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Zanetto” by Pietro Mascagni libretto (Italian)

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Personaggi

Silvia, cortigiana (soprano)
Zanetto, giovane poeta e cantore (mezzosoprano)

CORO

SCENA I
SILVIA sola

SILVIA
Maladetto l'amore!
Non ho più lacrime.
(lentamente)
Son la crudel signora
Che ognun sempre adorò
Che ognuno adora
Ognun col labbro
Rispetta; sfiora
La mia man; ma l'ardore
Del bacio non salì
Fino al mio core!
M'uccide il tedio
Le silenziose
Chiare notti d'estate
Che paion fatte
Per le serenate
Danno a' poeti il destro
Di sfogar l'estro
Ed in onor mio
Dispiegan l'ali
Scipiti madrigali.

Il soldato, il mercante,
il podestà
ai piè mi gittan loro
Ma disprezzo costoro
E la lor vanità
Soffro; viver così,
Senza un amor
Viver non è.

(addita la città)
Non mi ricorda un fiore qualche affetto gentil. Firenze splende laggiù, lontana, sereno, e tende forse, lo sguardo al cielo un giovanetto che m'ha vista una volta, e sente in petto battere il cor per me, l'indegna. Se a traversa la mia strada fatal si trovi. Oh! non isperi di fuggirsene via, e non sarò la sola disgraziata.

ZANETTO
(canta di lontana)
Cuore, come un fiore
Si dischiude, in te l'amore
La canzon non è gioconda
L'odi tu, piccina bionda!
Cuore, v'è il dolore
Tra il profumo e la splendore
Par che il pianto si nasconda
In quel fior piccina bionda?

SILVIA
Dolce è la melodia:
la voce tocca il cuor.
Ma queste fole d'amore
io non l'intendo più.
(Sale lentamente su la terazza, volgendosi distrattamente verso la parte da veniva la voce Zanetto col liuto a tracolla, e trascinando per l'erta il mantello, entra con aria allegra senza veder Silvia)

SCENA II
SILVIA e ZANETTO

ZANETTO
Le notti estive
Ridono al viaggio
E si va della luna
Al chiaro raggio
Ma di lassù le stelle
Infondono coraggio
Con le pupille d'or.

Son giunto, Ama Fiorenze
Il suono del liuto
E la canzon d'amor?
Non posso
in questa arnese
Picchiare
alla locanda del paese
Mi converrà dormire
All'aria aperta.
(Si sdraia sulla panca avvolgendosi nel mantello)
(Silvia scende rapidamente dalla terrazza)

SILVIA
Oh poveretto, ed io che avevo in uggia questa serenità! Debbo chiamarlo ed ospitalità debbo offrir? Ma che! Dorme di già.
(guardando Zanetto addormentato)
Il silenzio, il profumo della sera questo fanciul dormente, mi turban forse? Un palpito novo m'agita il core.
Ahimè!
Somiglia al sogno mio!
Su! Destati!
(prendendolo con dolcezza per la mano)
(Zanetto si sveglia e guarda Silvia con adorazione e meraviglia)

ZANETTO
La bianca visione
che in sogno mi ridea.

SILVIA
Bambino!
Solo un pallido raggio
di stella l'occhio tuo vedea.

ZANETTO
No, no, tu sei la bella realtà del mio sogno:
Questa voce divina
L'udivo a me vicina!

SILVIA
Son, se ti piace, un ospite gradita al viandante.

ZANETTO
(guardandola) Grazie. Ho cenato tardi,
e il sonno mi svanì.

SILVIA (da sè)
Silvia sii buona!
È l'amor tuo funesto
Ed un fanciullo è questo.
(a Zanetto)
Ma, dimmi, non potrò saper chi sei?

ZANETTO
Sono Zanetto; un nomade suonator;
mi diletto ogni dì nel cambiar d'aria, e di tetto.
Venti mestieri inutili
Mi fan campar la vita
So condurre col fragile
Remo la barca rapida.
Slancio nell'aria il falco
Volo in corsa ardita
Domo col morso L'agile puledro.
E in un sonetto chiudo le rime fulgide
In cerchio d'oro stretto.

SILVIA
E non saranno rare
Le volte, in cui
Ti manca il desinare!

