moro d'impazienza! Ma che tarda? Cosa fa? |
FIGARO Egli attende qualche segno, poverin, del vostro affetto; sol due righe di biglietto gli mandate e qui verrà. Che ne dite? ROSINA Non vorrei... FIGARO Su, coraggio. ROSINA Non saprei... FIGARO Sol due righe... ROSINA Mi vergogno. FIGARO Ma di che? Ma di che? Si sa! Presto, presto, qua il biglietto. ROSINA Un biglietto?...Eccolo qua. (Cava dal seno un biglietto e glielo dà.) FIGARO (Già era scritto...Ve' che bestia! |
Il maestro faccio a lei!) ROSINA Fortunati affetti miei, io comincio a respirar. FIGARO (Ah, che in cattedra costei di malizia può dettar.) ROSINA Ah, tu solo, amor, tu sei che mi devi consolar. FIGARO (Donne, donne, eterni dei, chi v'arriva a indovinar?) ROSINA Ah, tu solo, amor, tu sei che mi devi consolar. Senti, senti, ma Lindoro... FIGARO Qui verrà. A momenti per parlarvi qui sarà. ROSINA Venga pur, ma con prudenza. FIGARO Zitto, zitto, qui verrà. ROSINA Fortunati affetti miei, |
io comincio a respirar. Ah, tu solo, amor, tu sei, che mi devi consolar. FIGARO (Donne, donne, eterni dei, chi v'arriva a indovinar?) (Figaro esce.) ROSINA Ora mi sento meglio, questo Figaro è un bravo giovinotto. (Bartolo entra.) BARTOLO Insomma, colle buone potrei sapere dalla mia Rosina che venne a far colui questa mattina? ROSINA Figaro? Non so nulla. BARTOLO Ti parlò? ROSINA Mi parlò. BARTOLO Che ti diceva? ROSINA Oh, mi parlò di certe bagatelle... |
Dei figurin di Francia, del mal della sua figlia Marcellina. BARTOLO Davvero? Ed io scommetto... Che vuol dir questo dito così sporco d'inchiostro? ROSINA Sporco? Oh! Nulla. Io me l'avea scottato e coll'inchiostro or l'ho medicato. BARTOLO Diavolo! E questi fogli... or son cinque, eran sei. ROSINA Que' fogli? È vero. D'uno mi son servita a mandar de' confetti a Marcellina. BARTOLO Bravissima! E la penna perché fu temperata? ROSINA (Maledetto!) La penna! Per disegnare un fiore sul tamburo. BARTOLO |
Sul tamburo! Un fiore! ROSINA Un fiore. BARTOLO Un fiore! Ah! Fraschetta! ROSINA Davver. BARTOLO Zitto. ROSINA Credete... BARTOLO Basta così. ROSINA Signor... BARTOLO Non più...tacete. A un dottor della mia sorte queste scuse, signorina, vi consiglio, mia carina, un po' meglio a imposturar. Meglio! Meglio! Meglio! Meglio! I confetti alla ragazza! Il ricamo sul tamburo! Vi scottaste, eh via! |
Ci vuol altro, figlia mia, per potermi corbellar. Altro! Altro! Altro! Altro! Perché manca là quel foglio? Vo' saper cotesto imbroglio. Sono inutili le smorfie; ferma là, non mi toccate. No, figlia mia, non lo sperate ch'io mi lasci infinocchiar. A un dottor della mia sorte queste scuse, signorina, vi consiglio, mia carina, un po' meglio a imposturar. Via carina, confessate. Son disposto a perdonar. Non parlate? Vi ostinate? So ben io quel che ho da far. Signorina, un'altra volta quando Bartolo andrà fuori la consegna ai servitori a suo modo far saprà. Eh! non servono le smorfie, faccia pur la gatta morta. Cospetton! per quella porta, nemmen l'aria entrar potrà. Un dottor della mia sorte non si lascia infinocchiar. E Rosina innocentina, sconsolata, disperata, in sua camera serrata, fin ch'io voglio star dovrà. (Partono.) |
