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“La bohème” by Giacomo Puccini libretto (Italian)
Contents: Quadro Primo; Quadro Secondo; Quadro Terzo; Quadro Quarto |
«La voce di Mimì aveva una sonorità che penetrava nel cuore di Rodolfo come i rintocchi di un'agonia... «Egli però aveva per lei un amore geloso, fantastico, bizzarro, isterico... «Venti volte furono sul punto di dividersi. «Convien confessare che la loro esistenza era un vero inferno. «Nondimeno, in mezzo alle tempeste delle loro liti, di comune accordo si soffermavano a riprender lena nella fresca oasi di una notte d'amore... ma all'alba del domani una improvvisa battaglia faceva fuggire spaventato l'amore. «Così - se fu vita - vissero giorni lieti alternati a molti pessimi nella continua attesa del divorzio...». «Musetta, per originaria malattia di famiglia e per materiale istinto, possedeva il genio dell'eleganza». «Questa curiosa creatura dovette, appena nata, domandare uno specchio». «Intelligente ed arguta, ribelle soprattutto a quanto sapesse di tirannia, non aveva che una regola: il capriccio». «Certo il solo uomo da lei veramente amato era Marcello - forse perché egli solo sapeva farla soffrire, - ma il lusso era per lei una condizione di salute». La barriera d'Enfer. Al di là della barriera, il boulevard esterno e, nell'estremo fondo, la strada d'Orléans che si perde lontana fra le alte case e la nebbia del febbraio, al di qua, a sinistra, un Cabaret ed il piccolo largo della barriera; a destra, il boulevard d'Enfer; a sinistra, quello di Saint-Jacques. A destra, pure, la imboccatura della via d'Enfer, che mette in pieno Quartiere Latino. Il Cabaret ha per insegna il quadro di Marcello «Il passaggio del Mar Rosso», ma sotto invece, a larghi caratteri, vi è dipinto «Al porto di Marsiglia». Ai lati della porta sono pure dipinti a fresco un turco e uno zuavo con una enorme corona d'alloro intorno al fez. Alla parete del Cabaret, che guarda verso la barriera, una finestra a pianterreno donde esce luce. I platani che costeggiano il largo della barriera, grigi, alti e in lunghi filari, dal largo si ripartono diagonalmente verso i due boulevards. Fra platano e platano sedili di marmo. È il febbraio al finire, la neve è dappertutto. All'alzarsi della tela la scena è immersa nella incertezza della luce della primissima alba. Seduti davanti ad un braciere stanno sonnecchiando i Doganieri. Dal Cabaret, ad intervalli, grida, cozzi di bicchieri, risate. Un doganiere esce dal Cabaret con vino. La cancellata della barriera è chiusa. (Dietro la cancellata chiusa, battendo i piedi dal freddo e soffiandosi su le mani intirizzite, stanno alcuni Spazzini.) Spazzini Ohè, là, le guardie!... Aprite!... Ohè, là! Quelli di Gentilly!... Siam gli spazzini!... (I Doganieri rimangono immobili; gli Spazzini picchiano colle loro scope e badili sulla cancellata urlando.) (battendo i piedi) Fiocca la neve... Ohè, là!... Qui s'agghiaccia! Un Doganiere (alzandosi assonnato e stirandosi le braccia) Vengo! (Va ad aprire, gli Spazzini entrano e si allontanano per la via d'Enfer. Il Doganiere richiude la cancellata.) Voci interne (dal cabaret, accompagnano il canto battendo i bicchieri) Chi nel ber trovò il piacer nel suo bicchier, ah! d'una bocca nell'ardor, |
trovò l'amor! Musetta (dal cabaret) Ah! Se nel bicchiere sta il piacer, in giovin bocca sta l'amor! Voci interne (dal cabaret) Trallerallè... Eva e Noè! (Dànno in una risata clamorosa) Lattivendole (dall'interno) Hopplà! Hopplà! (Dal Corpo di Guardia esce il Sergente dei Doganieri, il quale ordina d'aprire la barriera.) Doganiere Son già le lattivendole! Carrettieri (Tintinnio di campanelli e schioccare di fruste. Pel Boulevard esterno passano dei carri colle grandi lanterne di tela accese fra le ruote.) (interno) Hopplà ! Lattivendole (vicinissime) Hopplà ! (La nebbia dirada e comincia a far giorno. Entrando in scena a dorso di asinelli, ai doganieri, che controllano e lasciano passare:) Buon giorno! Contadine (entrando in scena con ceste a braccio) (ai doganieri) - Burro e cacio! - Polli ed uova! (Pagano e i Doganieri le lasciano passare.) (giunte al crocicchio) - Voi da che parte andate? - A San Michele! - Ci troverem più tardi? - A mezzodì! (Si allontanano per diverse strade.) (I Doganieri ritirano le panche e il braciere.) (Mimì, dalla via d'Enfer, entra guardando attentamente intorno cercando di riconoscere i luoghi, ma giunta al primo platano la coglie un violento accesso di tosse: riavutasi e veduto il Sergente, gli si avvicina.) Mimì (al Sergente) Sa dirmi, scusi, qual'è l'osteria... (non ricordando il nome) |
