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“Tosca” by Giacomo Puccini libretto (Italian)
Contents: Personaggi; Atto Primo; Atto Secondo; Atto Terzo |
La Chiesa di Sant'Andrea della Valle (A destra la Cappella Attavanti. A sinistra un impalcato; su di esso un gran quadro coperto da tela. Attrezzi vari da pittore. Un paniere. Entra Angelotti vestito da prigioniero, lacero, sfatto, tremante dalla paura, quasi correndo. Dà una rapida occhiata intorno.) ANGELOTTI Ah! Finalmente! Nel terror mio stolto vedea ceffi di birro in ogni volto. (Torna a guardare attentamente intorno a sé con più calma a riconoscere il luogo. Dà un sospiro di sollievo vedendo la colonna con la pila dell'acqua santa e la Madonna.) La pila...la colonna... "A piè della Madonna" mi scrisse mia sorella... (Vi si avvicina, cerca ai piedi della Madonna e ne ritira, con un soffocato grido di gioia, una chiave.) Ecco la chiave, ed ecco la cappella! (Con grande precauzione introduce la chiave nella serratura della Cappella Attavanti, apre la cancellata, penetra nella cappella, richiude e scompare. Il sagrestano entra dal fondo tenendo fra le mani un mazzo di pennelli, e parlando ad alta voce come se rivolgesse la parola a qualcuno.) |
SAGRESTANO E sempre lava! Ogni pennello è sozzo peggio d'un collarin d'uno scagnozzo. Signor pittore...Tò! (Guarda verso l'impalcato dove sta il quadro e, vedendolo deserto, esclama sorpreso:) Nessuno. Avrei giurato che fosse ritornato il cavalier Cavaradossi. (Depone i pennelli, sale sull'impalcato, guarda dentro il paniere e dice:) No, sbaglio, il paniere è intatto. (Suona l'Angelus. Il sagrestano si inginocchia e prega sommesso:) Angelus Domini nuntiavit Mariae, et concepit de Spiritu Sancto. Ecce ancilla Domini; fiat mihi secundum Verbum tuum et Verbum caro factum est et habitavit in nobis... (Cavaradossi entra dalla porta laterale e vede il sagrestano in ginocchio.) CAVARADOSSI Che fai? |
SAGRESTANO (alzandosi) Recito L'Angelus. (Cavaradossi sale sull'impalcato e scopre il quadro. È una Maria Maddalena a grandi occhi azzurri con una gran pioggia di capelli dorati. Il pittore vi sta dinanzi muto, osservando attentamente. Il sagrestano, volgendosi verso Cavaradossi per dirigergli la parola, vede il quadro scoperto e dà un grido di meraviglia.) Sante ampolle! Il suo ritratto! CAVARADOSSI Di chi? SAGRESTANO Di quell'ignota che i dì passati a pregar qui venia. Tutta devota... e pia. (Accenna verso la Madonna dalla quale Angelotti trasse la chiave.) CAVARADOSSI È vero. E tanto ell'era infervorata nella sua preghiera ch'io ne pinsi, non visto, il bel sembiante. SAGRESTANO (fra sé) Fuori, Satana, fuori! |
CAVARADOSSI Dammi i colori. (Il sagrestano eseguisce. Cavaradossi dipinge con rapidità e si sofferma spesso a riguardare; il sagrestano va e viene, portando una catinella entro la quale continua a lavare i pennelli. A un tratto Cavaradossi si ristà di dipingere; leva di tasca un medaglione contenente una miniatura e gli occhi suoi vanno dal medaglione al quadro.) Recondita armonia di bellezze diverse! È bruna Floria, l'ardente amante mia... SAGRESTANO (fra sé) Scherza coi fanti e lascia stare i santi... CAVARADOSSI E te, beltade ignota... cinta di chiome bionde, tu azzurro hai l'occhio, Tosca ha l'occhio nero! SAGRESTANO (fra sé) Scherza coi fanti e lascia stare i santi... CAVARADOSSI L'arte nel suo mistero le diverse bellezze insiem confonde; ma nel ritrar costei |
