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Il turco in Italia” by Gioachino Rossini libretto (Italian)

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Contents: Personaggi; Atto Primo; Atto Secondo
ATTO PRIMO

Prima scena

Luogo solitario fuori di Napoli: spiaggia di mare
Colle da un lato sparso di casini di campagna che si
vedono in lontananza, e di tende custodite da zingari.
Da un lato una parte della casa di Don Geronio.

(Una truppa di zingari è sul colle, un altra al piano,
tutti occupati a differenti uffici.)


CORO
Nostra patria è il mondo intero
e nel sen dell'abbondanza
l'altrui credula ignoranza
ci fa vivere e sguazzar.

ZAIDA
Hanno tutti il cor contento;
sol la misera son'io!
Ho perduto l'amor mio,
e nol posso più trovar

ALBAZAR
Consolatevi una volta,
divertitevi con noi.

Su...coraggio! tocca a voi
la canzone a cominciar.
(Entra il poeta.)

POETA
Ho da fare un dramma buffo
e non trovo l'argomento!
Questo ha troppo sentimento,
quello insipido mi par.

CORO
Nostra patria è il mondo intero
e nel sen dell'abbondanza
l'altrui credula ignoranza
ci fa vivere e sguazzar.

POETA
Come, zingari! per Bacco!
Gioia, canto, colazione!
Oh! che bella introduzione
ci sarebbe da cavar!

TUTTI
Nostra patria, ecc.
(Si allontanano, cantando.)

POETA
Ah! se di questi zingari l'arrivo
potesse preparar qualche accidente.
Che intrigo sufficiente
mi presentasse per un dramma intero!
Un bel quadro farei, tratto dal vero.
Abbandonar bisogna il pensier
sopra i capricci della bella Fiorilla:

hanno già messo in scena
dei poeti d'ogni razza,
sciocco marito, ed una moglie pazza.
Ecco appunto Geronio, che ha
la mania di farsi astrologare:
corro i zingari presto ad avvisare.
(Il poeta sale il colle e accenna agli zingari Geronio,
il quale entra da parte opposta.)


GERONIO
Vado in traccia di una zingara
che mi sappia astrologar:
che mi dica in confidenza
se col tempo e la pazienza
il cervello di mia moglie
potrò giungere a sanar.
Ma la zingara ch'io bramo
è impossibile a trovar.
Il cervello di mia moglie
è formato di tal pasta,
che un astrologo non basta
come è fatta ad indagar.
(Intanto scendono gli zingari con Zaida, e giunti al
piano, circondano Geronio.)


CORO
Chi vuol farsi astrologar?

GERONIO
Ecco appunto a me vicino
uno stuol di zingarelle.

CORO
Noi leggiamo nel destino,
noi leggiamo nelle stelle:
chi vuol farsi astrologar?

GERONIO
Zingarelle!

CORO
Qua la mano.

GERONIO
Aspettate.

CORO
Presto...

GERONIO
Piano.

ZAIDA
Siete nato...

GERONIO
Sì, in che giorno?

ZAIDA
Era il sol in capricorno.

GERONIO
Son garzone od ammogliato?

ZAIDA
Qua la fronte. Maritato.

GERONIO
Quando? Come vi accorgeste?

ZAIDA
Sotto il segno dell'ariete.

ZAIDA e CORO
Infelice!

GERONIO
Cos'è stato?

ZAIDA e CORO
Che fatal corbellazione!

GERONIO
Quel'è?

ZAIDA e CORO
Il segno del montone!

GERONIO
Eh! levatevi d'intorno!
Eh! toglietevi di qua!
Ah, mia moglie, san chi sono
fino gli zingari di piazza;
se tu segui a far la pazza
tutto il mondo lo saprà.

ZAIDA e CORO
(Che fatal costellazione!
Il montone!...ah, ah, ah!)

GERONIO
Eh! lasciatemi, buffone!
Eh! toglietevi di qua.
(Partono. Entra Fiorilla con varie sue amiche, tornando
da una passeggiata.)


