Manon Lescaut (soprano) Renato Des Grieux (tenore) Lescaut, fratello di Manon (baritono) Geronte di Ravoir, tesoriere generale (basso) Edmondo, studente (tenore) Un lampionaio (tenore) Un musico (mezzosoprano) Un oste (basso) Il maestro di ballo (tenore) Un Sergente degli Arceri (basso) Il Comandante di Marina (basso) Un parrucchiere (mimo) AD AMIENS Un vasto piazzale presso la porta di Parigi. (Un viale a destra. A sinistra, un osteria con porticato, sotto il quale sono disposte varie tavole. Una scaletta conduce al primo piano. Studenti, cittadini e soldati passeggiano per la piazza. Altri, seduti alle tavole bevono e giocano.) EDMONDO (attorniato da studenti) Ave, sera gentile, che discendi col tuo corteo di zeffiri e di stelle; ave, cara ai poeti ed agli amanti... STUDENTI Ah! Ah! Ah! Ai ladri ed ai briachi! Noi ti abbiamo spezzato il madrigal! EDMONDO E vi ringrazio. Pel vial giulive vengono a frotte a frotte fresche, ridenti e belle le nostre artigianelle. STUDENTI Or s’anima il viale. EDMONDO Preparo un madrigale furbesco, ardito e gaio. Vengono a frotte a frotte le nostre artigianelle... STUDENTI Fresche, ridenti e belle. EDMONDO Preparo un madrigale furbesco e gaio, e sia la musa mia tutta galanteria! (ad alcune fanciulle) Giovinezza è il nostro nome, la speranza è nostra Iddia; ci trascina per le chiome indomabile virtù. STUDENTI Giovinezza è il nostro nome! la speranza è nostra Iddia; ci trascina per le chiome indomabile virtù. Santa ebbrezza! Or voi, ridenti, amorose adolescenti, date il cor. FANCIULLE Vaga per l’aura un’onda di profumi, van le rondini a vol e muore il sol. STUDENTI, poi CITTADINI Date il labbro, date il core alla balda gioventù. FANCIULLE È questa l’ora delle fantasie che fra le spemi lottano e le malinconie. (Entra Des Grieux.) STUDENTI Ecco Des Grieux! EDMONDO (a Des Grieux) A noi t’unisci, amico, e ridi e ti vinca la cura di balzana avventura. Non rispondi? Perché? Forse di dama inaccessibile acuto amor ti morse? DES GRIEUX L’amor? L’amor? Questa tragedia, ovver commedia, io non conosco! (Edmondo ed alcuni studenti si avvicinano a Des Grieux. Altri corteggiano le fanciulle che passeggiano.) STUDENTI Baie! Misteriose vittorie cauto celi e felice. DES GRIEUX Amici, troppo onor mi fate. EDMONDO e STUDENTI Per Bacco, indoviniam, amico. Ti crucci d’uno scacco. DES GRIEUX No, non ancora, ma se vi talenta, vo’ compiacervi... e tosto! (Si avvicina a un gruppo di fanciulle.) Tra voi, belle, brune e bionde si nasconde giovinetta vaga e vezzosa, dal labbro rosa che m’aspetta? Sei tu bionda stella? Dillo a me! Palesatemi il destino e il divino viso ardente che m’innamori, ch’io vegga e adori eternamente! (Edmondo e gli altri studenti ridono.) Tra voi, belle, brune e bionde, ecc. Sei tu bruna snella? Dillo a me! EDMONDO e STUDENTI Ma bravo! Ma bravo! EDMONDO Guardate, compagni, di lui nessuno più si lagni! STUDENTI, FANCIULLE, CITTADINI Ma bravo! Festeggiam la serata, com’è nostro costume. Suoni musica grata nei brindisi il bicchier e noi rapisca il fascino ardente del piacer! Ah! festeggiam! Danze, brindisi, follie, il corteo di voluttà or s’avanza per le vie, e la notte regnerà; è splendente ed irruente, è un poema di fulgor: tutto avvinca la sua luce e il suo furor. È splendente, ecc. (Squilla la cornetta del postiglione.) Giunge il cocchio d’Arras! (La diligenza si arresta innanzi al portone dell’osteria. Scende subito Lescaut, poi Geronte che aiuta a scendere Manon.) Discendono, vediam! Viaggiatori eleganti – galanti! STUDENTI (ammirando Manon) Chi non darebbe a quella donnina bella il gentile saluto del benvenuto? LESCAUT Ehi! L’oste! (a Geronte) Cavalier, siete un modello di squisitezza. Ehi! L’oste! L’OSTE (accorrendo, con garzoni) Eccomi, qua! DES GRIEUX (guardando Manon) Dio, quanto è bella! GERONTE (all’Oste) Questa notte, amico, qui poserò. (a Lescaut) Scusate! (all’Oste) Ostiere, v’occupate del mio bagaglio. L’OSTE Ubbidirò. (Dà ordine ai garzoni quali dispongono per lo scarico dei bagagli, poi a Geronte ed a Lescaut.) Vi prego, mi vogliate seguir. (Preceduti dall’Oste, salgono al primo piano Geronte e Lescaut, che avrà fato cenno a Manon di attenderlo.) DES GRIEUX (a Manon) Cortese damigella, il priego mio accettate: dican le dolci labbra come vi chiamate. MANON Manon Lescaut mi chiamo. DES GRIEUX Perdonate al dir mio, ma da un fascino arcano a voi spinto son io. Persino il vostro volto parmi aver visto, e strani moti ha il mio core. Perdonate al dir mio! Quando partirete? MANON Domani all’alba io parto. Un chiostro m’attende. DES GRIEUX E in voi l’aprile nel volto si palesa e fiorisce! O gentile, qual fato vi fa guerra? MANON Il mio fato si chiama: voler del padre mio. DES GRIEUX Oh, come siete bella! Ah, no! non è un convento che sterile vi brama! No! Sul vostro destino riluce un’altra stella. MANON La mia stella tramonta! DES GRIEUX Or parlar non possiamo. Ritornate fra poco, e cospiranti contro il fato, vinceremo. MANON Tanta pietà traspare dalle vostre parole! Vo’ ricordarvi! Il nome vostro? DES GRIEUX Son Renato des Grieux. LESCAUT (dall’osteria) Manon! MANON Lasciarvi debbo. (volgendosi all’osteria) Vengo! (a Des Grieux) M’ha chiamata mio fratello. DES GRIEUX Qui tornate? MANON No, non posso! Mi lasciate! DES GRIEUX O gentile, vi scongiuro. MANON Mi vincete. Quando