il mio solo pensiero, Tosca, sei tu! SAGRESTANO (fra sé, in disparte) Queste diverse gonne che fanno concorrenza alle Madonne mandan tanfo d'inferno. Scherza coi fanti e lascia stare i santi... Ma con quei cani di volterriani, nemici del santissimo governo, non c'è da metter voce! Scherza coi fanti e lascia stare i santi... Già, sono impenitenti tutti quanti! Facciam piuttosto il segno della croce. (a Cavaradossi) Eccellenza, vado? CAVARADOSSI Fa il tuo piacere! (Continua a dipingere.) SAGRESTANO Pieno è il paniere... Fa penitenza? CAVARADOSSI Fame non ho. SAGRESTANO (con ironia, stropicciandosi le mani) Oh! Mi rincresce! (Non può trattenere un gesto di gioia e uno sguardo di avidità verso il cesto che prende, ponendolo un po' in disparte.) |
Badi, quand'esce chiuda. CAVARADOSSI Va! SAGRESTANO Vo. (S'allontana per il fondo. Cavaradossi, volgendo le spalle alla cappella, lavora. Angelotti, credendo deserta la chiesa, appare dietro la cancellata e introduce la chiave per aprire.) CAVARADOSSI (al cigolio della serratura si volta) Gente là dentro! (Al movimento fatto da Cavaradossi, Angelotti, atterrito, si arresta come per rifugiarsi ancora nella cappella, ma, alzati gli occhi, un grido di gioia, che egli soffoca tosto, timoroso, erompe dal suo petto. Egli ha riconosciuto il pittore, e gli stende la braccia come ad un aiuto inaspettato.) ANGELOTTI Voi! Cavaradossi! Vi manda Iddio! Non mi ravvisate? Il carcere mi ha dunque assai mutato. CAVARADOSSI (guarda fiso il volto di Angelotti, e, finalmente, lo ravvisa. Depone rapido tavolozza e pennelli. Scende dall'impalcato verso Angelotti guardandosi cauto intorno.) |
Angelotti! Il Console della spenta repubblica romana! (Corre a chiudere la porta a destra.) ANGELOTTI Fuggii pur ora da Castel Sant'Angelo. CAVARADOSSI Disponete di me. TOSCA (fuori) Mario! (Alla voce di Tosca, Cavaradossi fa un cenno ad Angelotti di tacere.) CAVARADOSSI Celatevi! È una donna gelosa. Un breve istante e la rimando. TOSCA Mario! CAVARADOSSI (verso la porta da dove viene la voce) Eccomi! ANGELOTTI (colto da un accesso di debolezza, si appoggia all'impalcato) Sono stremo di forze; più non reggo. CAVARADOSSI (sale sull'impalcato, ne discende col paniere e, incoraggiando Angelotti, lo spinge verso la cappella) |
In questo panier v'è cibo e vino. ANGELOTTI Grazie! CAVARADOSSI Presto! (Angelotti entra nella cappella.) TOSCA (sempre fuori, chiamando stizzita) Mario! Mario! Mario! CAVARADOSSI (apre il cancello) Son qui. TOSCA (entra con una specie di violenza, allontana bruscamente Cavaradossi che vuole abbracciarla, e guarda sospettosa intorno a sé) Perché chiuso? CAVARADOSSI Lo vuole il sagrestano. TOSCA A chi parlavi? CAVARADOSSI A te! TOSCA Altre parole bisbigliavi. |
Ov'è?... CAVARADOSSI Chi? TOSCA Colei!... Quella donna! Ho udito i lesti passi e un fruscio di vesti... CAVARADOSSI Sogni! TOSCA Lo neghi? CAVARADOSSI (fa per baciarla) Lo nego e t'amo! TOSCA (con dolce rimprovero) Oh! Innanzi la Madonna. No, Mario mio! Lascia pria che la preghi, che l'infiori. (Si avvicina alla Madonna, dispone con arte intorno a essa i fiori che ha portato con sé, s'inginocchia e prega con molta devozione; poi s'alza e dice a Cavaradossi che si è avviato per riprendere il lavoro:) Ora stammi a sentir; stasera canto, ma è spettacolo breve. Tu m'aspetti sull'uscio della scena e alla tua villa andiam soli, soletti. CAVARADOSSI (che fu sempre soprappensiero) Stasera? |