FIORILLA
Non si dà follia maggiore
dell'amare un solo oggetto:
noia arreca, e non diletto
il piacere d'ogni dì.
Sempre un sol fior non amano
l'ape, l'auretta, il rio;
di genio e cor volubile
amar così vogl'io,
voglio cangiar così.
Non si dà follia maggiore
dell'amar un solo oggetto:
noia arreca, e non diletto
il piacer d'ogni dì.
(Intanto si vede passare una nave, la quale gittato in
mare un battello si fermerà sull'ancora. Il battello si
avvicina a terra recando Selim accompagnato da
turchi.)


CORO
Voga, voga, a terra, a terra.

FIORILLA
Un naviglio! Turco pare.

CORO
Dal travaglio avuto in mare
riposar potremo qua.

FIORILLA
In disparte ad osservare
noi starem chi approderà.
(Fiorilla si ritira. Poi approda il battello e sbarca Selim.)

CORO
E scordare il ciel d'Italia
ogni pena ci farà.

SELIM
Bella Italia, alfin ti miro,
vi saluto, amiche sponde;
l'aria, il suolo, i fiori, e l'onde
tutto ride e parla al cor.
Ah! del cielo, della terra
bella Italia sei l'amor.
(Fiorilla si fa vedere colla sua compagnia.)

FIORILLA
Che bel turco!
Avviciniamoci.

SELIM
Quante amabili donzelle!

FIORILLA
Anche i turchi non mi spiacciono.

SELIM
L'italiane son pur belle.

FIORILLA
Vo' parlargli.

SELIM
Vo' accostarmi.

FIORILLA e SELIM
E mi voglio divertir.

FIORILLA
Serva...

SELIM
Servo...

FIORILLA
(È assai garbato.)

SELIM
(Oh che amabile visetto!)
Son davvero fortunato
d'incontrar sì vago oggetto.

FIORILLA
Anzi è mio tutto il favore
d'incontrare un gran Signore
così pien di civiltà.

SELIM
(Son sorpreso.)

FIORILLA
(È già ferito.)

SELIM
(Che avvenenza!)

FIORILLA
(È nella rete.)

SELIM
Voi signora mi piacete.

FIORILLA
Non mi burli...

SELIM
In verità.

FIORILLA
(Con un poco di modestia
io so ben quel che si fa.)

SELIM
(Quell'amabile modestia
più gentil sembrar la fa.)

FIORILLA
Addio, Signore...

SELIM
Partite?

FIORILLA
Vo' passeggiando un poco.

SELIM
Che venga anch'io gradite?

FIORILLA
È troppo onor.

SELIM
(Che foco!)

FIORILLA
Ah!

SELIM
Carina! voi sospirate? Ah!

FIORILLA
Voi pure.

SELIM
Anch'io.

FIORILLA e SELIM
Perché?

SELIM
Perché una fiamma insolita
sento che avvampa in me.
(Fiorilla gli porge la mano,
che Selim stringe teneramente.)


FIORILLA e SELIM
Cara mano, al sen ti premo;
non ti voglio più lasciar.
(Non è più così difficile
questi turchi/queste donne a conquistar.)
(Partono; entrano Don Geronio, Narciso ed il poeta.)

GERONIO
Amici...soccorretemi, consigliatemi...
Io son fuori di me.

NARCISO
Perché? Che avvenne mai?

POETA
Che cosa c'è?

GERONIO
Io in questo punto io vidi
mia moglie con un turco.

POETA
Un turco!

NARCISO
(Infida!)

GERONIO
In casa mia lo guida
a prendere il caffè. Sien maledetti
tutti i turchi del mondo.

POETA
Un punto è questo
da farsi molto onore.

GERONIO
Io non mi curo
d'aver in casa mia
il gemmato turbante
di Selim Damelec.

POETA
(salta per allegrezza)
Che? Selim! Davvero!
L'amante della zingara! Per Bacco!