ZANETTO
Talvolta, sì.
Ma se trovo in paese
Qualche signor cortese
Io sono il benvenuto
M'accettano alla mensa
Il mio liuto
Rallegra la brigata
E per quel dì la cena
È assicurata!

SILVIA
Firenze è la tua mèta?

ZANETTO
Non so.
Se mai più florido qualche sentier mi piaccia
Lo seguirò. La strana fantasia segue l'ardita traccia
Segnata dall'augel nell'aria azzurra
Ancor sul mio cammino non trovai fortuna!

SILVIA
Ma non sognasti un giorno di riposo nel correr tuo fantastico e dubbioso? E non hai mai veduta una casetta bianca tra i verdi pampini, donde una giovinetta un rapido buon giorno ti mando?

ZANETTO
Sì, qualche volta. Ma qual io mi sono, penso ai padri ai tutori, e non mi piace delle famiglie disturbar la pace.

SILVIA
Nè ti fermasti mai se la fanciulla
Il fiore ti getto che
Avea in petto?

ZANETTO
Un bacio e seguitavo la mia strada
La libertà m'è cara.
Non voglio altro fardello
Che il liuto, e la piuma del capello.
Un amore
Dentro al core
È un bagaglio troppo grave!

SILVIA
L'augel di bosco non vuol gabbia!
Chi sa un giorno non t'alletti il nido!

ZANETTO
No, No! L'amor mi fa paura, sai?
È così bello andarsene via,—
Come le libellule che van per
L'aria libere!

SILVIA
Ma, non sarai felice.
E vieni qui dal fato
Tenuto per la mano
O il vol di qualche rondino
Seguisti da lontano?

ZANETTO
Quasi!

SILVIA
Ti guida dunque una speranza?

ZANETTO
Appeno un sogno.

SILVIA
Parla!

ZANETTO
Io qui potrei forse restare. Senti: I pari miei, padre e madre non hanno. Son figlio d'un marchese o d'un villano? E chi lo sa? Pel mondo corsi fin'ora libero giocondo, nè mai vita migliore ho sospirato. Ma da quando ho gustato la cara voce tua, Madonna bella ho sognato: D'avere una sorella. Quando m'hai susurrato dell'intima dolcezza del mondo, in mezzo di fiore allora sì, mi non sentito solo!
Io cedo ai tuoi consigli. Oh! se volessi trattenerti vicin, quest'usignolo randagio! Io resterci teco sempre d'accanto mi avresti e col mio canto le tue lunghe giornate abbrevierei!

SILVIA
Bambino!
Come il core mi sussulta
Che è mai questo timore?
Aver lo sempre meco,
Udirlo delirante
Darmi il nome d'amante!
Oh, il mio sogno avverato!

ZANETTO
Vuoi?

SILVIA
Se voglio? Ah, no, mai!
Pur è lui che mi supplica!

ZANETTO
Madonna, domandi troppo lo so; ma vuoi?

SILVIA
Saprà chi son domani!

ZANETTO
Anco una volta vuoi!

SILVIA
Non posso!

ZANETTO
E perchè?

SILVIA
Son vedova; son povera; e non posso ospitar poeti erranti.

ZANETTO
Uno scudier non hai?

SILVIA
No!

ZANETTO
Un paggio?

SILVIA
No!

ZANETTO
Io con un frutto desino!

SILVIA
Deh, taci!
Sono vedova vivo nel pianto sola.

ZANETTO
Ed io non vo' che starmene ai tuoi piedi!

SILVIA
È impossible, credi!

ZANETTO
Dunque per sempre addio, bel sogno mio!
Avrò forse domani, più fortuna con Silvia.

SILVIA (fra sè)
Che dice?

ZANETTO
Poi che vani furono i preghi miei, io chiederti
vorrei di Silvia fiorentina
La dicono regina d'ogni bellezza
dicono che il sguardo
È una carezza che conquista e innamora
Dicon che è bella e pallida
Al par di te signora
E poi ch'è ricca e prodiga
Andavo a cercar lei.

SILVIA (da sè)
Mio Dio!

ZANETTO
Forse potrei entrar fra i suoi scudieri. Ma intesi mormorare, che la strana bellezza di quell'altiera donna e il pazzo viver suo recan sventura. Ti confesso, Madonna che ho paura! Che debbo far, consigliami. Debbo andare da Silvia?