TOSCA È luna piena e il notturno effluvio floreal inebria il cor. Non sei contento? CAVARADOSSI (ancora un po' distratto e pensieroso) Tanto! TOSCA (colpita da quell'accento) Tornalo a dir! CAVARADOSSI Tanto! TOSCA Lo dici male. Lo dici male. (Va a sedere sulla gradinata presso Cavaradossi.) Non la sospiri, la nostra casetta che tutta ascosa nel verde ci aspetta? Nido a noi sacro, ignoto al mondo inter, pien d'amore e di mister? Al tuo fianco sentire per le silenziose stellate ombre, salir le voci delle cose! Dai boschi e dai roveti, dall'arse erbe, dall'imo dei franti sepolcreti odorosi di timo, la notte escon bisbigli di minuscoli amori |
e perfidi consigli che ammolliscono i cuori. Fiorite, o campi immensi, palpitate, aure marine, nel lunare albor. Ah... piovete voluttà, volte stellate! Arde in Tosca un folle amor! CAVARADOSSI Ah! M'avvinci nei tuoi lacci, mia sirena... TOSCA Arde a Tosca nel sangue il folle amor! CAVARADOSSI Mia sirena, verrò! TOSCA O mio amore! CAVARADOSSI (guarda verso la parte d'onde uscì Angelotti) Or lasciami al lavoro. TOSCA Mi discacci? CAVARADOSSI Urge l'opra, lo sai. TOSCA Vado! Vado! (Alza gli occhi e vede il quadro.) Chi è quella donna bionda lassù? |
CAVARADOSSI La Maddalena. Ti piace? TOSCA È troppo bella! CAVARADOSSI (ridendo) Prezioso elogio! TOSCA (sospettosa) Ridi? Quegli occhi cilestrini già li vidi... CAVARADOSSI (con indifferenza) Ce n'è tanti pel mondo! TOSCA (cercando ricordare) Aspetta... aspetta... È l'Attavanti! CAVARADOSSI Brava! TOSCA (cieca di gelosia) La vedi? T'ama! Tu l'ami? Tu l'ami? CAVARADOSSI Fu puro caso... TOSCA Quei passi e quel bisbiglio... Ah... Qui stava pur ora! |
CAVARADOSSI Vien via! TOSCA Ah, la civetta! A me, a me! CAVARADOSSI (serio) La vidi ieri, ma fu puro caso... A pregar qui venne... Non visto la ritrassi. TOSCA Giura! CAVARADOSSI Giuro! TOSCA (sempre con gli occhi rivolti al quadro) Come mi guarda fiso! CAVARADOSSI Vien via! TOSCA Di me beffarda, ride. CAVARADOSSI Follia! (La tiene presso di sé, fissandola.) TOSCA (insistente) Ah, quegli occhi... CAVARADOSSI Quale occhio al mondo può star di paro |
all'ardente occhio tuo nero? È qui che l'esser mio s'affisa intero, occhio all'amor soave, all'ira fiero... Qual altro al mondo può star di paro all'occhio tuo nero? TOSCA (rapita, appoggiando la testa alla spalla di Cavaradossi) Oh, come la sai bene l'arte di farti amare! (sempre insistendo nella sua idea) Ma, falle gli occhi neri! CAVARADOSSI Mia gelosa! TOSCA SI, lo sento, ti tormento senza posa. CAVARADOSSI Mia gelosa! TOSCA Certa sono del perdono se tu guardi al mio dolor! CAVARADOSSI Mia Tosca idolatrata, ogni cosa in te mi piace - l'ira audace e lo spasimo d'amor! |
TOSCA Certa sono del perdono se tu guardi al mio dolor! Dilla ancora, la parola che consola... dilla ancora! CAVARADOSSI Mia vita, amante inquieta, dirò sempre, "Floria, t'amo!" Ah! l'alma acquieta, sempre "t'amo!" ti dirò! TOSCA (sciogliendosi, paurosa d'esser vinta) Dio! Quante peccata! M'hai tutta spettinata. CAVARADOSSI Or va, lasciami! TOSCA Tu fino a stasera stai fermo al lavoro. E mi prometti: sia caso o fortuna, sia treccia bionda o bruna, a pregar non verrà donna nessuna? CAVARADOSSI Lo giuro, amore! Va! TOSCA Quanto m'affretti! CAVARADOSSI (con dolce rimprovero, vedendo rispuntare la gelosia) Ancora? |