oscuro l’aere intorno a noi sarà... (Si interrompe vedendo Lescaut sul balcone dell’osteria e corre verso di lui.) DES GRIEUX Donna non vidi mai simile a questa! A dirle: io t’amo, a nuova vita l’alma mia si desta. “Manon Lescaut mi chiamo.” Come queste parole profumate mi vagan nello spirto e ascose fibre vanno a carezzare. O sussurro gentil, deh! non cessare! ecc. “Manon Lescaut mi chiamo.” Sussurro gentil, deh! non cessar! (Edmondo e gli studenti che hanno sempre spiato Des Grieux lo circondano rumorosamente.) EDMONDO e STUDENTI La tua ventura ci rassicura. O di Cupido degno fedel, bella e divina la cherubina per tua delizia scese dal ciel! ecc. (Des Grieux parte indispettito.) Fugge. È dunque innamorato! (Edmondo e gli studenti si avviano all’osteria: s’imbattono in alcune fanciulle e le invitano a seguirli.) STUDENTI Venite, o fanciulle! Augurio ci siate di buona fortuna. FANCIULLE È bionda od è bruna la diva che guida la vostra tenzon? GERONTE Dunque vostra sorella il velo cingerà? LESCAUT Malo consiglio della gente mia. GERONTE Diversa idea mi pare la vostra? LESCAUT Certo, certo. Ho più sana la testa di quel che non sembri, benché triste fama mie gesta circondi. Ma la vita conosco, forse troppo. Parigi è scuola grande assai. Di mia sorella guida, mormorando, adempio il mio dovere, come un vero soldato. FANCIULLE Amiche fedeli d’un’ora, volete il bacio, volete il sospir? Ah! Orniam la vittoria – il bacio chiedete, il sospir! STUDENTI Chi perde, chi vince, vi brama, o fanciulle. LESCAUT Solo dico, che ingrato evento al mondo non ci coglie, senza qualche compenso. E in voi conobbi, Signor? GERONTE Geronte di Ravoir. STUDENTI Chi piange e chi ride, noi prostra ed irride la mala ventura; ma lieta prorompe d’amore la folle, d’amore l’eterna, l’eterna canzon, ecc. FANCIULLE Orniam la vittoria, e il core del vinto di tenebre cinto al tepido effluvio di molle carezza riposa, obliando e l’onta e il martir, ecc. EDMONDO (ad una fanciulla) Addio, mia stella, addio, mio fior, vaga sorella del dio d’amor. A te d’intorno va il mio sospir, e per un giorno non mi tradir. (La fanciulla si allontana; poi vedendo Geronte e Lescaut in stretto colloquio, si ferma indisparte ad osservarli.) LESCAUT Diporto vi conduce in viaggio? GERONTE No, dovere: l’affitto dell’imposte a me fidato dalla bontà del Re, dalla mia borsa. LESCAUT (da sé) Che sacco d’or! GERONTE E non mi sembra lieta neppur vostra sorella. LESCAUT Pensate! A diciott’anni! Quanti sogni e speranze! GERONTE Comprendo. Poverina! È d’uopo consolarla. Questa sera meco verrete a cena? LESCAUT Qual onor! Qual onore! (Gli fa cenno d’offrirgli qualche cosa all’osteria.) E intanto permettete... GERONTE Scusate, m’attendete per breve istante; qualche ordine io debbo all’ostiere impartir. (Lescaut s’inchina e Geronte s’allontana. Annotta e dall’interno dell’osteria sono portate lampade e candele accese, che i garzoni dispongono sui tavoli dei giuocatori.) CITTADINI Un asso – un fante. STUDENTI Un tre! TUTTI Che giuoco maledetto! LESCAUT (avvicinandosi ai giuocatori) Giuocano! Oh, se potessi tentare anch’io qualche colpo perfetto! TUTTI Puntate! Carte! Un asso! LESCAUT (Si pone alle spalle di un giuocatore e osserva il suo giuoco.) Un asso? Mio signore, un fante! Errore, errore! TUTTI È ver! Un fante! Siete un maestro! LESCAUT Celiate! Un dilettante! (Si siede e prende le carte. Geronte riappare e vedendo Lescaut occupato al giuoco, chiama l’Oste .) GERONTE Amico, io pago prima e poche ciarle! Una carrozza e cavalli che volino siccome il vento; fra un’ora! L’OSTE Sì, signore! GERONTE Dietro l’albergo, fra un’ora – capite? Verranno un uomo e una fanciulla – e via siccome il vento, via, verso Parigi! E ricordate che il silenzio è d’or. L’OSTE L’oro adoro. GERONTE Bene, bene! Adoratelo e ubbidite. (dandogli una borsa) Or mi dite: quest’uscita ha l’osteria solamente? L’OSTE Ve n’ha un’altra. GERONTE Indicatemi la via. (Partono.) FANCIULLE (dall’osteria) Chiedete il bacio, il sospir! GIUOCATORI (a Lescaut) A noi, v’invito banco! LESCAUT Carte! EDMONDO (che ha udito il colloquio fra Geronte e l’Oste) Vecchietto amabile, incipriato Pluton sei tu! La tua Proserpina di resisterti forse avrà virtù? (Entra Des Grieux.) (a Des Grieux) Cavaliere, te la fanno! DES GRIEUX (con sorpresa) Che vuoi dir? EDMONDO Quel fior dolcissimo che olezzava poco fa dal suo stel divelto, povero fior, fra poco appassirà! La tua fanciulla, la tua colomba or vola: del postiglion suona la tromba. Via, ti consola; un vecchio la rapisce! DES GRIEUX Davvero? EDMONDO Impallidisci? Per Dio, la cosa è seria! DES GRIEUX Qui l’attendo, capisci? EDMONDO Siamo a buon punto! DES GRIEUX Salvami! EDMONDO Salvarti? La partenza impedir? Tentiam! Senti! Forse ti salvo. Del giuoco morse all’amo il soldato laggiù. DES GRIEUX E il vecchio? EDMONDO Il vecchio? Oh, l’avrà da far con me! (Si avvicina ai compagni che giuocano, parla all’orecchio di alcuni di essi e poi si allontana; si sospende il giuoco; Lescaut beve in compagnia degli studenti. Manon appare sulla scaletta, guarda intorno e visto Des Grieux gli si avvicina.) MANON Vedete? Io son fedele alla parola mia. Voi mi chiedeste con fervida preghiera, che a voi tornassi un’altra volta. Meglio non rivedervi, io credo, e al vostro prego benignamente opporre