Questo arrivo improvviso
è un bel colpo di scena...
Il dramma è fatto.
Apollo, ti ringrazio.

NARCISO
È matto.

GERONIO
È matto.

POETA
Un marito-scimunito!
Una sposa-capricciosa!
No: di meglio non si dà.

GERONIO (adirato)
Mio signor, che burla è questa?
Mi rispetti, o che la testa
qualchedun le romperà.

POETA
Un galante supplantato
da un bel turco innamorato!
Oh! che intreccio che si fa!

NARCISO (sdegnato)
Per chi intende di parlare?
Non ci venga ad insultare,
o con me da far l'avrà.

POETA (ora all'uno, ora all'altro)
Ma signor, per chi si scalda?
Ma signor, per chi s'infiamma?

Sceglier voglio per un dramma
l'argomento che mi par.

GERONIO
Scelga pure un argomento
che ai miei pari non s'adatti
e i mariti non maltratti
che san farsi rispettar.

NARCISO
Lasci vivere i galanti,
e non badi al loro stato;
o un poeta bastonato
io farò nel dramma entrar.

POETA
Atto primo -
il marito coll'amico...
Scena prima -
moglie...turco...grida...marito...
No, di meglio non si dà.

GERONIO e NARCISO
Atto primo, scena prima -
il poeta per l'intrico
dal marito e dall'amico
bastonate prenderà.

Scena seconda

Appartamento elegantemente ammobiliato in casa di Don Geronio.
Sofà, tavolino, sedie, ecc.
(Fiorilla entra, accompagnata da Selim. Lei dà ordini ad
un servo che parte.)


FIORILLA
Olà, tosto il caffè.
Sedete.

SELIM
(si siede)
Ammiro di questo gabinetto
i ricchi arredi;
ma per sì gran beltà
come la vostra un tempio ci vorria,
e ne avreste un magnifico
in Turchia.

FIORILLA
Qualche serraglio forse?
È ver che i turchi
sono tanto gelosi?

SELIM
Ah! se un tesoro
possedessero eguale,
della lor gelosia sarian scusati;
vi amerebbero più
che non crediate.

FIORILLA
Ecco il caffè.

SELIM
(Non posso più.)

FIORILLA
(versa e porge)
Prendete.

SELIM
(Che mano delicata!)

FIORILLA
Lo zucchero è bastante?

SELIM
(Che maniera elegante!
Che begli occhi, e che foco
in lor scintilla!)

FIORILLA
A che pensate mai?

SELIM
Penso a Fiorilla.

FIORILLA
(Il turco è preso.)
Quante donne amaste?
Quante vorreste averne?

SELIM
Una ne amai.
Né voleva amar più.
Ma presso a voi sento
ch'è forza ancor arder d'amore.
Deh! se gradir l'affetto mio

volete l'unica del mio cor
fiamma sarete.

FIORILLA
Siete turchi, non vi credo:
cento donne intorno avete:
le comprate e le vendete
quando spento è in voi l'ardor.

SELIM
Ah! mia cara, anche in Turchia
se un tesoro si possiede
non si cambia, non si cede,
serba un turco anch'ei l'amor.
(Entra Don Geronio.)

GERONIO
Ecco là, da soli a soli!
Che mi tocca a sopportare?
È permesso? si può entrare?
Sperar posso un tal favor?

SELIM
Che pretende quell'ardito?

FIORILLA
Vi calmate: è mio marito.

SELIM
(balza in piedi e snuda un pugnale)
Il marito...indietro...presto.

GERONIO
Come?...ahimè...
Che tratto è questo?

SELIM
Il marito! indietro...

GERONIO
Aiuto!

FIORILLA
Compatite: è qui venuto,
poverino, a farvi onore.

SELIM
Non mi fido.

GERONIO
Sì, signore.
(Narciso entra e sta in disparte.)

NARCISO
(Cielo, che vedo?) L'incostante
già del turco è fatta amante.)