dove un pittor lavora? Sergente (indicando il Cabaret) Eccola. Mimì Grazie . (Esce una fantesca dal Cabaret; Mimì le si avvicina.) O buona donna, mi fate il favore di cercarmi il pittore Marcello? Ho da parlargli. Ho tanta fretta. Ditegli, piano, che Mimì lo aspetta. (La fantesca rientra nel Cabaret.) Sergente (ad uno che passa) Ehi, quel panier! Doganiere (dopo aver visitato il paniere) Vuoto! Sergente Passi! (Dalla barriera entra altra gente, e chi da una parte, chi dall'altra tutti si allontanano. Le campane dell'ospizio Maria Teresa suonano mattutino. È giorno fatto, giorno d'inverno, triste e caliginoso. Dal Cabaret escono alcune coppie che rincasano.) Marcello (Esce dal Cabaret e con sorpresa vede Mimì.) Mimì?! Mimì Son io. Speravo di trovarti qui. Marcello È ver. Siam qui da un mese di quell'oste alle spese. Musetta insegna il canto ai passeggeri; Io pingo quel guerrier sulla facciata. (Mimì tossisce.) È freddo. Entrate. Mimì C'è Rodolfo? Marcello Sì. Mimì Non posso entrar. |
Marcello (sorpreso) Perché? Mimì (Scoppia in pianto) O buon Marcello, aiuto! Marcello Cos'è avvenuto? Mimì Rodolfo m'ama. Rodolfo m'ama mi fugge e si strugge per gelosia. Un passo, un detto, un vezzo, un fior lo mettono in sospetto... Onde corrucci ed ire. Talor la notte fingo di dormire e in me lo sento fiso spiarmi i sogni in viso. Mi grida ad ogni istante: Non fai per me, prenditi un altro amante. Ahimè! In lui parla il rovello; lo so, ma che rispondergli, Marcello? Marcello Quando s'è come voi non si vive in compagnia. Son lieve a Musetta ed ella è lieve a me, perché ci amiamo in allegria... Canti e risa, ecco il fior d'invariabile amor! Mimì Dite bene. Lasciarci conviene. Aiutateci voi; noi s'è provato più volte, ma invano. Fate voi per il meglio. Marcello Sta ben! Ora lo sveglio. Mimì Dorme? Marcello E piombato qui un'ora avanti l'alba; s'assopì sopra una panca. (Fa cenno a Mimì di guardare per la finestra dentro il Cabaret.) Guardate... (Mimì tossisce con insistenza.) |
(compassionandola) Che tosse! Mimì Da ieri ho l'ossa rotte. Fuggì da me stanotte dicendomi: È finita. A giorno sono uscita e me ne venni a questa volta . Marcello (osservando Rodolfo nell'interno del Cabaret) Si desta... s'alza, mi cerca... viene. Mimì Ch'ei non mi veda! Marcello Or rincasate... Mimì... per carità, non fate scene qua! (Spinge dolcemente Mimì verso l'angolo del Cabaret di dove però quasi subito sporge curiosa la testa. Marcello corre incontro a Rodolfo.) Rodolfo (Esce dal Cabaret ed accorre verso Marcello.) Marcello. Finalmente! Qui niun ci sente. Io voglio separarmi da Mimì. Marcello Sei volubil così? Rodolfo Già un'altra volta credetti morto il mio cor, ma di quegli occhi azzurri allo splendor esso è risorto. Ora il tedio l'assale. Marcello E gli vuoi rinnovare il funerale? (Mimì non potendo udire le parole, colto il momento opportuno, inosservata, riesce a ripararsi dietro a un platano, presso al quale parlano i due amici.) Rodolfo Per sempre! Marcello Cambia metro. Dei pazzi è l'amor tetro che lacrime distilla. Se non ride e sfavilla |
l'amore è fiacco e roco. Tu sei geloso. Rodolfo Un poco. Marcello Collerico, lunatico, imbevuto di pregiudizi, noioso, cocciuto! Mimì (fra sé) (Or lo fa incollerir! Me poveretta!) Rodolfo (con amarezza ironica) Mimì è una civetta che frascheggia con tutti. Un moscardino di Viscontino le fa l'occhio di triglia. Ella sgonnella e scopre la caviglia con un far promettente e lusinghier. Marcello Lo devo dir? Non mi sembri sincer. Rodolfo Ebbene no, non lo son. Invan nascondo la mia vera tortura. Amo Mimì sovra ogni cosa al mondo, io l'amo, ma ho paura, ma ho paura ! Mimì è tanto malata! Ogni dì più declina. La povera piccina è condannata! Marcello (sorpreso) Mimì? Mimì (fra sé) Che vuol dire? Rodolfo Una terribil tosse l'esil petto le scuote e già le smunte gote di sangue ha rosse... Marcello Povera Mimì! (Vorrebbe allontanare Rodolfo.) |