il mio rifiuto. DES GRIEUX Oh, come gravi le vostre parole! Sì ragionar non suole l’età gentil che v’infiora il viso; mal s’addice al sorriso che dall’occhio traluce, questo disdegno melanconico! MANON Eppur lieta, assai lieta un tempo fui! La queta casetta risonava di mie folli risate, e coll’amiche gioconde ne andava sovente a danza! Ma di gaiezza il bel tempo fuggì! DES GRIEUX Nelle pupille fulgide profonde sfavilla il desiderio dell’amore – amor ora vi parla! Ah, date all’onde del nuovo incanto il dolce labbro e il cor. V’amo! V’amo! Quest’attimo di giorno rendete eterno ed infinito! MANON Una fanciulla povera son io, non ho sul volto luce di beltà, regna tristezza sul destino mio. DES GRIEUX Vinta tristezza dall’amor sarà! La bellezza vi dona il più vago avvenir. O soave persona, ah! mio sospiro infinito! MANON Non è ver, non è vero! Ah! sogno gentil, mio sospiro infinito! LESCAUT (alzandosi e picchiando sul tavolo) Non c’è più vino? E che? Vuota è la botte? (Gli studenti lo forzano a sedere e gli versano ancora del vino. All’udir la sua voce Manon impaurita vorrebbe rientrare, ma viene trattenuta da Des Grieux.) DES GRIEUX Deh! m’ascoltate: vi minaccia un vile oltraggio, un rapimento! Un libertino audace, quel vecchio che con voi giunse, una trama a vostro danno ordì. MANON Che dite? DES GRIEUX Il vero! EDMONDO (si avvicina a Des Grieux e Manon) Il colpo è fatto, la carrozza è pronta. Che burla colossal! Presto! Partite... MANON Che? Fuggir? DES GRIEUX Fuggiamo, fuggiamo! Che il vostro rapitor un altro sia. MANON Ah! No! Voi mi rapite? DES GRIEUX No, no! Vi rapisce amore! MANON Ah, no! DES GRIEUX V’imploro! EDMONDO Presto, via ragazzi! DES GRIEUX Ah, fuggiamo, fuggiamo! Manon, v’imploro – fuggiam! MANON No! No! No! No! EDMONDO Presto! Presto! DES GRIEUX Ah, Manon, Manon, v’imploro, ah, fuggiam, v’imploro! Ah! Fuggiam! MANON Andiam! EDMONDO Oh, che bei pazzi! (Dà a Des Grieux il proprio mantello, col quale può coprirsi il volto, poi tutti e tre fuggono dal fondo, dietro l’osteria. Entra Geronte e nota con soddisfazione che Lescaut è molto occupato a giuocare.) GERONTE Di sedur la sorellina è il momento! Via, ardimento! Il sergente è al giuoco intento. Vi rimanga! (a l’oste) Ehi, dico, pronta è la cena? L’OSTE Sì, Eccellenza! GERONTE L’annunziate a quella signorina che... EDMONDO (a Geronte) Eccellenza, guardatela! Essa parte in compagnia d’uno studente. GERONTE (molto agitato, corre da Lescaut scuotendolo) L’hanno rapita! LESCAUT (giuocando) Chi? GERONTE Vostra sorella! LESCAUT Mille e mille bombe! GERONTE L’inseguiam! È uno studente! L’inseguiam! LESCAUT È inutil. Riflettiam. Cavalli pronti avete? (Geronte accenna di sì.) Il colpo è fatto. Disperarsi è da matto. Vedo Manon con sue grazie leggiadre ha suscitato in voi un affetto di padre! GERONTE Non altrimenti. LESCAUT A chi lo dite... Io da figlio rispettoso vi dò un ottimo consiglio: Parigi! È là Manon. Manon già non si perde. Ma borsa di studente presto rimane al verde. Manon non vuol miserie, Manon riconoscente accetterà un palazzo per piantar lo studente. Voi farete da padre ad un’ottima figlia, io completerò, signore, la famiglia. Che diamine! Ci vuol calma...filosofia. EDMONDO e STUDENTI Venticelli ricciutelli che spirate fra vermigli fiori e gigli, avventura strana e dura, deh, narrate per mia fè! Assetato labbro aveva coppa piena – ber voleva e avidamente già suggeva. LESCAUT Ecco il vostro tricorno! E domattina in via! Dunque dicevo: a cena – il braccio a me! Degli eventi all’altezza esser convien... Perché... (Entrano nell’osteria.) STUDENTI Venticelli ricciutelli, ecc. A volpe invecchiata l’uva fresca e vellutata sempre acerba rimarrà. (Udendo ridere gli studenti, Lescaut esce minaccioso: gli studenti fuggono ridendo.) A PARIGI Salotto elegantissimo in casa di Geronte. Nel fondo due porte. A destra, ricchissime e pesanti cortine nascondono l’alcova. A sinistra, presso la finestra, una ricca pettiniera. Manon è seduta davanti la pettiniera, coperta da un ampio accappatoio bianco. Il parrucchiere le si affanna intorno. Due garzoni sul fondo stanno pronto ai cenni del parrucchiere. MANON (guardandosi allo specchio) Dispettosetto questo riccio! (al parrucchiere) Il calamistro, presto, presto! (Il parrucchiere corre a prendere il ferro per arricciare il riccio ribelle.) Or la volandola! Severe un po’ le ciglia! La cerussa! (soddisfatta) Lo sguardo vibri a guisa di dardo! Qua la giunchiglia! LESCAUT (entrando) Buon giorno, sorellina! MANON (al parrucchiere) Il minio e la pomata! LESCAUT Questa mattina mi sembri un po’ imbronciata. MANON Imbronciata? Perché? LESCAUT No? Tanto meglio! Geronte ov’è? Così presto ha lasciato il gineceo? MANON (al parrucchiere) Ed ora, un nèo! (Il parrucchiere porta la scatola contenente i nèi. Manon è indecisa quale scegliere.) LESCAUT Lo Sfrontato! Il Biricchino! No? Il Galante? MANON Non saprei. Ebben, due nèi! All’occhio l’Assassino e al labbro il Voluttuoso! (Il parrucchiere pone i due nèi, poi toglie l’accappatoio a Manon, che appare pettinata ed elegantemente vestita. Il parrucchiere fa un cenno ai suoi garzoni ed esce.) LESCAUT (scrutando Manon) Ah, che insiem delizioso! Sei splendida e lucente! M’esalto! E n’ho il perché! È mia la gloria se sei salva dall’amor d’uno studente. Allor che sei fuggita, là, ad