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“Tosca” by Giacomo Puccini libretto (Italian)
Contents: Personaggi; Atto Primo; Atto Secondo; Atto Terzo |
La camera di Scarpia al piano superiore del Palazzo Farnese (Tavola imbandita. Un'ampia finestra verso il cortile del palazzo. È notte. Scarpia è seduto alla tavola e vi cena. Interrompe a tratti la cena per riflettere. Guarda l'orologio; è smanioso e pensieroso.) SCARPIA Tosca è un buon falco! Certo a quest'ora i miei segugi le due prede azzannano! Doman sul palco vedrà l'aurora Angelotti e il bel Mario al laccio pendere. (Suona un campanello. Entra Sciarrone.) Tosca è a palazzo? SCIARRONE Un ciambellan ne uscia pur ora in traccia. SCARPIA (accenna la finestra) Apri. Tarda è la notte. (Dal piano inferiore ove la Regina di Napoli, Maria Carolina dà una grande festa in onore di Melas, si ode il suonare d'un orchestra.) Alla cantata ancor manca la Diva. E strimpellan gavotte. (a Sciarrone) |
Tu attenderai la Tosca in sull'entrata. Le dirai ch'io l'aspetto finita la cantata... O meglio... (Si alza e va a scrivere un biglietto.) Le darai questo biglietto. (Sciarrone esce. Scarpia siede ancora a tavola.) Ella verrà per amor del suo Mario! Per amor del suo Mario al piacer mio s'arrenderà. Tal dei profondi amori è la profonda miseria. Ha più for te sapore la conquista violenta che il mellifluo consenso. Io di sospiri e di lattiginose albe lunari poco mi appago. Non so trarre accordi di chitarra, né oròscopo di fior né far l'occhio di pesce, o tubar come tortora! Bramo. La cosa bramata perseguo, me ne sazio e via la getto. Volto a nuova esca. Dio creò diverse beltà, vini diversi. Io vo' gustar quanto più posso dell'opra divina! (Beve. Sciarrone entra.) SCIARRONE Spoletta è giunto. SCARPIA Entri. In buon punto. (Spoletta entra. Scarpia lo interroga senza alzare gli occhi dalla sua cena.) O galantuomo, come andò la caccia? |
SPOLETTA (a parte) Sant'Ignazio m'aiuta! (a Scarpia) Della signora seguimmo la traccia. Giunti a un'erma villetta tra le fratte perduta, ella v'entrò. Ne usci sola ben presto. Allor scavalco lesto il muro del giardin coi miei cagnotti e piombo in casa... SCARPIA Quel bravo Spoletta! SPOLETTA Fiuto! razzolo! frugo! SCARPIA (si avvede dell'indecisione di Spoletta e si leva ritto, pallido d'ira, le ciglia corrugate) Ahi! l'Angelotti? SPOLETTA Non s'è trovato. SCARPIA (furente) Ah cane! Ah traditore! Ceffo di basilisco, alle forche! SPOLETTA Gesù! (cercando scongiurare la collera di Scarpia) |
C'era il pittore... SCARPIA Cavaradossi? SPOLETTA (accenna di sì, ed aggiunge pronto:) Ei sa dove l'altro s'asconde. Ogni suo gesto, ogni accento, tradìa tal beffarda ironia, ch'io lo trassi in arresto! SCARPIA (con sospiro di soddisfazione) Meno male! SPOLETTA (accenna all'anticamera) Egli è là. (Scarpia passeggia, meditando; a un tratto si arresta; dall'aperta finestra odesi la cantata eseguita dai cori nella sala della Regina.) SCARPIA (a Spoletta) Introducete il Cavaliere. (Spoletta esce. A Sciarrone) A me Roberti e Il Giudice del Fisco. (Sciarrone esce. Scarpia siede di nuovo. Spoletta e quattro sbirri introducono Mario Cavaradossi; poi Roberti, esecutore di giustizia, il Giudice del Fisco con uno scrivano e Sciarrone entrano.) CAVARADOSSI (alteramente) Tal violenza! SCARPIA (con studiata cortesia) Cavalier, vi piaccia accomodarvi. |