Mimì (piangendo) Ahimè, morire! Rodolfo La mia stanza è una tana squallida... il fuoco ho spento. V'entra e l'aggira il vento di tramontana. Essa canta e sorride e il rimorso m'assale. Me, cagion del fatale mal che l'uccide! Mimì di serra è fiore. Povertà l'ha sfiorita; per richiamarla in vita non basta amore! Marcello Che far dunque? Oh, qual pietà! Poveretta ! Povera Mimì! Mimì (desolata) O mia vita! (angosciata) Ahimè! È finita O mia vita! È finita Ahimè, morir! (La tosse e i singhiozzi violenti rivelano la presenza di Mimì.) Rodolfo (vedendola e accorrendo a lei) Che? Mimì! Tu qui? M'hai sentito? Marcello Ella dunque ascoltava? Rodolfo Facile alla paura per nulla io m'arrovello. Vien là nel tepor! (Vuol farla entrare nel Cabaret.) Mimì No, quel tanfo mi soffoca! |
Rodolfo Ah, Mimì! (Stringe amorosamente Mimì fra le sue braccia e l'accarezza.) (Dal Cabaret si ode ridere sfacciatamente Musetta.) Marcello È Musetta che ride. (Corre alla finestra del Cabaret.) Con chi ride? Ah, la civetta! Imparerai. (Entra impetuosamente nel Cabaret) Mimì (svincolandosi da Rodolfo) Addio. Rodolfo (sorpreso) Che! Vai? Mimì (affettuosamente) D'onde lieta uscì al tuo grido d'amore, torna sola Mimì al solitario nido. Ritorna un'altra volta a intesser finti fior. Addio, senza rancor. - Ascolta, ascolta. Le poche robe aduna che lasciai sparse. Nel mio cassetto stan chiusi quel cerchietto d'or e il libro di preghiere. Involgi tutto quanto in un grembiale e manderò il portiere... - Bada, sotto il guanciale c'è la cuffietta rosa. Se... vuoi... serbarla a ricordo d'amor!... Addio, senza rancor. Rodolfo Dunque è proprio finita? Te ne vai, te ne vai, la mia piccina?! Addio, sogni d'amor!... Mimì Addio, dolce svegliare alla mattina! Rodolfo Addio, sognante vita... |
Mimì (sorridendo) Addio, rabbuffi e gelosie! Rodolfo ... che un tuo sorriso acqueta! Mimì Addio, sospetti!... Marcello Baci... Mimì Pungenti amarezze! Rodolfo Ch'io da vero poeta rimavo con carezze! Mimì e Rodolfo Soli d'inverno è cosa da morire! Soli! Mentre a primavera c'è compagno il sol! (nel Cabaret fracasso di piatti e bicchieri rotti) Marcello (di dentro) Che facevi, che dicevi presso al fuoco a quel signore? Musetta (di dentro) Che vuoi dir? (Esce correndo.) Mimì Niuno è solo l'april. Marcello (fermandosi sulla porta del Cabaret, rivolto a Musetta:) Al mio venire hai mutato colore. Musetta (con attitudine di provocazione) Quel signore mi diceva: Ama il ballo, signorina? Rodolfo Si parla coi gigli e le rose. |
Marcello Vana, frivola, civetta! Musetta Arrossendo rispondeva: Ballerei sera e mattina. Marcello Quel discorso asconde mire disoneste. Mimì Esce dai nidi un cinguettio gentile... Musetta Voglio piena libertà! Marcello (quasi avventandosi contro Musetta) Io t'acconcio per le feste se ti colgo a incivettire! Mimì e Rodolfo Al fiorir di primavera c'è compagno il sol! Chiacchieran le fontane la brezza della sera. Musetta Ché mi gridi? Ché mi canti? All'altar non siamo uniti. Marcello Bada, sotto il mio cappello non ci stan certi ornamenti... Musetta Io detesto quegli amanti che la fanno da mariti... Marcello Io non faccio da zimbello ai novizi intraprendenti. Mimì e Rodolfo Balsami stende sulle doglie umane. Musetta Fo all'amor con chi mi piace! Marcello Vana, frivola, civetta! |
Musetta Non ti garba? Ebbene, pace. ma Musetta se ne va. Marcello Ve n'andate? Vi ringrazio: (ironico) or son ricco divenuto. Vi saluto. Mimì e Rodolfo Vuoi che spettiam la primavera ancor? Musetta Musetta se ne va (ironica) sì, se ne va! Vi saluto. Signor: addio! vi dico con piacer. Marcello Son servo e me ne vo! Musetta (S'allontana correndo furibonda, a un tratto si sofferma e gli grida:) Pittore da bottega! Marcello (dal mezzo della scena, gridando:) Vipera ! Musetta Rospo ! (Esce.) Marcello Strega ! (Entra nel Cabaret.) Mimì (avviandosi con Rodolfo) Sempre tua per la vita... Rodolfo Ci lasceremo... Mimì Ci lasceremo alla stagion dei fior... Rodolfo ... alla stagion dei fior... |
Mimì Vorrei che eterno durasse il verno! Mimì e Rodolfo (dall'interno, allontanandosi) Ci lascerem alla stagion dei fior! |
libretto by Luigi Illica, Giuseppe Giacosa |
Contents: Quadro Primo; Quadro Secondo; Quadro Terzo; Quadro Quarto |