Amiens, mai la speranza il cor m’abbandonò! Là la tua sorte vidi! Là il magico fulgor di queste sale balenò. T’ho ritrovata! Una casetta angusta era la tua dimora; possedevi baci e niente scudi! È un bravo giovinotto, quel Des Grieux! Ma ahimè, non è cassiere generale! È dunque naturale che tu abbia abbandonato per un palazzo aurato quell’umile dimora. MANON E dimmi... LESCAUT Che vuoi dire? MANON Nulla! LESCAUT Nulla! Davver? MANON Volevo domandar... LESCAUT Risponderò! MANON Risponderai? LESCAUT Ho inteso! Ne’ tuoi occhi io leggo un desiderio. Se Geronte lo sospettasse! MANON È ver! Hai côlto! LESCAUT Brami nuove di lui? MANON È ver, è ver! l’ho abbandonato senza un saluto, un bacio! (Si guarda intorno e si ferma cogli occhi all’alcova.) In quelle trine morbide, nell’alcova dorata v’è un silenzio, un gelido mortal – v’è un silenzio, un freddo che m’agghiaccia! Ed io che m’ero avvezza a una carezza voluttuosa di labbra ardenti e d’infuocate braccia or ho tutt’altra cosa! O mia dimora umile, tu mi ritorni innanzi – gaia, isolata, bianca, come un sogno gentil e di pace e d’amor! LESCAUT Poiché tu vuoi saper, Des Grieux, (qual già Geronte), è un grande amico mio. Ei mi tortura sempre: “Ov’è Manon? Ove fuggì? Con chi? A Nord? Ad Est? A Sud?” Io rispondo: “Non so!” Ma alfin l’ho persuaso! MANON Ei m’ha scordata? LESCAUT No, no! Ma che vincendo può coll’oro forse scoprir la via che mena a te! Or correggendo la fortuna sta! L’ho lanciato al giuoco! Vincerà! MANON (da sé) Per me tu lotti, per me, vile, che ti lasciai, che tanto duol ti costai! Ah, vieni, il passato mi rendi, l’ore fugaci, le tue carezze ardenti! Ah, rendimi i baci, i baci tuoi cocenti, quell’ebbrezza che un dì mi beò! Ah, vieni! Son bella? Vieni! Ah, vien, resister più non so! LESCAUT È il vecchio tavolier, per noi, tal quale, la cassa del danaro universale! Da me lanciato e istrutto pelerà tutti e tutto! Ma nel martirio delle lunghe lotte intanto il dì e la notte vive incosciente della sua follia, e chiede al giuoco ove tu sia! Ei vincerà! ei vincerà! (Manon rimane pensierosa poi i suoi occhi si soffermano allo specchio.) MANON Davver che a maraviglia questa veste mi sta? LESCAUT Ti sta a pennello! MANON E il tupè? LESCAUT Portentoso! MANON E il busto? LESCAUT Bello! (Entra un gruppo di cantanti tenendo fra le mani dei fogli di musica. S’avanzano e si schierano da un lato, davanti a Manon.) (piano, a Manon) Che ceffi son costor? Ciarlatani o speziali? MANON Son musici! È Geronte che fa dei madrigali! SOLISTA Sulla vetta tu del monte erri, o Clori; hai per labbra due fiori, e l’occhio è un fonte. CORO Ohimè! Ohimè! Filen spira ai tuoi piè! SOLISTA Di tue chiome sciogli al vento il portento, ed è un giglio il tuo petto bianco, ignudetto. CORO Clori sei tu, Manon, ed in Filen, Geronte si mutò! Filen suonando sta; la sua zampogna va sussurrando: “Pietà!” L’eco sospira: “Pietà!” Piagne Filen: “Cuor non hai Clori in sen? Ve’, già Filen vien men!” No! Clori a zampogna che soave plorò non disse mai no! MANON (seccata, dà una borsa a Lescaut) Paga costor! LESCAUT (intascando la borsa) Oibò! Offender l’arte? (ai musicisti) Io v’accomiato in nome della Gloria! (I musicisti partono inchinandosi; dall’altre porte si vedono sfilare alcuni amici di Geronte, che li riceve.) MANON (a Lescaut) I madrigali! Il ballo! E poi la musica! Son tutte belle cose! Pur m’annoio! (Entrano alcuni suonatori, prendono posto e incominciano a suonare i loro strumenti. Manon va incontro a Geronte che entra seguito dal maestro di ballo.) LESCAUT (fra sé) Una donnina che s’annoia è cosa da far paura! Andiam da Des Grieux! È da maestro preparar gli eventi! (Esce inosservato mentre gli ospiti di Geronte rendono omaggio a Manon. Geronte, radiante, le sta vicino.) MAESTRO DI BALLO (avanzando, offre la sua mano a Manon) Vi prego, signorina, un po’ elevato il busto – indi – ma brava, così mi piace! Tutta la vostra personcina or s’avanzi! Così! Io vi scongiuro – a tempo! GERONTE Oh, vaga danzatrice! MANON Un po’ inesperta. MAESTRO DI BALLO Vi prego, non badate a lodi sussurrate. È cosa seria il ballo! SIGNORI ed ABATI (piano, a Geronte) Tacete! Vi frenate, come si fa da noi; ammirate in silenzio, in silenzio adorate – è cosa seria. MAESTRO DI BALLO (a Manon) A manca! Brava! A destra! Un saluto! Attenta! L’occhialetto! GERONTE Minuetto perfetto. SIGNORI ed ABATI Che languore nello sguardo! Che dolcezza, che carezza! Troppo è bella – pare stella! Che candori! Che tesori! Quella bocca – baci scocca! Se sorride stella pare! GERONTE Troppo è bella! Si ribella la parola – la parola e canta e vanta! MANON Lodi aurate mormorate or mi vibrano d’intorno; vostri cori adulatori su frenate! Ah! Lodi aurate sussurrate or mi vibrano d’intorno! GERONTE Voi mi fate spasimare! MANON Vostri cori adulatori su frenate! GERONTE Voi mi fate spasimare, voi mi fate delirare! SIGNORI ed ABATI La deità siete del giorno! Della notte ell’è regina! (Il maestro di ballo fa segni d’impazienza.) MANON Il buon maestro non vuol parole. Se m’adulate non diverrò la diva danzatrice ch’ora già si figura la vostra fantasia troppo felice. MAESTRO DI BALLO Un cavalier – GERONTE (frettoloso) Son qua! SIGNORI ed ABATI Bravi! Che coppia! Evviva i fortunati innamorati! Ve’ Mercurio e Ciprigna! Con amore e dovizia, oh, qui