CAVARADOSSI Vo' saper... SCARPIA (accennando una sedia al lato opposto della tavola) Sedete. CAVARADOSSI (rifiutando) Aspetto. SCARPIA E sia. V'è noto che un prigione... (Odesi la voce di Tosca che prende parte alla cantata.) CAVARADOSSI La sua voce! SCARPIA (che si era interrotto all'udire la voce di Tosca) V'è noto che un prigione oggi è fuggito da Castel Sant'Angelo? CAVARADOSSI Ignoro. SCARPIA Eppur, si pretende che voi l'abbiate accolto in Sant'Andrea, provvisto di cibo e di vesti... CAVARADOSSI (risoluto) Menzogna! |
SCARPIA (continuando a mantenersi calmo) ... e guidato ad un vostro podere suburbano. CAVARADOSSI Nego. Le prove? SCARPIA (mellifluo) Un suddito fedele... CAVARADOSSI Al fatto. Chi m'accusa? I vostri sbirri invan frugar la villa. SCARPIA Segno che è ben celato. CAVARADOSSI Sospetti di spia! SPOLETTA (offeso) Alle nostre ricerche egli rideva... CAVARADOSSI E rido ancor. E rido ancor! SCARPIA (con accento severo) Questo è luogo di lagrime! Badate! Or basta! Rispondete! (Si alza e chiude stizzito la finestra per non essere disturbato dai canti che hanno luogo al piano sottostante; poi si volge imperioso a Cavaradossi:) |
Ov'è Angelotti? CAVARADOSSI Non lo so. SCARPIA Negate avergli dato cibo? CAVARADOSSI Nego! SCARPIA E vesti? CAVARADOSSI Nego! SCARPIA Ed asilo nella villa? E che là sia nascosto? CAVARADOSSI (con forza) Nego! Nego! SCARPIA (astutamente, ritornando calmo) Via, Cavaliere, riflettete: saggia non è cotesta ostinatezza vostra. Angoscia grande, pronta confessione eviterà! Io vi consiglio, dite: Dov'è dunque Angelotti? CAVARADOSSI Non lo so. |
SCARPIA Ancor l'ultima volta. Dov'è? CAVARADOSSI Nol so! SPOLETTA (fra sé) O bei tratti di corda! (Tosca entra affannosa.) SCARPIA (fra sé) Eccola! TOSCA (vede Cavaradossi e corre ad abbracciarlo) Mario, tu qui? CAVARADOSSI (sommessamente) Di quanto là vedesti, taci, o m'uccidi! (Tosca accenna che ha capito.) SCARPIA (con solennità) Mario Cavaradossi, qual testimone il Giudice vi aspetta. (a Roberti) Pria le forme ordinarie. Indi... ai miei cenni. (Sciarrone apre l'uscio che dà alla camera della tortura. Il Giudice vi entra e gli altri lo seguono. Spoletta si ritira presso alla porta in fondo alla sala. Tosca e Scarpia rimangono soli.) SCARPIA Ed or fra noi parliam da buoni amici. |
Via quell'aria sgomentata. TOSCA (con calma studiata) Sgomento alcun non ho. SCARPIA La storia del ventaglio? (Passa dietro al canapè sul quale si è seduta Tosca e vi si appoggia, parlando sempre con galanteria.) TOSCA (con simulata indifferenza) Fu sciocca gelosia. SCARPIA L'Attavanti non era dunque alla villa? TOSCA No, egli era solo. SCARPIA Solo? Ne siete ben sicura? TOSCA Nulla sfugge ai gelosi. Solo! Solo! SCARPIA (prende una sedia, la porta di fronte a Tosca, vi si siede e la guarda fissamente) Davver? TOSCA (irritata) Solo, sì! |
SCARPIA Quanto fuoco! Par che abbiate paura di tradirvi. (a Sciarrone) Sciarrone, che dice il Cavalier? SCIARRONE (apparendo) Nega. SCARPIA (a voce più alta verso l'uscio aperto) Insistiamo. (Sciarrone riparte e chiude l'uscio.) TOSCA (ridendo) Oh, è inutil! SCARPIA (serio, passeggiando) Lo vedremo, signora. TOSCA Dunque per compiacervi si dovrebbe mentir? SCARPIA No, ma il vero potrebbe abbreviargli un ora assai penosa... TOSCA (sorpresa) Un'ora penosa? Che vuol dir? Che avviene in quella stanza? |
