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“Otello” by Giuseppe Verdi libretto (Italian)
Contents: Personaggi; Atto Primo; Atto Secondo; Atto Terzo; Atto Quarto |
La gran sala del castello. A destra un vasto peristilio a colonne. Questo peristilio è annesso ad una sala di minori proporzioni. Nel fondo c’è un verone. ARALDO (dal peristilio, a Otello che sarà con Jago nella sala) La vedetta del porto ha segnalato la veneta galea che a Cipro adduce gli ambasciatori. OTELLO Bene sta. (Fa cenno all’Araldo di allontanarsi. Araldo esce.) (a Jago) Continua. JAGO Qui trarrò Cassio, e con astute inchieste lo adescherò a ciarlar. (indicando il vano del verone) Voi là nascosto scrutate i modi suoi, le sue parole, i lazzi, i gesti. |
Paziente siate, o la prova vi sfugge. Ecco Desdemona. Finger conviene... io vado. (S’allontana come per escire, poi s’arresta e si riavvicina ad Otello per dirgli l’ultima parola.) Il fazzoletto... OTELLO Va! volontieri obliato l’avrei. (Jago esce. Desdemona entra dalla porta di sinistra.) DESDEMONA (ancora presso alla soglia) Dio ti giocondi, o sposo dell’alma mia sovrano! OTELLO (andando incontro a Desdemona e prendendole la mano) Grazie, madonna. Datemi la vostra eburnea mano. Caldo mador ne irrora la morbida beltà. DESDEMONA Essa ancor l’orme ignora del duolo e dell’età. OTELLO Eppur qui annida il demone gentil di mal consiglio, che il vago avorio allumina del piccioletto artiglio. Mollemente alla prece s’atteggia e al pio fervore... DESDEMONA Eppur con questa mano io v’ho donato il core. Ma riparlar ti debbo di Cassio. OTELLO Ancor l’ambascia del mio morbo m’assale; tu la fronte mi fascia. DESDEMONA (sciogliendo un fazzoletto) A te. OTELLO No! il fazzoletto voglio ch’io ti donai. |
DESDEMONA Non l’ho meco. OTELLO Desdemona, guai se lo perdi! Guai! Una possente maga ne ordìa Io stame arcano: ivi è riposta l’alta malìa d’un talismano. Bada! smarrirlo, oppur donarlo è ria sventura! DESDEMONA Il vero parli? OTELLO Il vero parlo. DESDEMONA Mi fai paura!... OTELLO Che!? l’hai perduto forse? DESDEMONA No... OTELLO Lo cerca. DESDEMONA Fra poco... lo cercherò... OTELLO No, tosto! DESDEMONA Tu di me ti fai gioco! Storni così l’inchiesta di Cassio; astuzia è questa del tuo pensier. OTELLO Pel cielo! l’anima mia si desta! Il fazzoletto... DESDEMONA È Cassio l’amico tuo diletto. OTELLO Il fazzoletto! |
DESDEMONA A Cassio, a Cassio perdona... OTELLO Il fazzoletto! DESDEMONA Gran Dio! nella tua voce v’è un grido di minaccia! OTELLO Alza quegl’occhi! DESDEMONA Atroce idea! OTELLO (prendendola a forza sotto il mento e per le spalle e obbligandola a guardarlo) Guardami in faccia! Dimmi che sei! DESDEMONA La sposa fedel d’Otello. OTELLO Giura! giura e ti danna... DESDEMONA Otello fedel mi crede. OTELLO Impura ti credo. DESDEMONA Iddio m’aiuti! OTELLO Corri alla tua condanna, di’ che sei casta. DESDEMONA (fissandolo) Casta, lo son! OTELLO Giura e ti danna! DESDEMONA Esterrefatta fisso lo sguardo tuo tremendo, in te parla una Furia |