letizia, con amore e dovizia, leggiadramente alligna! MANON L’ora, o Tirsi, è vaga e bella, ride il giorno, ride intorno la fida pastorella. Te sospira, per te spira. Ma tu giungi e in un baleno viva e lieta è dessa allor! Ah, vedi il ciel! Com’è sereno sul miracolo d’amor! SIGNORI ed ABATI Voi siete il miracolo! Voi siete l’amor! Ah! l’amor, ecc. GERONTE (interrompendo) Galanteria sta bene, ma obliate che è tardi. Allegra folla ondeggia pei baluardi. SIGNORI ed ABATI Qui il tempo vola! GERONTE È cosa ch’io so per prova. (a Manon) Voi, mia fulgida letizia, esser compagna a noi prometteste; di poco vi precediamo. MANON Un breve istante sol vi chiedo; attendermi fia lieve fra il bel mondo dorato. SIGNORI ed ABATI Grave è sempre l’attesa. GERONTE Dell’anima sospesa non sian lunghe le pene. (Baciando la mano a Manon, con inchini gli ospiti si accomiatano mentre il maestro di ballo e i suonatori partono anch’essi.) Ordino la lettiga. Addio, bell’idol mio. (Parte.) MANON (ammirandosi nello specchio) Oh, sarò la più bella! (Prende la mantiglia: sente che qualcuno si avvicina; crede che sia il servo.) Dunque questa lettiga! (Des Grieux appare sulla porta. Manon gli corre incontro.) Tu, tu, amore? Tu? Ah, mio immenso amore! Dio! DES GRIEUX (con tono di rimprovero) Ah, Manon! MANON Tu non m’ami dunque più? M’amavi tanto! Oh, i lunghi baci! Oh, il lungo incanto! La dolce amica d’un tempo aspetta la tua vendetta. Oh, non guardarmi così; non era la tua pupilla tanto severa! DES GRIEUX Sì, sciagurata, la mia vendetta – MANON Ah! La mia colpa! È vero! DES GRIEUX Ah, sciagurata, la mia vendetta – MANON Ah, è vero! Non m’ami più – Ah, è vero! Non m’ami dunque più? M’amavi tanto – non m’ami più! DES GRIEUX Taci, taci, tu il cor mi frangi! Tu non sai le giornate che buie desolate son piombate su me! MANON Io voglio il tuo perdono. Vedi? Son ricca – DES GRIEUX Taci! MANON Questa non ti sembra una festa e d’ori e di colori? Tutto è per te. DES GRIEUX Deh, taci! MANON Pensavo a un avvenir di luce; amor qui ti conduce. T’ho tradito, è ver! (S’inginocchia.) Ai tuoi piedi son! T’ho tradito – sciagurata dimmi – ai tuoi piedi son. Ah, voglio io tuo perdono, ah, non lo negar! Son forse della Manon d’un giorno meno piacente e bella? DES GRIEUX O tentatrice! È questo l’antico fascino che m’accieca! MANON È fascino d’amore; cedi, son tua! DES GRIEUX Più non posso lottar! Son vinto! MANON Cedi, son tua! Ah, vieni! ah vien! Colle tue braccia stringi Manon che t’ama... DES GRIEUX Non posso lottar, o tentatrice! MANON Stretta al tuo sen m’allaccia! Manon te solo, te solo brama! DES GRIEUX Più non posso lottar! MANON Cedi, son tua! DES GRIEUX Son vinto: io t’amo! – MANON Ah! vien! DES GRIEUX – t’amo! MANON Ah, vien! Manon te solo brama, te solo brama! DES GRIEUX Più non posso lottar! Son vinto: io t’amo! MANON Vieni! Colle tue braccia stringi Manon che t’ama! DES GRIEUX Nell’occhio tuo profondo io leggo il mio destin; tutti i tesor del mondo ha il tuo labbro divin! MANON Ah! Manon te solo brama – stretta al tuo sen m’allaccia. Alle mie brame torna, deh, torna ancor, alle mie ebbrezze, ai baci lunghi d’amor! Vivi e t’inebria sovra il mio cor – deh, torna ancor! ecc. La bocca mia è un altare dove il bacio è Dio! DES GRIEUX I baci tuoi son questi! Questo è il tuo amor! M’arde il tuo bacio, dolce tesor! In te m’inebrio ancor! ecc. Nelle tue braccia care v’è l’ebbrezza, l’oblio! MANON Labbra adorate e care! DES GRIEUX Manon, mi fai morire! MANON Labbra dolci a baciare! MANON e DES GRIEUX Dolcissimo soffrir! (Geronte si presenta improvviso alla porta del fondo: si arresta stupito.) MANON Ah! GERONTE Affè, madamigella, or comprendo il perché di nostr’attesa! Giungo in mal punto. Errore involontario! Chi non erra quaggiù? (a Des Grieux) Anche voi, credo, ad esempio, obliaste d’essere in casa mia – DES GRIEUX Signore! MANON (a Des Grieux) Taci! GERONTE Gratitudine – sia oggi il tuo dì di festa! (a Manon) Donde vi trassi, le prove che v’ho date d’un vero amore, come rammentate! MANON (prende lo specchio, lo pianta in viso a Geronte) Amore? Amore! Mio buon signore, ecco! Guardatevi – guardatevi! Se errai, leale ditelo! E poi guardate noi! GERONTE Io son leale, mia bella donnina. Conosco il mio dovere – deggio partir di qui! O gentil cavaliere, o vaga signorina, arrivederci – e presto! (Parte.) MANON (ridendo) Liberi! Liberi come l’aria! Che gioia, cavaliere, amor mio bello! DES GRIEUX Senti, di qui partiamo; un solo istante, questo tetto del vecchio maledetto non t’abbia più! MANON Peccato! Tutti questi splendori! Tutti questi tesori! Ahimè, dobbiam partir! DES GRIEUX Ah, Manon, mi tradisce il tuo folle pensier; sempre la stessa, sempre la stessa! Trepida divinamente, nell’abbandono ardente, buona e gentile come la vaghezza di quella tua carezza; sempre novella ebbrezza; indi, d’un tratto, vinta, abbacinata dai raggi della vita dorata! Io? Tuo schiavo e tua vittima discendo la scala dell’infamia. Fango nel fango io sono e turpe eroe da bisca m’insozzo, mi vendo. L’onta più vile m’avvicina a te! Nell’oscuro futuro, di’, che farai di me? MANON Un’altra volta ancora, deh, mi perdona! Sarò fedele e buona, lo giuro! (Entra Lescaut ansante. Manon e Des Grieux, sorpresi, gli vanno incontro.) DES GRIEUX Lescaut! MANON Tu qui? (Lescaut si lascia cadere