SCARPIA È forza che si adempia la legge. TOSCA Oh, Dio! Che avvien, che avvien, che avvien?... SCARPIA Legato mani e piè il vostro amante ha un cerchio uncinato alle tempia che ad ogni niego ne sprizza sangue senza mercé! TOSCA (balza in piedi) Non è ver, non è ver! Sogghigno di demone! (Sente un gemito prolungato di Cavaradossi.) Un gemito? Pietà...pietà!... SCARPIA Sta in voi di salvarlo. TOSCA Ebben, ma cessate, cessate! SCARPIA (gridando) Sciarrone, sciogliete. SCIARRONE (appare) Tutto? SCARPIA Tutto. (Sciarrone entra di nuovo nella camera della tortura, chiudendo.) Ed or, la verità! |
TOSCA Ch'io lo veda! SCARPIA No! TOSCA (riesce ad avvicinarsi all'uscio) Mario! LA VOCE DI CAVARADOSSI Tosca! TOSCA Ti straziano ancora? LA VOCE DI CAVARADOSSI No, coraggio! Taci, taci, sprezzo il dolor! SCARPIA Orsù, Tosca, parlate. TOSCA (rinfrancata dalle parole di Mario) Non so nulla! SCARPIA Non vale quella prova? Roberti, ripigliamo... TOSCA (si mette fra Scarpia e l'uscio per impedire che dia l'ordine) No! Fermate! |
SCARPIA Voi parlerete? TOSCA No, no! Ah!... mostro... Lo strazi, lo uccidi! SCARPIA Lo strazia quel vostro silenzio assai più. TOSCA Tu ridi all'orrida pena? SCARPIA (con feroce ironia) Mai Tosca alla scena più tragica fu! (a Spoletta) Aprite le porte che n'oda i lamenti! (Spoletta apre l'uscio e sta ritto sulla soglia.) LA VOCE DI CAVARADOSSI Vi sfido! SCARPIA Più forte! Più forte!... LA VOCE DI CAVARADOSSI Vi sfido! SCARPIA (a Tosca) Parlate... |
TOSCA Che dire? SCARPIA Su, via... TOSCA Ah, non so nulla! Ah! Dovrei mentir? SCARPIA Dite, dov'è Angelotti? TOSCA No! No! SCARPIA Parlate su, via, dove celato sta? Su via, parlate, ov'è? TOSCA Più non posso! Ah! Che orror! Cessate il martir!...È troppo soffrir... Ah, non posso più...ah, non posso più! LA VOCE DI CAVARADOSSI Ahimè! TOSCA (si rivolge ancora supplichevole a Scarpia, il quale fa cenno a Spoletta di lasciare avvicinare Tosca; essa va presso all'uscio aperto ed esterrefatta alla vista dell'orribile scena, si rivolge a Cavaradossi col massimo dolore:) |
Mario, consenti ch'io parli? LA VOCE DI CAVARADOSSI No. No. TOSCA (con insistenza) Ascolta, non posso più... LA VOCE DI CAVARADOSSI Stolta, che sai? Che puoi dir? SCARPIA (irritatissimo per le parole di Cavaradossi, grida terribile a Spoletta:) Ma fatelo tacere! (Spoletta entra nella camera della tortura e n'esce poco dopo, mentre Tosca, vinta dalla terribile commozione, cade prostrata sul canapè. Con voce singhiozzante si rivolge a Scarpia che sta impassibile e silenzioso. Intanto Spoletta brontola preghiere sottovoce: Judex ergo cum sedebit quidquid latet apparebit nil inultum remanebit.) TOSCA Che v'ho fatto in vita mia? Son io che cosi torturate! Torturate l'anima... (Scoppia in singhiozzi strazianti.) Si, l'anima mi torturate! |
SPOLETTA (continua a pregare:) Nil inultum remanebit! (Scarpia, profittando dell'accasciamento di Tosca, va presso la camera di tortura e fa cenno di ricominciare il supplizio. Un grido orribile si fa udire. Tosca si alza di scatto e subito con voce soffocata dice rapidamente a Scarpia:) TOSCA Nel pozzo...nel giardino... SCARPIA Là è Angelotti? TOSCA Sì. SCARPIA (forte, verso la camera della tortura) Basta, Roberti. SCIARRONE (che ha aperto l'uscio) È svenuto! TOSCA (a Scarpia) Assassino! Voglio vederlo. SCARPIA Portatelo qui! (Sciarrone rientra e subito appare Cavaradossi svenuto, portato dai birri che lo depongono sul canapè. Tosca corre a lui, ma l'orrore della vista dell'amante insanguinato è così forte, ch'essa, |