(Entra Berta.) BERTA Finora in questa camera mi parve di sentir un mormorio... Sarà stato il tutor colla pupilla... non ha un'ora di ben. Queste ragazze non la voglion capir... (Si sente battere, e la voce del Conte, di dentro.) Battono! CONTE Aprite. BERTA Vengo. Eccomi qua. Vengo, vengo. Chi diavolo sarà? (Va ad aprire. Entra il Conte travestito da soldato. Pretende di essere ubriaco. Berta esce ed entra Bartolo.) CONTE Ehi, di casa, buona gente... niun risponde! Ehi... BARTOLO Chi è costui? Che brutta faccia! È ubriaco! Chi sarà? CONTE Ehi, di casa, maledetti! Ehi... |
BARTOLO Cosa vuol, signor soldato? CONTE Ah, sì! Bene obbligato. BARTOLO (Qui costui che mai vorrà?) CONTE Siete voi...aspetta un poco... Siete voi...dottor Balordo? BARTOLO Che Balordo? Che Balordo? CONTE Ah, ah, Bertoldo? BARTOLO Che Bertoldo? Eh, andate al diavolo! Dottor Bartolo, Dottor Bartolo. CONTE Ah, bravissimo; Dottor Barbaro; bravissimo, Dottor Barbaro. BARTOLO Un corno! CONTE Va benissimo, |
già v'è poca differenza. BARTOLO (Io già perdo la pazienza. Qui prudenza ci vorrà.) CONTE (Non si vede! Che impazienza! Quanto tarda! Dove sta?) Dunque voi siete dottore? BARTOLO Son dottore, sì, signore. CONTE Va, benissimo! Un abbraccio, qua, collega. BARTOLO Indietro! CONTE Qua. Sono anch'io dottor per cento... Maniscalco al reggimento. Dell'alloggio sul biglietto osservate, eccolo qua. (Ah, venisse, il caro oggetto della mia felicità!) BARTOLO (Dalla rabbia, dal dispetto io già crepo in verità. Ah, ch'io fo, se mi ci metto, qualche gran bestialità.) |
(Rosina avanza piano piano.) CONTE Vieni, vieni, il tuo diletto pien d'amor t'attende già. BARTOLO Ah, ch'io fo, se mi ci metto, qualche gran bestialità! ROSINA (Un soldato, il tutore, cosa mai faranno qua?) (Il Conte scorge Rosina.) CONTE (È Rosina! Or son contento.) ROSINA (Ei mi guarda...s'avvicina.) CONTE (piano) (Son Lindoro!) ROSINA (Oh, ciel! Che sento! Ah, giudizio, ah, giudizio, per pietà!) BARTOLO (vedendo Rosina) Signorina, che cercate? Presto, presto, andate via! ROSINA Vado, vado, non gridate. |
BARTOLO Presto, presto, via di qua. CONTE Ehi, ragazza, vengo anch'io. BARTOLO Dove, dove, signor mio? CONTE In caserma. BARTOLO In caserma? CONTE Oh, questa è bella! BARTOLO In caserma? Bagatella! CONTE Cara... ROSINA Aiuto... BARTOLO Olà, cospetto! CONTE Dunque vado... (Il Conte s'avvia verso le camere interne. Bartolo lo trattiene.) |
BARTOLO Oh, no signore, qui d'alloggio non può star. CONTE Come? Come? BARTOLO Eh, non v'è replica... Ho il brevetto d'esenzione. CONTE Il brevetto? BARTOLO (andando allo scrittoio) Mio padrone, un momento e il mostrerò. CONTE (piano a Rosina) Ah, se qui restar non posso, deh, prendete... (Le accenna di prendere un biglietto.) ROSINA (Ohimè! Ci guarda!) BARTOLO (Ah, trovarlo ancor non posso.) ROSINA (Prudenza!) BARTOLO (Ma, sì, sì, lo troverò.) ROSINA e CONTE |