su di una sedia.) DES GRIEUX, poi MANON Che avvenne? Di’! (Lescaut lascia capire colle mani che è successo qualche grave imbroglio.) MANON e DES GRIEUX O ciel! Che è stato? Ci fai tremar! LESCAUT Ch’io prenda fiato... MANON e DES GRIEUX Ci fai tremar! LESCAUT ...onde parlar. MANON e DES GRIEUX O ciel, che è stato? Di’! LESCAUT V’ha denunziato! MANON Chi? DES GRIEUX Il vecchio? LESCAUT Sì! MANON Ohimè! LESCAUT Già vengon qui e guardie e arcier! MANON Ohimè! DES GRIEUX O ciel! LESCAUT Su, cavalier, e per le scale spiegate l’ale! MANON Ohimè! LESCAUT Da un granatiere ch’era in quartiere tutto ho saputo. Per le scale, cavalier, spiegate l’ale! Già vengon qui e guardie e arcier! Via, l’ali ai piè! DES GRIEUX Maledetto, maledetto il vecchio astuto! MANON Ohimè! Ohimè! M’affretto, ohimè! DES GRIEUX Sì! Bada a te! LESCAUT Ah, non sapete, voi la perdete, ah, non sapete, l’attende crudele sorte spietata: l’esiglio! MANON Ohimè! La morte, la morte! LESCAUT Or v’affrettate! Non esitate! Pochi minuti, siete perduti! Già dal quartier uscian gli arcier! ecc. Il vecchio vil morrà di bile, se trova vuota la gabbia e ignota gli sia altra dimora! MANON Ohimè; m’affretto! (a Lescaut) Un istante! Questo smagliante smeraldo – (a Des Grieux) Ma sì! Mio Dio! Mi sbrigo! E tu m’aiuta! DES GRIEUX Sì, bada a te, vecchio vil! (a Manon) Andiam, andiam! Affrettiam! Orsù! A far? LESCAUT Manon! MANON Ad involtar – LESCAUT Su via, son già per via! DES GRIEUX Andiam! MANON Ma sì! E tu m’aiuta... DES GRIEUX Andiam! MANON ...ad involtar cotesti oggetti! Vuota i cassetti! E quest’incanto che adoro tanto dovrò lasciare, abbandonare? DES GRIEUX Orsù, affrettiam! Andiam, Manon! Orsù, affrettiam! O mia diletta Manon, t’affretta! D’uopo è partir – tosto fuggir! Torturar mi vuoi ancor! LESCAUT Oh, il bel forzier – peccato inver! Nostro cammino sarà il giardino, in un istante dell’alte piante sotto l’ombria siam sulla via. Buon chi ci piglia! MANON (prende altri gioielli e li nasconde nella mantiglia) Saria imprudenza lasciar quest’oro, o mio tesoro, o mio tesoro! DES GRIEUX Con te portar dei solo il cor. Io vo’ salvar solo il tuo amor. LESCAUT (dalla finestra) Maledizion! Eccoli, accerchian la casa! DES GRIEUX Manon! MANON Des Grieux! Di qua! Di là! Fuggiam, fuggiam! Ebben, di là! DES GRIEUX Fuggiam, fuggiam! no, no! di là, presto, presto! LESCAUT Il vecchio ordina, sbraita, le guardie sfilano... MANON Ohimè! DES GRIEUX Fuggiam! LESCAUT ...gli arcier s’appostano! (Manon e Des Grieux sono indecisi sul modo di scappare. Lescaut corre alla porta e la chiude.) Entrano, salgono! Eccoli! DES GRIEUX Dimmi, qui v’è un’uscita? MANON Sì, laggiù all’alcova! LESCAUT (spingendo entro all’alcova Manon e Des Grieux poi li segue) Eccoli, eccoli – salgono, salgono! MANON (nell’alcova) Ah! Ah! (Manon esce dall’alcova seguita da Lescaut e Des Grieux. Dalle cortine dell’alcova appaiono un sergente e due arcieri mentre Geronte e una squadra di soldati entrano dalla porta.) SERGENTE Nessun si muova! (Geronte sogghigna ironicamente a Manon la quale per lo spavento lascia sfuggire la mantiglia e i gioielli si spargono al suolo. Des Grieux sguaina la spada.) LESCAUT (disarmando Des Grieux) Se vi arrestan, cavalier, chi potrà Manon salvar? (A un cenno di Geronte, Manon è trascinato via dai soldati.) DES GRIEUX (disperato, vorrebbe slanciarsi dietro a Manon, ma è trattenuto da Lescaut) O Manon! O mia Manon! INTERMEZZO LA PRIGIONIA – IL VIAGGIO ALL’HAVRE Des Grieux:”...Gli è che io l’amo! La mia passione è così forte che io mi sento la più sfortunata creatura che viva. Quello che io ho tentato a Parigi per ottenere la sua libertà!...Ho implorato i potenti!...Ho picchiato e supplicato a tutte le porte!...Persino alla violenza ho ricorso!...Tutto fu inutile. Una sol via mi rimane: seguirla! Ed io la seguo! Dovunque ella vada!...Fosse pure in capo al mondo!...” (Storia di Manon Lescaut e del cavaliere Des Grieux dell’abate Prévost) LE HAVRE Piazzale presso il porto (Il porto è nel fondo. Si vede la metà di una nave da guerra. A sinistra, l’angolo di una caserma con una grossa finestra, con inferriata. Nella facciata verso la piazza, il portone chiuso, innanzi al quale passeggia una sentinella. A destra, una casa e un viottolo che una lanterna rischiara debolmente. È l’ultima ora della notte; il cielo si andrà gradatamente rischiarando. Des Grieux e Lescaut stanno di fronte alla caserma dov’è rinchiusa Manon.) DES GRIEUX Ansia eterna, crudel. LESCAUT Pazienza ancor. La guardia là fra poco monterà l’arcier che ho compro. Pazienza ancor. DES GRIEUX L’attesa m’accora! (accenna alla finestra della caserma) La vita mia, l’anima tutta è là! LESCAUT Manon sa già e attende il mio segnale e a noi verrà. Io intanto cogli amici là il colpo tenterò! Manon all’alba libera farò! (Si avvolge nel ferraiolo fino agli occhi e va cautamente nel fondo ad osservare.) DES GRIEUX Dietro al destino mi traggo livido, e notte e dì cammino. E un miraggio m’angoscia, m’esalta! Vicino or m’è, poi fugge se l’avvinghio! Parigi ed Havre – fiera, triste agonia! Oh, lungo strazio della vita mia! LESCAUT (avvicinandosi a Des Grieux) Vengono! (Dalla caserma esce un picchetto guidato da un sergente che viene a cambiare la guardia.) DES GRIEUX Alfin! LESCAUT (indicando uno dei soldati) Ecco là l’uomo – è