sgomentata, si copre il volto. Poi, vergognosa di questa sua debolezza, si inginocchia presso di lui, baciandolo e piangendo. Sciarrone, Roberti, il giudice e lo scrivano escono dal fondo, mentre, ad un cenno di Scarpia, Spoletta ed i birri si fermano.) CAVARADOSSI (riavendosi) Floria! TOSCA (coprendolo di baci) Amore... CAVARADOSSI Sei tu? TOSCA Quanto hai penato, anima mia! Ma il giusto Iddio lo punirà! CAVARADOSSI Tosca, hai parlato? TOSCA No, amor... CAVARADOSSI Davvero? TOSCA No! |
SCARPIA (forte, a Spoletta) Nel pozzo... del giardino. Va, Spoletta. (Spoletta esce; Cavaradossi, che ha udito, si leva minaccioso contro Tosca; poi le forze lo abbandonano e si lascia cadere sul canapè, esclamando con rimprovero pieno di amarezza verso Tosca:) CAVARADOSSI Ah! M'hai tradito! TOSCA (supplichevole) Mario! CAVARADOSSI (respinge Tosca che si era abbracciata a lui) Maledetta! TOSCA (supplichevole) Mario! SCIARRONE (irrompe tutto affannoso) Eccellenza, quali nuove! SCARPIA (sorpreso) Che vuol dir quell'aria afflitta? SCIARRONE Un messaggio di sconfitta! SCARPIA Che sconfitta? Come? Dove? |
SCIARRONE A Marengo. SCARPIA (impaziente) Tartaruga! SCIARRONE Bonapar te è vincitor! SCARPIA Melas? SCIARRONE No, Melas è in fuga! (Cavaradossi, che con ansia crescente ha udito le parole di Sciarrone, trova nel proprio entusiasmo la forza di alzarsi minaccioso in faccia a Scarpia.) CAVARADOSSI Vittoria! Vittoria! L'alba vindice appar che fa gli empi tremar! Libertà sorge, crollan tirannidi! TOSCA (cercando disperatamente di calmarlo) Mario, taci! Pietà di me! CAVARADOSSI Del soffer to mar tir me vedrai qui gioir... Il tuo cor trema, |
o Scarpia carnefice! (Tosca, aggrappandosi a Cavaradossi, tenta, con parole interrotte, di farlo tacere, mentre Scarpia risponde a Cavaradossi con un sarcastico sorriso.) SCARPIA Braveggia, urla! T'affretta a palesarmi il fondo dell'alma ria! Va, moribondo, il capestro t'aspetta! (Grida agli sbirri:) Portatemelo via! (Sciarrone e gli sbirri s'impossessano di Cavaradossi, e lo trascinano verso la porta. Tosca, con un supremo sforzo, tenta di tenersi stretta a Cavaradossi, ma invano; essa è brutalmente respinta.) TOSCA Ah, Mario! Mario! con te... con te... SCARPIA Voi no! (La porta si chiude e rimangono solamente Scarpia e Tosca.) TOSCA (con un gemito) Salvatelo! SCARPIA Io?... Voi! (Si avvicina alla tavola, vede la sua cena lasciata a mezzo, e ritorna calmo a sorridente.) |
La povera mia cena fu interrotta. (Vede Tosca abbattuta, immobile, ancora presso la porta.) Cosi accasciata? Via, mia bella signora, sedete qui. Volete che cerchiamo insieme il modo di salvarlo? (Tosca si scuote e lo guarda; Scarpia sorride sempre e si siede, accennando in pari tempo di sedere a Tosca.) E allor sedete, e favelliamo. E intanto un sorso. È vin di Spagna. (Riempie il bicchiere e lo porge a Tosca.) Un sorso per rincorarvi. TOSCA (fissando sempre Scarpia si avvicina lentamente alla tavola, siede risoluta di fronte a Scarpia; poi coll'accento del più profondo disprezzo gli chiede:) Quanto? SCARPIA (imperturbabile, versandosi da bere) Quanto? (Ride.) TOSCA Il prezzo! SCARPIA Già, mi dicon venal, ma a donna bella, no, no, io non mi vendo a prezzo di moneta. Se la giurata fede debbo tradir, ne voglio altra mercede. |