la sento e non l’intendo. Mi guarda! il volto e l’anima ti svelo; il core infranto mi scruta... io prego il cielo per te con questo pianto; per te con queste stille cocenti aspergo il suol. Guarda le prime lagrime (rip.) che da me spreme il duol. Le prime lagrime! OTELLO S’or ti scorge il tuo demone, un angelo ti crede e non t’afferra. DESDEMONA Vede l’Eterno la mia fede! OTELLO No! la vede l’inferno! DESDEMONA La tua giustizia impetro, sposo mio! OTELLO Ah! Desdemona! Indietro! indietro! indietro! DESDEMONA Tu pur piangi?! e gemendo freni del cor lo schianto! E son io l’innocente cagion di tanto pianto! Qual è il mio fallo? OTELLO E il chiedi? Il più nero delitto sovra il candido giglio della tua fronte è scritto. DESDEMONA Ahimè! OTELLO Che? non sei forse una vil cortigiana? DESDEMONA Ciel! |
No.... no... pel battesimo della fede cristiana! OTELLO Che? DESDEMONA Ah! non son ciò che esprime quelle parola orrenda! (Mutando d’un tratto l’ira nella più terribile calma dell’ironia, Otello prende Desdemona per mano e la conduce alla porta d’onde entrò.) OTELLO Datemi ancor l’eburnea mano, vo’ fare ammenda. Vi credea (perdonate se il mio pensiero è fello) quella vil cortigian che è la sposa d’Otello. (Otello sforza con un’inflessione del braccio, ma senza scomporsi, Desdemona ad escire. Poi ritorna verso il centro della sala nel massimo grado dell’abbattimento.) Dio! mi potevi scagliar tutti i mali della miseria, della vergogna, far de’ miei baldi trofei trionfali una maceria, una menzogna... e avrei portato la croce crudel d’angoscie e d’onte con calma fronte e rassegnato al volere del ciel. Ma, – o pianto, o duol! – m’han rapito il miraggio dov’io, giulivo, l’anima acqueto. Spento è quel sol, quel sorriso, quel raggio che mi fa vivo, che mi fa lieto! Spento è quel sol, ecc. Tu alfin, Clemenza, pio genio immortal dal roseo riso, copri il tuo viso santo coll’orrida larva infernal! Ah! Dannazione! Pria confessi il delitto e poscia muoia! Confession! Confession! (Entra Jago.) |
La prova!... JAGO (indicando l’ingresso) Cassio è là! OTELLO Là? Cielo! O gioia! (con raccapriccio) Orror! Supplizi immondi! JAGO Ti frena! (conduce rapidamente Otello nel fondo a sinistra dove c’è il vano del verone) Ti nascondi. (Jago, appena condotto Otello al verone, corre verso il fondo del peristilio. Incontra Cassio che esita ad entrare.) (a Cassio) Vieni; l’aula è deserta. T’inoltra, o Capitano. CASSIO Questo nome d’onor suona ancor vano per me. JAGO Fa cor, la tua causa è in tal mano che la vittoria è certa. CASSIO Io qui credea di ritrovar Desdemona. OTELLO (nascosto) Ei la nomò. CASSIO Vorrei parlarle ancora, per saper se la mia grazia è profferta. JAGO L’attendi; (conducendo Cassio alla prima colonna del peristilio) e intanto, giacchè non si stanca mai la tua lingua nelle fole gaie, narrami un po’ di lei che t’innamora. CASSIO Di chi? |
JAGO Di Bianca. OTELLO (a parte) Sorride! CASSIO Baie! JAGO Essa t’avvince coi vaghi rai. CASSIO Rider mi fai. JAGO Ride chi vince. CASSIO (ridendo) In tai disfide per verità vince chi ride. Ah! ah! JAGO (ridendo) Ah! ah! OTELLO (dal verone) L’empio m’irride, il suo scherno m’uccide. Dio, frena l’ansia che in core mi sta!... CASSIO Son già di baci sazio e di lai. JAGO Rider mi fai! CASSIO O amor’ fugaci! JAGO Vagheggi il regno d’altra beltà. Colgo nel segno? CASSIO Ah! ah! JAGO Ah! ah! |