(Cento smanie io sento addosso, ah, più reggere non so.) BARTOLO Ah, ecco qua. (Viene avanti con una pergamena in mano e legge.) "Con la presente il Dottor Bartolo, eccetera, esentiamo..." CONTE (con un rovescio di mano manda in aria la pergamena) Eh, andate al diavolo! Non mi state più a seccar. BARTOLO Cosa fa, signor mio caro? CONTE Zitto là, dottor somaro; il mio alloggio è qui fissato, e in alloggio qui vo' star. BARTOLO Vuol restar? CONTE Restar, sicuro. BARTOLO Oh, son stufo, mio padrone, presto fuori, o un buon bastone lo farà di qua sloggiar! CONTE |
Dunque, lei vuol battaglia? Ben! Battaglia le vo' dar. Bella cosa è una battaglia! Ve la voglio qui mostrar. Osservate! Questo è il fosso... L'inimico voi sarete... Attenzion, e gli amici... (piano a Rosina) (Giù il fazzoletto.) (Lascia cadere la lettera e Rosina vi fa cadere sopra il fazzoletto.) E gli amici, stan di qua, attenzion. BARTOLO (che si è accorto dell'accaduto) Ferma, ferma... CONTE Che cos'è? Ah! BARTOLO Vo' vedere. CONTE Sì, se fosse una ricetta!... Ma un biglietto... È mio dovere... Mi dovete perdonar. (Dà il biglietto a Rosina che subito lo scambia con una lista del bucato.) ROSINA Grazie, grazie. BARTOLO Grazie, grazie, grazie un corno! Qua quel foglio, |
impertinente! A chi dico? Presto qua! CONTE Vuol battaglia? Attenzion... Ih! Ah! ROSINA Ma quel foglio che chiedete per azzardo m'è cascato. È la lista del bucato. BARTOLO Ah, fraschetta, presto qua! Ah, che vedo! (Entrano da una parte Basilio, e dall'altra, Berta.) BERTA Il barbiere... BARTOLO Ho preso abbaglio! È la lista! BERTA Quanta gente! BARTOLO Son di stucco! CONTE Bravo, bravo il mammalucco! BARTOLO Ah, son proprio un mammalucco, oh, che gran bestialità! |
BASILIO Sol do re mi fa re sol mi la fa si sol do, ma che imbroglio è questo qua? ROSINA e CONTE Bravo, bravo il mammalucco che nel sacco entrato è già. BERTA Non capisco, son di stucco, qualche imbroglio qui ci sta. ROSINA Ecco qua! Sempre un'istoria, sempre oppressa e maltrattata! Ah, che vita disperata! Non la so più sopportar. BARTOLO Ah, Rosina poverina... CONTE (minacciandolo) Tu vien qua, cosa le hai fatto? BARTOLO Ah, fermate...niente affatto... CONTE Ah, canaglia, traditore... ROSINA, BERTA, BARTOLO e BASILIO Via, fermatevi, signore. |
CONTE Io ti voglio subissar. ROSINA e BERTA Gente, aiuto...ma chetatevi... Gente, aiuto...per pietà! BARTOLO e BASILIO Gente, aiuto...soccorretemi... Gente, aiuto...per pietà! CONTE Lasciatemi, lasciatemi! (Entra Figaro con bacile sotto il braccio.) FIGARO Alto là! Che cosa accadde, signori miei, che chiasso è questo? Eterni dei! Già sulla strada a questo strepito... s'è radunata mezza città. (piano al Conte) Signor, giudizio, per carità. BARTOLO (additando il Conte) Quest'è un birbante... CONTE (additando Bartolo) Quest'è un briccone. BARTOLO Ah, disgraziato! CONTE |