FIORILLA
E domandavi il favore
di baciarvi...

GERONIO
Sì, signore.

FIORILLA
La zimarra...poverino...

GERONIO
La zimarra, sì signore,
presto, presto, presto qua.

(Fiorilla costringe il marito a baciar la vesta del turco.)

SELIM
Io stupisco, mi sorprende,
son gl'italici mariti
più dei turchi assai compiti,
sono pieni di bontà.

FIORILLA
(Oh! che scena!) Dite bene:
(vecchio stolido!) i mariti
(me la godo) son compiti.
Sono pieni di bontà.

NARCISO
Ah! lo vedo, i torti miei,
sventurato, son compiti.
Giusto amor! deh! sian puniti
tanti oltraggi che mi fa.

GERONIO
(Maledetto!) Dite bene:
(ah! pettegola!) i mariti
(crepo, schiatto) son compiti,
sono pieni di libertà.

NARCISO
(si avanza e parla a Geronio)
Come! sì grave scorno
soffrir potete in pace?

SELIM
Che vuol da voi l'audace?

GERONIO
Nulla.

FIORILLA
Che mai pretende?

GERONIO
Niente.

FIORILLA
Che dire intende?

SELIM
Nol voglio in mia presenza.

GERONIO
Politica!...prudenza.

NARCISO
Sentite!

SELIM
Qua.

FIORILLA
Via, su.

GERONIO
Ma sono stufo ormai
che non ne posso più.

SELIM
(parla a Fiorilla in disparte)
Teco parlar vorrei,
t'attendo in riva al mar.

(Costor mi fan dispetto,
è meglio uscir di qua.)
(Comincia a partire, poi torna.)

SELIM
(a Fiorilla, sottovoce)
Ma pria di lasciarvi
volgetemi almeno
il ciglio sereno,
un guardo d'amor.
(Que' due seccatori
l'assediano ognor.)

FIORILLA
(a Selim, sottovoce)
Ma pria di lasciarmi
volgetemi almeno
il ciglio sereno,
un guardo d'amor.
(Que' due seccatori
si rodano il cor.)

NARCISO
(a Geronio, sottovoce)
Dovreste mostrarvi
men debole almeno:
mirate, son pieno
per voi di rossor.
(Mi straziano l'alma
lo sdegno e l'amor.)

GERONIO
(a Narciso, sottovoce)
Non posso spiegarvi
la rabbia che ho in seno:
son tutto veleno,
son tutto furor.

(Ma pure mi calma
del turco il timor.)
(Partono Selim, Fiorilla, Narciso. Geronio, lasciato solo,
passeggia su e giù. Entra il poeta.)


GERONIO
(Un vecchio far non può
maggior follia che una moglie
pigliar che giovin sia.)
Poeta, non ti sembra
ch'io meriti pietà?
Qui l'ho sorpresa
vagheggiata dal turco,
ed il bestione
ammazzar mi volea.

POETA
Bene!

GERONIO
Che dici?
Mi astrinse, per placarlo,
a baciargli il vestito.

POETA
Oh! il bel terzetto!

GERONIO
E qui restava ancor
se Don Narciso non arrivava
a tempo e non prendeva
giusta difesa d'oltraggiato sposo.

POETA
Che scena!
Che quartetto prezioso!

GERONIO
Ma di che vai parlando?
Io non t'intendo.

POETA
Scusate: disponendo
stavo un dramma burlesco.
Or che pensate di dire
a vostra moglie?

GERONIO
Oh! s'ella fosse docil
com'era la mia prima sposa!
Le mie ragioni far valer potrei,
ma il rovescio è costei
della medaglia.

POETA
È tal perché in voi trova
un uom di paglia.
(Il poeta esce.)

GERONIO
Il poeta ha ragione.
È la pazienza la virtù de' somari.
Alfin son'io che devo comandare
in casa mia. O quel turco,
o mia moglie vada via...
(Entra Fiorilla.)