TOSCA (cadendo nelle sue braccia e porgendogli la guancia) No, perdona! CAVARADOSSI (sorridendo) Davanti alla Madonna? TOSCA È tanto buona!... Ma falle gli occhi neri! (Un bacio, e Tosca esce correndo. Appena uscita Tosca, Cavaradossi sta ascoltandone i passi allontanarsi, poi con precauzione socchiude l'uscio e guarda fuori. Visto tutto tranquillo, corre alla cappella. Angelotti appare subito dietro alla cancellata.) CAVARADOSSI (aprendo la cancellata ad Angelotti, che naturalmente ha dovuto sentire il dialogo precedente) È buona la mia Tosca, ma, credente al confessor, nulla tiene celato, ond'io mi tacqui. È cosa più prudente. ANGELOTTI Siam soli? CAVARADOSSI SI. Qual è il vostro disegno? ANGELOTTI A norma degli eventi, uscir di Stato |
o star celato in Roma. Mia sorella... CAVARADOSSI L'Attavanti? ANGELOTTI Si; ascose un muliebre abbigliamento là sotto l'altare, vesti, velo, ventaglio. Appena imbruni indosserò quei panni... CAVARADOSSI Or comprendo! Quel fare circospetto e il pregante fervore in giovin donna e bella m'avean messo in sospetto di qualche occulto amor! Or comprendo! Era amor di sorella! ANGELOTTI Tutto ella ha osato onde sottrarmi a Scarpia scellerato! CAVARADOSSI Scarpia? Bigotto satiro che affina colle devote pratiche la foia liber tina e strumento al lascivo talento fa il confessore e il boia! La vita mi costasse, vi salverò! Ma indugiar fino a notte è mal sicuro. |
Temo del sole! CAVARADOSSI La cappella mette a un orto mal chiuso, poi c'è un canneto che va lungi pei campi a una mia villa. ANGELOTTI M'è nota. CAVARADOSSI Ecco la chiave; innanzi sera io vi raggiungo; portate con voi le vesti femminili. ANGELOTTI (raccoglie in fascio le vestimenta sotto l'altare) Ch'io le indossi? CAVARADOSSI Per or non monta, il sentier è deserto. ANGELOTTI (per uscire) Addio! CAVARADOSSI (accorrendo verso Angelotti) Se urgesse il periglio, correte al pozzo del giardin. L'acqua è nel fondo, ma a mezzo della canna, un picciol varco guida ad un antro oscuro, rifugio impenetrabile e sicuro! (Un colpo di cannone; i due si guardano agitatissimi.) |
Il cannon del castello! CAVARADOSSI Fu scoperta la fuga! Or Scarpia i suoi sbirri sguinzaglia! ANGELOTTI Addio! CAVARADOSSI (con subita risoluzione) Con voi verrò. Staremo all'erta! ANGELOTTI Odo qualcun! CAVARADOSSI Se ci assalgon, battaglia! (Escono rapidamente dalla cappella. Entra il sagrestano correndo, tutto scalmanato, gridando:) SAGRESTANO Sommo giubilo, Eccellenza! (Guarda verso l'impalcato e rimane sorpreso di non trovarvi neppure questa volta il pittore.) Non c'è più! Ne son dolente! Chi contrista un miscredente si guadagna un'indulgenza! (Accorrono da ogni parte chierici, allievi e cantori della cappella. Tutti costor entrano tumultuosamente.) Tutta qui la cantoria! Presto! (Altri allievi entrano in ritardo e alla fine si radunano tutti.) |
ALLIEVI (colla massima confusione) Dove? SAGRESTANO (spinge alcuni chierici) In sagrestia. ALCUNI ALLIEVI Ma che avvenne? SAGRESTANO Nol sapete? Bonaparte...scellerato... Bonaparte... ALTRI Ebben? Che fu? SAGRESTANO Fu spennato, sfracellato e piombato a Belzebù! CORO Chi lo dice? È sogno! È fola! SAGRESTANO È veridica parola; or ne giunse la notizia! CORO Si festeggi la vittoria! SAGRESTANO E questa sera gran fiaccolata, veglia di gala a Palazzo Farnese, |
ed un'apposita nuova cantata con Floria Tosca! E nelle chiese inni al Signor! Or via a vestirvi, non più clamor! Via, via in sagrestia! CORO (ridendo et gridando) Doppio soldo...Te Deum! Gloria! Viva il Re! Si festeggi la vittoria! ecc. (Le loro grida sono al colmo, allorché una voce ironica tronca bruscamente quella gazzarra volgare di canti e risa. È Scarpia; dietro al lui entrano Spoletta e alcuni sbirri.) SCARPIA Un tal baccano in chiesa! Bel rispetto! SAGRESTANO (balbettando impaurito) Eccellenza, il gran giubilo... SCARPIA Apprestate per il Te Deum. (Tutti s'allontanano mogi; anche il sagrestano fa per cavarsela, ma Scarpia bruscamente lo trattiene.) Tu resta. SAGRESTANO (impaurito) Non mi muovo! SCARPIA (a Spoletta) E tu va, fruga ogni angolo, raccogli |