quello! (Il picchetto rientra in caserma.) È l’Havre addormentata! L’ora è giunta! (Scambia un rapido cenno con la sentinella, che si allontana; poi si avvicina alla finestra, picchia con precauzione alle sbarre di ferro. Des Grieux immobile, tremante, guarda. La finestra si apre e appare Manon. Des Grieux corre alla finestra.) DES GRIEUX Manon! MANON Des Grieux! (Sporge le mani dall’inferriata e Des Grieux le bacia con trasporto.) LESCAUT (fra sé) Al diavolo l’America! Manon non partirà! MANON Tu, amore? Nell’onta non m’abbandoni? DES GRIEUX Abbandonarti? Mai! MANON Amore! DES GRIEUX Se t’ho seguita per la lunga via... MANON Amore! DES GRIEUX ...fu perché fede mi regnava in core. MANON Amore! DES GRIEUX Fra poco mia sarai! MANON Tua, fra poco! Fra poco, tua! DES GRIEUX (interrompendola come un lampionaio entra nella piazza) Taci, taci! LAMPIONAIO (si avvicina alla lampada) E Kate rispose al Re: “D’una zitella perché tentar il cor? Per un marito mi fe’ bella il Signor!” (spegnendo la luce) Rise il Re, poi le die’ gemme ed or, ed un marito, e n’ebbe il core. (Si allontana dal viottolo. Comincia ad albeggiare.) DES GRIEUX È l’alba! O mia Manon, pronta alla porta del cortil sii tu. V’è là Lescaut, con uomini devoti. Là vanne e tu sei salva! LAMPIONAIO (da lontano) E Kate rispose al Re – Rise il Re poi le die’ gemme ed or. MANON Tremo, pavento per te! Tremo e m’angoscio, né so il perché! Ah, una minaccia funebre io sento! Tremo a un periglio che ignoto m’è. DES GRIEUX Manon, disperato è il mio prego! L’affanno la parola mi spezza. Vuoi che m’uccida qui? Ti scongiuro, Manon, ah, vieni! Salviamoci! (indicando il viottolo) Vien, ti scongiuro! Ah, vieni! Salviamoci! MANON E sia! Chiedimi tutto! Son tua, m’attendi, amore! (Des Grieux addita il viottolo. Manon gli manda un bacio e si ritira dalla finestra. Improvvisamente si ode uno sparo; Des Grieux corre verso il viottolo.) VOCI (da lontano) All’armi! All’armi! LESCAUT (entrando, con la spada sguainata) Perduta è la partita! Cavalier, salviam la vita! DES GRIEUX Che avvenne? VOCI (da lontano) All’armi! LESCAUT Udite come strillano! Fallito è il colpo! VOCI DELLE DONNE (da lontano) Ah! DES GRIEUX (sguainando la sua spada) Venga la morte! Ah, fuggir? Giammai! LESCAUT (interrompe Des Grieux) Ah, pazzo inver! MANON (riapparendo alla finestra, agitata) Se m’ami, in nome di Dio t’invola, amor mio! (Abbandona la finestra e scompare.) DES GRIEUX Ah, Manon! LESCAUT (trascinando via Des Grieux) Cattivo affar! (Attratti dagli spari e da gridi d’allarme, i cittadini accorrono, con grande confusione.) CITTADINI (fra sé) Ah! Udiste? – Che avvenne? Che fu? Fu un ratto? Rivolta? Fuggiva una donna? Udiste? Che avvenne? Che fu? Fuggiva una donna. La folta tenebra protesse laggiù i rapitori, ecc. Più d’una – (Rulli di tamburi; si apre il portone della caserma; esce il sergente con un pichetto di soldati, in mezzo ai quali stanno donne incatenate. Manon è fra loro.) SERGENTE (alla folla) Il passo m’aprite. (Il comandante della nave scende, seguito da un drappello di marinai.) COMANDANTE (al sergente) È pronta la nave. L’appello affrettate! CITTADINI Silenzio! L’appello cominciano già! (Con un foglio in mano fa l’appello; le donne passano presso al drappello dei marinai mentre il comandante annota i nomi su un registro.) SERGENTE Rosetta! (Rosetta passa sfrontatamente.) CITTADINI Eh! Che aria! È un amore! SERGENTE Madelon! (Madelon passa indifferente e sorridendo.) CITTADINI Ah! qui sei ridotta! Ah, ah! – Che riso insolente! SERGENTE Manon! (Manon passa lentamente cogli occhi a terra.) CITTADINI Chissà? – Una sedotta! È bella davvero! LESCAUT Costei? V’è un mistero! UOMINI Sedotta? Tradita? CITTADINI Madonna è dolente! Ah! Ah! Affè, che dolore! LESCAUT Costei fu rapita fanciulla all’amore d’un vago garzone! SERGENTE Ninetta! (Passa.) CITTADINI Che incesso! (Des Grieux cautamente si avvicina a Manon cercando di nascondersi dietro di lei.) MANON Des Grieux, fra poco lungi sarò. UOMINI (a Lescaut) Che infamie! Che orror! SERGENTE Caton! (Caton passa imponente.) CITTADINI È una dea! MANON Questo è il destino mio. E te perduto per sempre avrò! Ultimo bene! Addio! LESCAUT Rapita alle nozze e a sozze carezze gittata! UOMINI Fa compassione! È sempre così! SERGENTE Regina! (Regina passa pavoneggiandosi; alcuni cittadini ridono.) CITTADINI Qui sei ridotta! Questa vorrei! Che amore! Che riso insolente! MANON Alla tua casa riedi! Addio! Addio! LESCAUT Pel gaudio d’un dì – d’un vecchio signor poi, sazio, cacciata! UOMINI Che infamia! Che orrore! Fa pietà! Ah, fa compassion, pietà! LESCAUT (indicando Des Grieux) Vedete quel pallido che presso le sta? SERGENTE Claretta! (Una bionda va al suo posto, frettolosamente.) CITTADINI Ah! Ah! Che bionda! MANON Devi Manon scordar! DES GRIEUX Ah, guardami e vedi com’io soggiacio a questa angoscia amara! Ah! Ogni pensiero si scioglie in pianto! MANON Forse abbastanza non fosti amato; quest’è il rimorso mio! Ma tu perdona, mio amor, ah, amore immenso, amore, addio! LESCAUT Lo sposo è quel misero che presso le sta! Vedete? UOMINI Inver, fa pietà! Orror! CITTADINI Che gaia assemblea! SERGENTE Violetta! (Una bruna passa con modo procace.) CITTADINI Che bruna! MANON Ora a tuo padre dei far ritorno, devi Manon scordar! DES GRIEUX Ah, m’ho nell’animo l’odio