FIORILLA
(E Geronio ancor qui!
Cattivo incontro! Sarò costretta
per un quarto d'ora ad ascoltar
precetti di morale.)

GERONIO
(Eccola: gravità.)

FIORILLA
(Predichi quanto vuol:
tacer dovrà.)

GERONIO
Quanti bocconi amari
mi si fanno inghiottir!

FIORILLA
Con chi l'avete?

GERONIO
Con una donna pazza,
bizzarra, capricciosa,
che per disgrazia
a Don Geronio è sposa.

FIORILLA
Di voi mi dolgo anch'io
per la ragione
che vi siete cambiato.

GERONIO
Io!

FIORILLA
Ve lo provo.
Amabil come un dì
più non vi trovo.

GERONIO (con ironia)
Per piacere alla signora
che ho da far saper vorrei.

FIORILLA
Voi dovete ognor tacere,
mai di nulla sospettar.

GERONIO
Ma se ascolto...

FIORILLA
Si fa il sordo.

GERONIO
Ma se vedo...

FIORILLA
Si fa il cieco.

GERONIO
No, signora, non l'accordo,
vo' vedere, e vo' parlar.

FIORILLA
Passerete per balordo,
vi farete corbellar.

GERONIO
Alle corte, in casa mia
non vo' turchi né italiani,
o mi scappa...

FIORILLA
(ironia)
Che pazzia!

GERONIO
Qualche cosa dalle mani...

FIORILLA
(con finta tenerezza)
Via carino, vi calmate!

GERONIO
Come! ancora mi burlate?

FIORILLA
No, mia vita, mio tesoro,
se vi adoro ognun lo sa.
Voi crudel mi fate oltraggio!
Mi offendete!

GERONIO
(Addio, coraggio.)

FIORILLA
Voi vedete il pianto mio
senza aver di me pietà.

GERONIO
No, Fiorilla. V'amo anch'io
egualmente, ognun lo sa.

FIORILLA
Ed osate minacciarmi,
maltrattarmi, spaventarmi!

GERONIO
Perdonate...

FIORILLA
Mi lasciate.

GERONIO
Fiorilletta!

FIORILLA
Vo' vendetta.

GERONIO
Fiorillina!

FIORILLA
Via di qua.
Per punirvi aver vogl'io
mille amanti ognor intorno,
far la pazza notte e giorno,
divertirmi in libertà.
(Con marito di tal fatta
ecco qui come si fa.)

GERONIO
(Ah! lo dico, nacque matta,
e più matta morirà.)
(Partono.)

Scena terza

Spiaggia di mare, ecc. come nella scena prima.
(Gli zingari sono occupati a diversi uffici.)


CORO
Gran meraviglie ignote al sole
udir chi vuole, chi vuol mirar?

ZAIDA
Il passato ed il futuro
chi desia di penetrar?
Non v'è arcano tanto oscuro
ch'io non possa disvelar.

CORO
Gran meraviglie, ecc.
(Entra Selim, poi il poeta.)


SELIM
Per la fuga è tutto lesto;
buono il vento e cheto il mar;
impaziente io qui m'arresto
la mia bella ad aspettar.

POETA
(Qui è Selim! senza conoscerlo
Zaida ad esso s'avvicina.)

ZAIDA
Dalla zingara indovina
chi vuol farsi astrologar?

SELIM
Zingarella, vieni avanti:
che ti dicono i pianeti?

ZAIDA
Ah qual voce!...qual sembiante!
Non ho forza di parlar.

POETA
(Or si fa lo scoprimento,
vi sarà uno svenimento,
vo' un sedile a preparar.)

SELIM
Che t'annunzia la mia sorte
di funesto e duro tanto,
che sugli occhi quasi il pianto
io ti veggo tremolar?

ZAIDA
Per ingiusta gelosia
veggo Zaida tratta a morte;
però t'ama e sol desia
di poter con te tornar.

SELIM
Dove vive l'infelice?
Ma...non erro...Zaida bella!