OTELLO (come prima) L’empio m’irride, il suo scherno m’uccide. Dio frena l’ansia che in core mi sta! CASSIO Nel segno hai colto. Sì, lo confesso. M’odi. JAGO Sommesso parla. T’ascolto. (Jago conduce Cassio in posto più longtano da Otello.) CASSIO Jago, t’è nota la mia dimora... (Le parole si perdono.) OTELLO (avvicinandosi un poco e cautamente per udir le parole) Or gli racconta il modo, il luogo e l’ora... CASSIO ... da mano ignota... (Le parole si perdono ancora.) OTELLO Le parole non odo... Lasso!... e udir le vorrei! Dove son giunto! CASSIO ... un vel trapunto. JAGO È strano! è strano! OTELLO D’avvicinarmi Jago mi fa cenno. (passa con cautela e si nasconde dietro le colonne) JAGO Da ignota mano? Baie! CASSIO Da senno. (Jago gli fa cenno di parlare ancora sottovoce.) |
Quanto mi tarda saper chi sia. JAGO (guardando rapidamente dalla parte d’Otello, fra sè) Otello spia. (a Cassio) L’hai teco? CASSIO (estrae dal giustacuore il fazzoletto di Desdemona) Guarda. JAGO (prendendo il fazzoletto) Qual meraviglia! (a parte) Otello origlia. Ei s’avvicina con mosse accorte. (a Cassio, scherzando) Bel cavaliere, nel vostro ostello perdono gli angeli l’aureola e il vel. (mettendo le mani dietro la schiena perchè Otello possa osservare il fazzoletto) OTELLO (avvicinandosi assai al fazzoletto dietro le spalle di Jago, e nascosto dalla prima colonna) È quello! è quello! Ruina e morte! JAGO (fra sè) Origlia Otello. OTELLO Tutto è spento! amore e duol. L’alma mia nessun più smuova. JAGO (a Cassio, indicando il fazzoletto) Questa è una ragna dove il tuo cuor casca, si lagna, s’impiglia e muor. Troppo l’ammiri, troppo la guardi, bada ai deliri vani e bugiardi. Questa è una ragna, ecc. CASSIO (guardando il fazzoletto che avrà ritolto a Jago) Miracolo vago dell’aspo e dell’ago |
che in raggi tramuta le fila d’un vel, più bianco, più lieve che fiocco di neve, che nube tessuta dall’aure dei ciel! JAGO Questa è una ragna dove il tuo cuor... ... casca, si lagna, s’impiglia e muor. CASSIO Miracolo vago... JAGO Questa è una ragna, ecc. OTELLO (nascosto dietro la colonna e guardando di tratto in tratto il fazzoletto nelle mani di Cassio) Tradimento, tradimento, tradimento, la tua prova, la tua prova spaventosa mostri al Sol! JAGO Troppo l’ammiri, ecc. Ah, bada, questa é una ragna, ecc. CASSIO ... più bianco, più lieve, ecc. Miracol, miracolo vago,... ... miracolo vago! OTELLO Tradimento! ... JAGO Troppo l’ammiri! OTELLO ... tradimento! (Ritorna nel vano del verone.) JAGO Bada! Bada! (Odonsi trombe ben lontane. Altre rispondono dal castello. Colpo di cannone.) |
Quest’è il segnale che annunzia l’approdo della trireme veneziana. (Trombe da altre parti.) Ascolta. Tutto il castello co’ suoi squilli risponde. Se qui non vuoi con Otello scontrarti, fuggi. CASSIO Addio. JAGO Va . (Cassio esce velocemente dal fondo.) OTELLO (avvicinandosi a Jago) Come la ucciderò? JAGO Vedeste ben com’egli ha riso? OTELLO Vidi! JAGO E il fazzoletto? OTELLO Tutto vidi. VOCI LONTANE Evviva! Alla riva! Allo sbarco! OTELLO È condannata! VOCI LONTANE Evviva! OTELLO Fa ch’io m’abbia un velen per questa notte. JAGO Il tosco no... VOCI LONTANE Evviva il Leon di San Marco! |