Quest'ora io l'attendeva! Già mi struggea l'amor della diva! Ma poc'anzi ti mirai qual non ti vidi mai! Quel tuo pianto era lava ai sensi miei e il tuo sguardo che odio in me dardeggiava, mie brame inferociva! Agil qual leopardo t'avvinghiasti all'amante. Ah, in quell'istante t'ho giurata mia! Mia! Sì, t'avrò!... (Si leva, stendendo le braccia verso Tosca; questa, che aveva ascoltato immobile le lascive parole di Scarpia, s'alza di scatto e si rifugia dietro il canapè.) TOSCA (correndo alla finestra) "Ah! Piuttosto giù mi avvento! SCARPIA (freddamente) In pegno il Mario tuo mi resta! TOSCA Ah! miserabile... L'orribil mercato! (Le balena l'idea di recarsi presso la Regina e corre verso la porte.) SCARPIA (ironico) Violenza non ti farò. Sei libera. Va pure, ma è fallace speranza; la Regina |
farebbe grazia ad un cadavere! (Tosca retrocede spaventata e, fissando Scarpia, si lascia cadere sul canapè; poi stacca gli occhi da Scarpia con un gesto di supremo disgusto.) Come tu mi odi! TOSCA Ah! Dio! SCARPIA (avvicinandosi) Cosi, cosi ti voglio! TOSCA (con ribrezzo) Non toccarmi, demonio; t'odio, t'odio, abbietto, vile! (Fugge da Scarpia inorridita.) SCARPIA Che importa? Spasimi d'ira, spasimi d'amore! TOSCA Vile! SCARPIA Mia! (Cerca di afferrarla.) TOSCA Vile! (Si ripara dietro la tavola.) SCARPIA (inseguendola) Mia... |
TOSCA Aiuto! Aiuto! (Un lontano rullo di tamburi a poco a poco s'avvicina, poi si dilegua lontano.) SCARPIA Odi? È il tamburo. S'avvia; guida la scorta ultima ai condannati. Il tempo passa! (Tosca, dopo avere ascoltato con ansia terribile, si allontana dalla finestra e si appoggia, estenuata, sul canapè.) Sai quale oscura opra laggiù si compia? Là si drizza un patibolo. Al tuo Mario, per tuo voler, non resta che un'ora di vita. (Freddamente si appoggia ad un angolo della tavola continuando a guardare Tosca.) TOSCA Vissi d'arte, vissi d'amore, non feci mai male ad anima viva! Con man furtiva quante miserie conobbi, aiutai. Sempre con fé sincera, la mia preghiera ai santi tabernacoli sali. Sempre con fé sincera diedi fiori agli altar. Nell'ora del dolore perché, perché, Signore, perché me ne rimuneri cosi? Diedi gioielli della Madonna al manto, |
e diedi il canto agli astri, al ciel, che ne ridean più belli. Nell'ora del dolore perché, perché, Signor, perché me ne rimuneri cosi? (inginocchiandosi innanzi a Scarpia) TOSCA Vedi, le man giunte io stendo a te! Ecco, vedi, e mercé d'un tuo detto, vinta, aspetto... SCARPIA Sei troppo bella, Tosca, e troppo amante. Cedo. A misero prezzo; tu, a me una vita, io a te chieggo un'istante! TOSCA (alzandosi, con un senso di gran disprezzo) Va, va, mi fai ribrezzo! Va, va! (Bussano alla porta.) SCARPIA Chi è la? SPOLETTA (entrando trafelato) Eccellenza, l'Angelotti al nostro giungere si uccise. SCARPIA Ebbene, lo si appenda morto alle forche. E l'altro prigionier? |
SPOLETTA Il Cavalier Cavaradossi? È tutto pronto, Eccellenza! TOSCA (fra sé) Dio m'assisti! SCARPIA (a Spoletta) Aspetta. (a Tosca) Ebbene? (Tosca accenna di sì col capo e, dalla vergogna piangendo, si nasconde il viso. A Spoletta) Odi... TOSCA (interrompendo subito) Ma libero all'istante lo voglio... SCARPIA (a Tosca) Occorre simular. Non posso far grazia aperta. Bisogna che tutti abbian per morto il cavalier. (Accenna a Spoletta.) Quest'uomo fido provvederà. TOSCA Chi m'assicura? SCARPIA L'ordin ch'io gli darò voi qui presente. (a Spoletta) |
Spoletta, chiudi. (Spoletta chiude la porta, poi ritorna presso Scarpia.) Ho mutato d'avviso. Il prigionier sia fucilato... (Tosca scatta atterrita.) Attendi... (Fissa con intenzione Spoletta che accenna replicatamente col capo di indovinare il pensiero di Scarpia.) Come facemmo del Conte Palmieri. SPOLETTA Un'uccisione... SCARPIA (subito con marcata intenzione) ...Simulata! Come avvenne del Palmieri! Hai ben compreso? SPOLETTA Ho ben compreso. SCARPIA Va. TOSCA Voglio avvertirlo io stessa. SCARPIA E sia. (a Spoletta) Le darai passo... Bada, all'ora quar ta. |