Ah, maledetto! FIGARO Signor soldato, porti rispetto, o questo fusto, corpo del diavolo, or la creanza le insegnerà. (Signor, giudizio, per carità.) CONTE Brutto scimmiotto... BARTOLO Birbo malnato... ROSINA, BERTA, FIGARO e BASILIO Zitto, dottore... BARTOLO Voglio gridare... ROSINA, BERTA, FIGARO e BASILIO Fermo, signore... CONTE Voglio ammazzare... ROSINA, BERTA, FIGARO e BASILIO Fate silenzio, per carità! CONTE No, voglio ucciderlo, non v'è pietà. ROSINA, BERTA, FIGARO e BASILIO Fate silenzio, per carità! |
(Si sente bussare forte alla porta.) ROSINA, BERTA e FIGARO Zitti, ché bussano... TUTTI Che mai sarà? BARTOLO Chi è? CORO (da fuori) La forza, la forza, aprite qua! TUTTI La forza! oh, diavolo! FIGARO e BASILIO L'avete fatta! CONTE e BARTOLO Niente paura! Venga pur qua. TUTTI Quest'avventura, ah! come diavolo mai finirà! (Entra il coro con Ufficiale.) CORO Fermi tutti. Nessun si mova. Miei signori, che si fa? Questo chiasso donde è nato? La cagione presto qua. |
BARTOLO Questa bestia di soldato, mio signor, m'ha maltrattato, sì, signor, sì, signor. FIGARO Io qua venni, mio signore, questo chiasso ad acquetar. Sì, signor, sì, signor. BASILIO e BERTA Fa un inferno di rumore, parla sempre d'ammazzar, sì, signor, sì, signor. CONTE In alloggio quel briccone non mi volle qui accettar. Sì, signor, sì, signor. ROSINA Perdonate, poverino, tutto effetto fu del vino. Sì, signor, sì, signor. UFFICIALE Ho inteso, ho inteso. (al Conte) Galantuom, siete in arresto. Fuori presto, via di qua. CONTE In arresto? Io? fermi, olà! (Con gesto autorevole trattiene i soldati; chiama a sé l'ufficiale, gli mostra segretamente l'ordine |
di Grande di Spagna, che ha sotto l'unifome, e gli dice all'orecchio il suo nome. L'ufficiale, sorpreso, fa cenno ai soldati di stare sull'attenti e anch'egli fa lo stesso. Tutti restano attoniti.) ROSINA Fredda ed immobile come una statua, fiato non restami da respirar. CONTE Freddo ed immobile come una statua, fiato non restagli da respirar! BARTOLO Freddo ed immobile come una statua, fiato non restami da respirar! FIGARO Guarda Don Bartolo, sembra una statua! Ah, ah, dal ridere sto per crepar! BASILIO Freddo ed immobile, fiato non restami da respirar! |
BERTA Fiato non restami da respirar! BARTOLO Ma signor...ma un dottor... ma se lei...ma vorrei... ma se noi...ma se poi... ma sentite, ascoltate... CORO Zitto, tu! Oh, non più! Non parlar, non gridar. Zitti voi! Pensiam noi. Zitto tu! Non parlar. Vada ognun pei fatti suoi. Si finisca d'altercar! BASILIO Ma se noi...ma se poi... ma se poi...ma se noi... Zitto su! Zitto giù! Zitto qua! Zitto là! ROSINA, BERTA, CONTE e FIGARO Zitto su! Zitto giù! Zitto qua! Zitto là! TUTTI Mi par d'esser con la testa in un'orrida fucina, dove cresce e mai non resta dell'incudini sonore l'importuno strepitar. Alternando questo e quello, |
pesantissimo martello, fa con barbara armonia mure e volte rimbombar. E il cervello poverello, già stordito, sbalordito, non ragiona, si confonde, si riduce ad impazzar. |
libretto by Cesare Sterbini |
Contents: Personaggi; Atto Primo; Atto Secondo |