JAGO ... vai meglio soffocarla, là, nel suo letto, là, dove ha peccato. OTELLO Questa giustizia tua mi piace. JAGO A Cassio Jago provvederà. OTELLO Jago, fin d’ora mio Capitano t’eleggo. JAGO Mio Duce, grazie vi rendo! Ecco gli Ambasciatori. Li accogliete. Ma ad evitar sospetti Desdemona si mostri ai quei messeri. OTELLO Sì, qui l’adduci. (Jago esce dalla porta di sinistra; Otello s’avvia verso il fondo per ricevere gli Ambasciatori. Trombe suonono di nuovo. Entrano Jago, Lodovico, Roderigo, l’Araldo, Desdemona con Emilia, dignitari della Repubblica Veneta, Gentiluomini e Dame, Soldati, Trombettieri, poi Cassio.) UOMINI E DONNE Viva! Evviva! Viva il Leone di San Marco! Evviva! evviva! ecc. Evviva il Leone di San Marco! LODOVICO (tenendo una pergamena avvoltata in mano) Il Doge ed il Senato salutano l’eroe trionfatore di Cipro. Io reco nelle vostre mani il messaggio dogale. OTELLO (prendendo il messaggio e baciando il suggello) Io bacio il segno della Sovrana Maestà. (Poi lo spiega e legge.) |
LODOVICO (avvicinandosi a Desdemona) Madonna, v’abbia il ciel in sua guardia. DESDEMONA E il ciel v’ascolti. EMILIA (a Desdemona, a parte) Come sei mesta! DESDEMONA (ad Emilia, a parte) Emilia! una gran nube turba il senno d’Otello e il mio destino. JAGO (a Lodovico) Messere, son lieto di vedervi. LODOVICO Jago, quali nuove?... Ma in mezzo a voi non trovo Cassio. JAGO Con lui crucciato è Otello. DESDEMONA Credo che in grazia tornerà. OTELLO sempre in atto di leggere; a Desdemona rapidamente) Ne siete certa ? DESDEMONA Che dite? LODOVICO Ei legge, non vi parla. JAGO Forse che in grazia tornerà. DESDEMONA Jago, lo spero; sai se un verace affetto porti a Cassio... OTELLO (sempre in atto di leggere, ma febbrilmente a Desdemona, sottovoce) Frenate dunque le labbra loquaci... |
DESDEMONA Perdonate, signor... OTELLO (avventandosi contro Desdemona) Demonio, taci!! LODOVICO (arrestando il gesto d’Otello) Ferma! UOMINI E DONNE Orrore! orrore! LODOVICO La mente mia non osa pensar ch’io vidi il vero. OTELLO (all’Araldo) A me Cassio! (L’Araldo esce.) JAGO (ad Otello a bassa voce) Che tenti ? OTELLO (a Jago sottovoce) Guardala mentre ei giunge. UOMINI E DONNE Ah! triste sposa! LODOVICO (si avvicina a Jago e gli dice a parte) Quest’è dunque l’eroe? Quest’è il guerriero dai sublimi ardimenti ? JAGO (a Lodovico, alzando le spalle) È quel ch’egli è. LODOVICO Palesa il tuo pensiero. JAGO Meglio è tener su ciò la lingua muta. OTELLO (che avrà sempre fissato la porta) Eccolo! È lui! (Appare Cassio.) |
(a Jago) Nell’animo lo scruta. (ad alta voce a tutti) Messeri!... Il Doge... (a parte a Desdemona che piange) – ben tu fingi il pianto - (a tutti) ... mi richiama a Venezia. RODERIGO (fra sè) Infida sorte! OTELLO E in Cipro elegge mio successor colui che stava accanto al mio vessillo – Cassio. JAGO (fra sè, fieramente e sorpreso) Inferno e morte! OTELLO (continuando e mostrando la pergamena) La parola ducale è nostra legge. CASSIO (inchinandosi ad Otello) Obbedirò. OTELLO (rapidamente a Jago e accennando a Cassio) Vedi ?...non par che esulti l’infame. JAGO No. OTELLO (a tutti) La ciurma e la coorte... (sottovoce a Desdemona) – continua i tuoi singulti – (a tutti) ... e le navi e il castello lascio in poter del nuovo Duce. LODOVICO (additando Desdemona che s’avvicina supplichevole) Otello, per pietà la conforta o il cor le infrangi. |