SPOLETTA SI. Come Palmieri. (Spoletta parte. Scarpia, ritto presso la porta, ascolta Spoletta allontanarsi, poi trasformando nel viso e nei gesti si avvicina con grande passione a Tosca.) SCARPIA Io tenni la promessa... TOSCA (arrestandolo) Non ancora. Voglio un salvacondotto onde fuggir dallo Stato con lui. SCARPIA (con galanteria) Partir dunque volete? TOSCA SI, per sempre! SCARPIA Si adempia il voler vostro. (Va allo scrittoio; si mette a scrivere, interrompendosi per domandare a Tosca:) E qual via scegliete? TOSCA La più breve! SCARPIA Civitavecchia? |
TOSCA Sì. (Mentre Scarpia scrive, Tosca si è avvicinata alla tavola e con la mano tremante prende il bicchiere di vino versato da Scarpia; ma nel portare il bicchiere alle labbra scorge sulla tavola un coltello affilato ed a punta; dà un 'occhiata a Scarpia che è in quel momento occupato a scrivere, e con infinite precauzioni cerca d'impossessarsi del coltello, rispondendo alle domande di Scarpia che essa sorveglia attentamente. Finalmente ha potuto prendere il coltello, che dissimula dietro di sé appoggiandosi alla tavola e sempre sorvegliando Scarpia. Questi ha finito di scrivere il salvacondotto, vi mette il sigillo, ripiega il foglio; quindi, aprendo le braccia, si avvicina a Tosca per avvincerla a sé.) SCARPIA Tosca, finalmente mia! (Ma l'accento voluttuoso si cambia in un grido terribile - Tosca lo ha colpito in pieno petto.) Maledetta! TOSCA Questo è il bacio di Tosca! (Scarpia stende il braccio verso Tosca avvicinandosi barcollante in atto di aiuto. Tosca lo sfugge ma ad un tratto si trova presa fra Scarpia e la tavola e, vedendo che sta per essere toccata da lui, lo respinge inorridita. Scarpia cade, urlando colla voce soffocata dal sangue:) SCARPIA Aiuto... muoio! Soccorso! Muoio! |
TOSCA (fissando Scarpia che si dibatte inutilmente e cerca di rialzarsi, aggrappandosi al canapè) Ti soffoca il sangue? E ucciso da una donna! M'hai assai torturata? Odi tu ancora? Parla! Guardami! Son Tosca! O Scarpia! SCARPIA (fa un ultimo sforzo, poi cade riverso.) Soccorso! Aiuto! TOSCA (chinandosi verso Scarpia) Ti soffoca il sangue? Muori dannato! Muori! Muori! Muori! (vedendolo immobile) È morto! Or gli perdono! E avanti a lui tremava tutta Roma! (Senza abbandonare cogli occhi il cadavere, Tosca va alla tavola, vi depone il coltello, prende una bottiglia d'acqua, inzuppa il tovagliolo e si lava le dita; poi va allo specchio e si ravvia i capelli. Quindi cerca il salvacondotto sullo scrittoio; non trovandolo, si volge e lo scorge nella mano raggrinzata del morto; ne toglie il foglio con un brivido e lo nasconde nel petto. Spegne il candelabro sulla tavola e va per uscire, ma si pente e vedendo accesa una della candele sullo scrittoio, va a prenderla, accende l'altra, e mette una candela a destra e l'altra a sinistra della testa di Scarpia. Alzandosi, cerca di nuovo intorno e scorgendo un crocifisso va a staccarlo dalla parete |
e portandolo religiosamente s'inginocchia per posarlo sul petto di Scarpia; poi si alza e con grande precauzione esce, richiudendo dietro a sé la porta.) |
libretto by Luigi Illica, Giuseppe Giacosa |
Contents: Personaggi; Atto Primo; Atto Secondo; Atto Terzo |