ogni traccia. SPOLETTA Sta bene! SCARPIA (ad altri sbirri) Occhio alle porte, senza dar sospetti! (al sagrestano) Ora a te... Pesa le tue risposte. Un prigionier di Stato fuggi pur ora da Castel Sant'Angelo... S'è rifugiato qui. SAGRESTANO Misericordia! SCARPIA Forse c'è ancora. Dov'è la cappella degli Attavanti? SAGRESTANO Eccola. (Va al cancello e lo vede socchiuso.) Aperta! Arcangeli! E un'altra chiave! SCARPIA Buon indizio. Entriamo. (Entrano nella cappella, poi ritornano; Scarpia, assai contrariato, ha fra le mani un ventaglio chiuso che agita nervosamente.) Fu grave sbaglio quel colpo di cannone! Il mariuolo |
spiccato ha il volo, ma lasciò una preda preziosa, un ventaglio. Qual complice il misfatto preparò? (Resta pensieroso, poi guarda attentamente il ventaglio; ad un tratto egli vi accorge uno stemma.) La Marchesa Attavanti! Il suo stemma... (Guarda intorno, scrutando ogni angolo della chiesa; i suoi occhi si arrestano sull'impalcato, sugli arnesi di pittore, sul quadro... e il noto viso dell'Attavanti gli appare riprodotto nel volto della santa.) Il suo ritratto! (al sagrestano) Chi fe' quelle pitture? SAGRESTANO Il cavalier Cavaradossi. SCARPIA Lui! (Uno degli sbirri che seguì Scarpia, torna dalla cappella portando il paniere che Cavaradossi diede ad Angelotti.) SAGRESTANO Numi! Il paniere! SCARPIA (seguitando le sue riflessioni) Lui! L'amante di Tosca! Un uom sospetto! Un volterrian! SAGRESTANO (che andò a guardare il paniere) Vuoto! Vuoto! |
SCARPIA Che hai detto? (Vede lo sbirro col paniere.) Che fu? SAGRESTANO (prendendo il paniere) Si ritrovò nella cappella questo panier. SCARPIA Tu lo conosci? SAGRESTANO Certo! (esitante e pauroso) È il cesto del pittor...ma...nondimeno... SCARPIA Sputa quello che sai. SAGRESTANO Io lo lasciai ripieno di cibo prelibato... Il pranzo del pittor! SCARPIA (attento, inquirente per scoprir terreno) Avrà pranzato! SAGRESTANO Nella cappella? Non ne avea la chiave, né contava pranzar, disse egli stesso. |
Ond'io l'avea già messo al riparo. Libera me Domine! (Mostra dove avea riposto il paniere e ve lo lascia.) SCARPIA (fra sé) Or tutto è chiaro... La provvista del sacrista d'Angelotti fu la preda! (scorgendo Tosca che entra frettolosa) Tosca? Che non mi veda. (Ripara dietro la colonna dov'è la pila dell'acqua benedetta.) Per ridurre un geloso allo sbaraglio Jago ebbe un fazzoletto, ed io un ventaglio! TOSCA (corre al palco sicura di trovare Cavaradossi e rimane sorpresa di non vederlo) Mario! Mario! SAGRESTANO (che si trova ai piedi dell'impalco) Il pittor Cavaradossi? Chi sa dove sia? Svanì, sgattaiolò per sua stregoneria. (Se la svigna.) TOSCA Ingannata? No, no... |
Tradirmi egli non può! Tradirmi egli non può! SCARPIA (ha girato la colonna e si presenta a Tosca, sorpresa del suo subito apparire. Intinge le dita nella pila e le offre l'acqua benedetta; fuori suonano le campane che invitano alla chiesa) Tosca divina, la mano mia la vostra aspetta, piccola manina, non per galanteria ma per offrirvi l'acqua benedetta. TOSCA (tocca le dita di Scarpia e si fa il segno della croce) Grazie, Signor! (Poco a poco entrano in chiesa, e vanno nella navata principale, popolani, borghesi, ciociare, trasteverine, soldati, pecorari, ciociari, mendicanti, ecc.; poi un Cardinale, col Capitolo, si reca all'altare maggiore; la folla, rivolta verso l'altare maggiore, si accalca nella navata principale.) SCARPIA Un nobile esempio è il vostro; al cielo piena di santo zelo attingete dell'arte il magistero che la fede ravviva! TOSCA (distratta e pensosa) Bontà vostra. |