SILVIA (da sè)
Sarebbe ritornato!
Questo fanciullo ignoto che mi
Colmò di tenerezza l'anima, la
Sorte a me l'invia. È la felicità,
Debbo cacciarlo via?

ZANETTO
T'ho così poco amica,
che non mi vuoi respondere?

SILVIA
È infame! Ma così volle il destino!

ZANETTO
Ebben?

SILVIA
(dopo un silenzio e con grande sforzo)
Senti, bambrino. Non cercar di colei. La tua bell'anima non conosce il pericolo! S'io non posso proteggerti, ospitarti, potrò salvarti. Ascoltami. No, non andar da Silvia! Pagare il pane, il letto colla canzon gioconda che ti fiorisce sulle labbra è bello ma bisogna conoscere che pan che letto è quello. O Zanetto, se mi commovo è perchè t'amo come un bambinello che si vuoi salvare. Oh seguita a cantare del bosco fra le chiome. E se poi, quando la soglia d'un umil casetta vedrai sovra il lavoro china, una giovinetta da gli occhi neri e dai capelli d'oro, oh fermati cantore quello è il nido d'amore!

ZANETTO
Ti obbedirò. Ma può darsi che Silvia sia calunniata.
(Silvia fa un gesto di dolore)
Certo
la ferita del povero tuo core ho riaperto! Tu
m'hai detto che hai l'anima triste!
Un fratello amato
Un caro fidanzato
La Silvia t'ha rubato!
Non temi sol per me, tu sei gelosa!

SILVIA
(con grande tristezza)
Immagini una cosa non vera. Va! Va! parti!
(dissimulando il dolore)
Tu non puoi figurarti,
quanto mi dolga
dirti che tu rivolga
Lontana il piè
dall'intrapresa via!
Ma prima che tu vada
Per la tua strada
Me puoi rendere grazie
io t'ho salvato!
Tutto è finito. Ohimè!
Se m'avesse scoperto.

ZANETTO
Partirò. Te n'accerto, non anderò da Silvia, dopo che m'hai detto.
Io partirò portando con meco
Un balsamo soave e sconosciuto
Qualche cosa di tenero
C'era nel tuo rifiuto!
E avrò di te soltanto la memoria
Che se non hai potuto ajutarmi.
O Madonna, in qualche canto del tuo
Core hai provato e dolore e rimpianto?

SILVIA
(vivamente offerendogli un anello)
No, certo, e quest'anello ti ricordi di me.

ZANETTO
(con gesto di rifiuto)
Perdona, troppo bello
Troppo ricco è il giojello
Grazie, Madonna
Accettar non posso!
Ma, dimmi, non sei tu vedova e povera?

SILVIA (da sè)
Ma abbia riconosciuto
Ed una prova sia
Questo refiuto
Ma vuoi ch'io ti dia?

ZANETTO
Un ricordo non voglio
L'elemosina un nulla
Ma che sia caro a te.
Guarda. Il fiore
Che fra tuoi splendidi
Capelli muore.

SILVIA
Eccoti il fior
Prima che sia spuntato il dì
Morrà nella tua mano
Il candido fiore, ma sua morte
Il voglio ti rammenti la mia sorte
Quando sarà appassito dimenticami.
Addio!

ZANETTO
O Madonna di grazia, una parola ancora
Io tremo nel riprender l'infinito
Mio viaggio, e mi pare che di qui non
Ci sieno più sentieri che portino
Alla gioja. Ho paura di scegliere.
La mia buona ventura ti guidi.
Scegli tu per me. Farò il cammino
Che m'imporrà la tua piccola
Mano.

SILVIA
(Che ha già salito alcuni scalini della terrazza, indica a Zanetto la parte opposta alla città).
E sia! Dunque di là!
dove splende l'aurora!

ZANETTO
Cuore! V'è il dolore
Tra il profumo
E lo splendore
Par che il pianto si nasconda
In quel fior, piccina bionda.
(Fa qualche passo verso Silvia, ma essa lo ferma col gesto, egli, dopo aver fatto un gesto disperato fugge bruscamente).
 

SCENA III
SILVIA (sola)

(Rimane un istante sulla terrazza pensierosa e guardando Zanetto, che si allontana. Poi ad un tratto, si nasconde il capo fra le mani, e piange).

Sia benedetto Amore,
Posso piangere ancora!
libretto by Giovanni Targioni-Tozzetti, Guido Menasci 

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