ZAIDA
Sì signor, io sono quella!

SELIM
Vieni a me, mio caro bene.

ZAIDA e SELIM
Ecco il fin delle mi pene,
sola mia felicità!

POETA
(V'è sedile e non si sviene,
colle regole non va.)
(Entra Narciso, poi Fiorilla colla faccia coperta da un
velo, e in ultimo Geronio.)


NARCISO
Perché mai se son tradito,
crudo amor, il cor m'accendi?
O l'amante alfin mi rendi,
o mi dona libertà.

CORO
Evviva d'amore
il foco vitale,
delizia del core,
del mondo piacer.

FIORILLA
Chi servir non brama Amor
s'allontani, io l'ho con me:
per domar superbo core
arco e face amor mi diè.

SELIM
Che bel canto! che presenza!

GERONIO
Qui mia moglie ha da venire,
voglio fare...voglio dire...
Se la trovo sentirà.

FIORILLA
Vago e amabile straniero!

SELIM
Bella ninfa!

GERONIO
(Chi s'appressa?)

NARCISO
(Par Fiorilla.)

GERONIO
(È dessa, è dessa.)

POETA
(Qui Geronio, qui l'amante.)

SELIM
Deh, scoprite il bel sembiante.

ZAIDA
(Siam da capo;
è già cambiato.)

SELIM
Vi scoprite.

FIORILLA
Infido, ingrato!
Così m'ami? guardami.
(Si toglie il velo, e tutti coloro che erano accorsi a
vedere gridano.)


TUTTI
Ah!

FIORILLA, ZAIDA, GERONIO, NARCISO
Ah! che il cor non m'ingannava,
certi sono i torti miei.
Io mi sento in faccia a lei
dallo sdegno lacerar.

SELIM
Ah! che il cor non m'ingannava,
osservava i passi miei,
io non oso in faccia a lei
per vergogna il ciglio alzar.

POETA
Questa scena ci mancava
per compire i versi miei:
vi è sorpresa a cinque, a sei,
gran finale si può far.

ZAIDA (si volge a Fiorilla)
Vada via, si guardi bene
di cercar l'amante mio.

FIORILLA
Quel Signor non le appartiene.
Qui con lui restar vogl'io.

SELIM
Ma sentite...vi calmate.

NARCISO
Voi che dite? non parlate?

GERONIO
Presto a casa, a casa presto.

ALBAZAR
Che disordine è mai questo?

POETA
Oh! che scena singolar!

ZAIDA
Lo vedremo, lo vedremo...

FIORILLA
A veder ci sarem due.

ZAIDA
Mia signore, non la temo...

FIORILLA
Le civette pari sue...

ZAIDA
Le pettegole sue pari...

FIORILLA e ZAIDA
...saprò bene castigar.
(Quasi si azzuffano.)

ZAIDA
Come! come! a me pettegola!

FIORILLA
(Oh! cospetto! a me civetta!)

ZAIDA
Sei tu sola la pettegola...

FIORILLA
Sei tu sola la civetta.

FIORILLA e ZAIDA
Frasca, sciocca, impertinente...
Che maniera di parlar!

SELIM
(le divide)
Cosa fate? Olà placatevi!

GERONIO
Quale sdegno...qual furore!

NARCISO
Ma Fiorilla vergognatevi...
Zaida, oibò! non hai rossore?
Deh parlate colle buone,
non vi state a cimentar.

POETA
Seguitate...via...bravissime...
qua...là...bene; in questo modo...
azzuffatevi, stringetevi,
graffi...morsi...me la godo...
Che final...che finalone!
Oh che chiasso avrà da far!

TUTTI GLI ALTRI
Quando il vento improvviso sbuffando
scuote i boschi e li spoglia di fronde,
quando il mar in tempesta mugghiando
spuma, bolle, flagella le sponde,
meno strepito fan di due femmine
quando sono rivali in amor.

libretto by Felice Romani 
Contents: Personaggi; Atto Primo; Atto Secondo

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