OTELLO (a Lodovico e Desdemona) Noi salperem domani. (Afferra Desdemona furiosamente. Ella cade.) (a Desdemona) A terra!... e piangi! (Otello avrà, nel suo gesto terribile, gettata la pergamena al suolo, e Jago la raccoglie e legge di nascosto. Emilia e Lodovico sollevano pietosamente Desdemona.) DESDEMONA A terra!... sì... nel livido fango... percossa... io giacio... piango... m’agghiaccia il brivido dell’anima che muor. E un dì sul mio sorriso fioria la speme e il bacio, ed or... l’angoscia in viso e l’agonia nel cor! Quel sol sereno e vivido che allieta il ciel e il mare, non può sciugar le amare stille del mio dolor, le amare stille del mio dolor! EMILIA (fra sè) Quell’innocente un fremito d’odio non ha nè un gesto, trattiene in petto il gemito con doloroso fren. CASSIO (fra sè) L’ora è fatal! un fulmine sul mio cammin l’addita; già di mia sorte il culmine s’offre all’innerto man. RODERIGO (fra sè) Per me s’oscura il mondo, s’annuvola il destin, il destin; l’angiol soave e biondo scompar dal mio cammin. LODOVICO (fra sè) Egli la man funerea scuote anelando d’ira, essa la faccia eterea volge piangendo al ciel. |
DONNE (ad Otello) Pietà!... Pietà! UOMINI ... Mistero! LODOVICO Egil la man funerea... DONNE Pietà! Pietà! DESDEMONA E un dì sul mio sorriso fioria la speme e il bacio... EMILIA La lagrima si frange muta sul volto mesto;... CASSIO L’ebbra fortuna incalza la fuga della vita. RODERIGO L’angiol soave scompar dal mio cammino. LODOVICO ... scuote anelando d’ira, essa la faccia eterea volge piangendo al ciel! DONNE Pietà! pietà! ecc. UOMINI Mistero! mistero! (Jago s’avvicina a Otello che si è accasciato su d’una sedia.) JAGO Una parola. OTELLO E che? JAGO T’affretta! |
Rapido slancia la tua vendetta! Il tempo vola. OTELLO Ben parli. JAGO È l’ira inutil ciancia. Scuotiti! All’opra ergi tua mira! all’opra sola! Io penso a Cassio. Ei le sue trame espia, l’infame anima ria l’averno inghiotte! OTELLO Chi gliela svelle? JAGO Io. OTELLO Tu ? JAGO Giurai. OTELLO Tal sia. JAGO Tu avrai le sue novelle questa notte. DESDEMONA ... ed or, l’angoscia in viso e l’agonia nel cor... a terra... nel fango... percossa... io giacio... m’agghiaccia il brivido dell’anima che muor. EMILIA ... no, chi per lei non piange non ha pietade in sen. Quell’innocente un fremito, ecc. CASSIO Questa che al ciel m’innalza è un’onda d’uragan. L’ebbra fortuna incalza |
la fuga della vita. Questa che al ciel m’innalza, ecc. RODERIGO Per me s’oscura il mondo, ecc. LODOVICO Essa la faccia eterea volge piangendo al ciel. Nel contemplar quel pianto la carità sospira e un tenero compianto stempra del core il gel. DONNE Ansia mortale, bieca ne ingombra, anime assorte in lungo orror. UOMINI Quell’uomo nero è sepolcrale, e cieca un’ombra è in lui di morte e di terror! EMILIA La lagrima si frange muta sul volto mesto... CASSIO L’ebbra fortuna incalza, ecc. RODERIGO Per me s’oscura il mondo, ecc. LODOVICO Nel contemplar quel pianto, ecc. DONNE Vista crudele! Ansia mortale, ecc. UOMINI Strazia coll’ugna l’orrido petto! Gli sguardi figge immoti al suol. Poi sfida il ciel coll’atre pugna, l’ispido aspetto ergendo ai dardi alti del sol. DESDEMONA E un dì sul mio sorriso... |
EMILIA ... no, chi per lei non piange non ha pietade. CASSIO Questa che al ciel m’innalza è un’onda d’uragan. RODERIGO L’angiol soave e biondo scompar dal mio cammin. LODOVICO ... e un tenero compianto... DONNE Vista crudel, (rip.) UOMINI Strazia coll’ugna, ecc. (Jago si svolge a Roderigo.) JAGO I sogni tuoi saranno in mar domani e tu sull’aspra terra! RODERIGO Ahi triste! JAGO Ahi stolto! stolto! Se vuoi tu puoi sperar; gli umani orsù! cimenti afferra, e m’odi. RODERIGO T’ascolto. JAGO Col primo albor salpa il vascello. Or Cassio è il Duce. Eppur se avvien che a questi accada sventura allor qui resta Otello. Mano alla spada! A notte folta io la sua traccia vigilo, e il varco e l’ora scruto, il resto a te. Sarò tua scorta. |