SCARPIA Le pie donne son rare... Voi calcate la scena... (con intenzione) e in chiesa ci venite per pregar. TOSCA (sorpresa) Che intendete? SCARPIA E non fate come certe sfrontate (Indica il ritratto.) che han di Maddalena viso e costumi... e vi trescan d'amore! TOSCA (scatta pronta) Che? D'amore? Le prove! Le prove! SCARPIA (mostra il ventaglio) È arnese di pittore questo? TOSCA (lo afferra) Un ventaglio! Dove stava? SCARPIA Là su quel palco. Qualcun venne certo a sturbar gli amanti ed essa nel fuggir perde le penne! TOSCA (esaminando il ventaglio) La corona! Lo stemma! È l'Attavanti! |
Presago sospetto! SCARPIA (fra sé) Ho sortito l'effetto! TOSCA (trattenendo a stento le lagrime, dimentica del luogo e di Scarpia) Ed io venivo a lui tutta dogliosa per dirgli: invan stasera, il ciel s'infosca, l'innamorata Tosca è prigioniera... SCARPIA (fra sé) Già il veleno l'ha rosa! TOSCA ...dei regali tripudi, prigioniera! SCARPIA (fra sé) Già il veleno l'ha rosa! (mellifluo a Tosca) O che v'offende, dolce Signora? Una ribelle lagrima scende sovra le belle guancie e le irrora; dolce Signora, che m'ai v'accora? TOSCA Nulla! SCARPIA (insinuante) Darei la vita |
per asciugar quel pianto. TOSCA (non ascoltandolo) Io qui mi struggo e intanto d'altra in braccio le mie smanie deride! SCARPIA (fra sé) Morde il veleno! TOSCA (sempre più crucciosa) Dove son? Potessi coglierli, i traditori. Oh qual sospetto! Ai doppi amori è la villa ricetto! Traditor! Traditor! (con immenso dolore) Oh mio bel nido insozzato di fango! (con pronta risoluzione) Vi piomberò inattesa. (Rivolta al quadro, minacciosa.) Tu non l'avrai stasera. Giuro! SCARPIA (scandalizzato, quasi rimproverandola) In chiesa! TOSCA Dio mio perdona. Egli vede ch'io piango! (Parte in grande agitazione; Scarpia l'accompagna, fingendo di rassicurarla. Appena uscita Tosca, Scarpia ritorna presso la colonna e fa un cenno.) |
SCARPIA (a Spoletta che sbuca di dietro la colonna) Tre sbirri, una carrozza...Presto, seguila dovunque vada, non visto. Provvedi! SPOLETTA Sta bene. Il convegno? SCARPIA Palazzo Farnese! (Spoletta parte rapidamente con tre sbirri.) Va, Tosca! Nel tuo cor s'annida Scarpia!... Va, Tosca! È Scarpia che scioglie a volo il falco della tua gelosia. Quanta promessa nel tuo pronto sospetto! Nel tuo cor s'annida Scarpia!... Va, Tosca! (Scarpia s'inchina e prega al passaggio del Cardinale.) CORO Adjutorum nostrum in nomine Domini qui fecit coelum et terram. Sit nomen Domini benedictum et hoc nunc et usque in saeculum. |
SCARPIA A doppia mira tendo il voler, né il capo del ribelle è la più preziosa... Ah, di quegli occhi vittoriosi veder la fiamma illanguidir con spasimo d'amor fra le mie braccia illanguidir d'amor... l'uno al capestro, l'altra fra le mie braccia... CORO Te Deum laudamus: Te Dominum confitemur! (Il canto sacro dal fondo della chiesa scuote Scarpia, come svegliandolo da un sogno. Si rimette, fa il segno della croce guardandosi intorno, e dice:) SCARPIA Tosca, mi fai dimenticare Iddio!... (S'inginocchia e prega devotamente.) CORO, SCARPIA Te aeternum Patrem omnis terra veneratur! |
libretto by Luigi Illica, Giuseppe Giacosa |
Contents: Personaggi; Atto Primo; Atto Secondo; Atto Terzo |