A caccia! a caccia! Cingiti l’arco! RODERIGO Si! t’ho venduto onore e fè. (Le voci di Jago e Roderigo si sperdono fra l’insieme generale.) DESDEMONA ... fioria la speme e il bacio, ecc. EMILIA No, chi per lei non piange non ha pietade in sen, ecc. CASSIO L’ebbra fortuna incalza, ecc. LODOVICO ... stempra del core il gel. Chi per lei non piange, ecc. DONNE Vista crudel! Ei la colpì! Quel viso santo, pallido, blando si china e tace e piange e muor. Piangon così nel ciel lor pianto gli angeli quando perduto giace il peccator. UOMINI Figge gli sguardi immoti al suol. Sfida il ciel, ecc. DONNE Quel viso santo... EMILIA Quell’innocente un fremito... CASSIO L’ebbra fortuna incalza... RODERIGO (allontanandosi da Jago) Il dado e tratto! JAGO (guardando Roderigo, fra sè) Corri al miraggio! |
LODOVICO Nel contemplar quel pianto... DONNE ... pallido, blando... UOMINI Quell’uomo nero è sepolcral! DONNE ... si china e tace... EMILIA ... d’odio non ha nè un gesto,... CASSIO ... la fuga della vita... RODERIGO Il dado è tratto! JAGO Corri, corri al miraggio! LODOVICO La carità sospira... DONNE ... e tace e piange. UOMINI Quel uomo nero è sepolcral! DESDEMONA E un dì sul mio sorriso... ... fioria la speme e il bacio, ecc. EMILIA ... d’odio non ha, ecc. CASSIO ... l’ebbra fortuna incalza, ecc. LODOVICO ... la carità sospira, ecc. JAGO Corri al miraggio! Il fragile tuo senno ha già confuso un sogno menzogner, ecc. |
Segui l’astuto ed agile mio cenno, amante illuso, io seguo il mio pensier, ecc. RODERIGO Il dado è tratto! Impavido t’attendo, ultima sorte, occulto mio destin, ecc. Mi sprona amor, ma un avido, tremendo astro di morte infesta il mio cammin, ecc. DONNE/UOMINI (come prima) OTELLO (ergendosi e rivolto alla folla, terribilmente) Fuggite! TUTTI Ciel! OTELLO (slanciandosi contro la folla) Tutti fuggite Otello! JAGO (a tutti) Lo assale una malia che di ogni senso il priva. OTELLO Chi non si scosta è contro me rubello! LODOVICO (fa per trascinare lontano Desdemona) Mi segui. UOMINI (da lontano) Evviva! (Da lontano odesi squilla di trombe.) DESDEMONA (sciogliendosi da Lodovico e accorrendo verso Otello) Mio sposo! OTELLO Anima mia, ti maledico! UOMINI E DONNE Orror! |
(Tutti escono inorriditi; Desdemona esce fra Lodovico ed Emilia. Restano soli Otello e Jago). OTELLO Fuggirmi io sol non so! Sangue!... Ah! l’abbietto pensiero! (sempre affannoso) Ciò m’accora! (convulsivamente, delirando) Vederli insieme avvinti... il fazzoletto! il fazzoletto! (rip). Ah! ah! ah! (sviene) JAGO (fra sè) Il mio velen lavora. UOMINI (interno) Viva Otello! JAGO (ascoltando le grida) L’eco della vittoria ... UOMINI Evviva! evviva! JAGO ... porge sua laude estrema. UOMINI Evviva! JAGO (osserva Otello disteso a terra tramortito) Chi può vietar che questa fronte prema col mio tallone? UOMINI (da più vicino) Evviva! Evviva Otello! Gloria al Leone di Venezia! JAGO (ritto e con gesto d’orrendo trionfo, indicando il corpo inerto d’Otello) Ecco il Leone! |
libretto by Arrigo Boito |
Contents: Personaggi; Atto Primo; Atto Secondo; Atto Terzo; Atto Quarto |