soltanto, degli’uomini e di Dio! LESCAUT Così, fra catene, nel fango avvilita, rivede e rinviene la sposa rapita! UOMINI Che infamia! Orror! Inver, fa pietà! Infamia ed orrore! Fa compassione, pietà! SERGENTE Nerina!... Elisa! (Passano.) CITTADINI Che splendidi nèi! Di vaghe nessuna! Che gaia assemblea! SERGENTE Ninon! (Ninon si copre il volto con le mani.) MANON Mio amor, addio! SERGENTE Giorgetta! (Giorgetta passa.) CITTADINI Infamia! orror! Ah! ah! ah! SERGENTE (alle prigioniere) Presto! In fila! Marciate! (vedendo Manon ferma presso a Des Grieux) Costui ancor qui? Finiamola! (Prende brutalmente Manon per un braccio e la spinge verso le altre.) DES GRIEUX (strappa Manon dalle mani del sergente) Indietro! SERGENTE (a Des Grieux) Via! UOMINI (spinti da Lescaut) Coraggio! DES GRIEUX Ah, guai a chi la tocca! Manon, ti stringi a me! UOMINI Così! Bravo! COMANDANTE Che avvien? DES GRIEUX Ah, non v’avvicinate! Ché, vivo me, costei nessun strappar potrà! (Scorgendo il comandante, vinto da profonda emozione, singhiozza; le sue braccia che stringevano Manon si sciolgono.) No! Pazzo son! Guardate! (al comandante) Come io piango ed imploro, come io piango, guardate, come io chiedo pietà! Udite! M’accettate qual mozzo o a più vile mestiere ed io verrò felice! M’accettate! Ah, guardate, io piango e imploro! Vi pigliate il mio sangue – la vita! V’imploro, vi chiedo pietà! Ingrato non sarò! (Cade in ginocchio.) COMANDANTE (commosso si piega verso Des Grieux, gli sorride) Ah! Popolar le Americhe, giovinotto, desiate? Ebben – sia pur! Via, mozzo, v’affrettate! (Des Grieux getta un grido di gioia e bacia la mano del comandante. Manon si volge, vede, comprende. Stende le braccia a Des Grieux che corre da lei. Lescaut, in disparte crolla il capo e se ne va.) IN AMERICA Una landa deserta sui confini della Nuova Orléans. (Terreno brullo ed ondulato; orizzonte vastissimo: cielo annuvolato. Scende la sera. Manon e Des Grieux avanzano lentamente dal fondo; sono poveramente vestiti. Manon estenuata, s’appoggia a Des Grieux, che la sostiene a fatica.) DES GRIEUX Tutta su me ti posa, o mia stanca diletta. La strada polverosa, la strada maledetta al termine s’avanza. MANON Innanzi, innanzi ancor! L’aria d’intorno or si fa scura. DES GRIEUX Su me ti posa! MANON Erra la brezza nella gran pianura e muore il giorno! Innanzi, innanzi! No – (Cade.) DES GRIEUX Manon! MANON Son vinta! Mi perdona! Tu sei forte, t’invidio; donna, debole, cedo! DES GRIEUX Tu soffri? MANON Orribilmente! (Manon sforzandosi risponde.) No! Che dissi? Una vana, stolta parola. Deh, ti consola! Chieggo breve riposo – un solo istante. Mio dolce amante, a me t’appressa, a me! DES GRIEUX Manon, senti, amor mio! Non mi rispondi, amore? Vedi, son io che piango, io che imploro, io che carezzo e bacio i tuoi capelli d’oro! Ah, Manon! Manon, rispondi a me! Tace! Maledizione! (Le tocca la fronte; fra sé) Crudel febbre l’avvince. Disperato mi vince un senso di sventura, un senso di tenebre e di paura! (a Manon) Rispondimi, amor mio! Tace! Manon, non mi rispondi? MANON (rinvenendo poco a poco) Sei tu che piangi? Sei tu che implori? I tuoi singulti ascolto, e mi bagnano il volto le tue lagrime ardenti. Ah, sei tu che piangi e implori? Amor, aita! DES GRIEUX O amore! O Manon! Ah, Manon, amor mio! MANON Amor! Amor, aita! DES GRIEUX O mia Manon! MANON La sete mi divora – amore, aita, aita! DES GRIEUX Tutto il mio sangue per la tua vita! (Corre verso il fondo scrutando l’orizzonte.) É nulla! Nulla! Arida landa, non un filo d’acqua – O immoto cielo! O Dio, a cui fanciullo anch’io levai la mia preghiera, un soccorso! MANON Sì, un soccorso! Tu puoi salvarmi! Senti, qui poserò! E tu scruta il mister dell’orizzonte e cerca monte o casolar. Oltre ti spingi e con lieta favella, lieta novella poi vieni a recar! (Des Grieux resta ancora indeciso poi s’allontana a poco a poco; giunto nel fondo ci ripensa e poi con decisione parte correndo.) Sola, perduta, abbandonata in landa desolata! Orror! Intorno a me s’oscura il ciel. Ahimè, son sola! E nel profondo deserto io cado, strazio crudel, ah, sola, abbandonata, io la deserta donna! Ah, non voglio morir! Tutto dunque è finito. Terra di pace mi sembrava questa! Ah, mia beltà funesta ire novelle accende – strappar da lui mi si volea; or tutto il mio passato orribile risorge, e vivo innanzi al guardo mio si posa. Ah, di sangue s’è macchiato! Ah, tutto è finito! Asil di pace ora la tomba invoco. No, non voglio morir! Amore, aita! No! (Des Grieux ritorna.) Fra le tue braccia, amore, l’ultima volta! Apporti tu la novella lieta? DES GRIEUX Nulla rinvenni, l’orizzonte nulla mi rivelò, lontano spinsi lo sguardo invano. MANON Muoio: scendon le tenebre; su me la notte scende. DES GRIEUX (con passione per confortarla) Un funesto delirio ti percuote, t’offende. Posa qui dove palpito, in te ritorna ancor! MANON Io t’amo tanto – e muoio! Già la parola manca al mio voler, ma posso dirti che t’amo tanto! Oh, amore, ultimo incanto, ineffabile ebbrezza! O mio estremo desir, io t’amo, t’amo tanto! DES GRIEUX (toccandole il volto, poi fra sé stesso, atterrito) Gelo di morte! Dio, l’ultima speme infrangi. MANON Mio dolce amor, tu piangi. Non è di lagrime, ora di baci è questa; il tempo vola – baciami! DES GRIEUX O immensa delizia mia, tu fiamma d’amore eterna. MANON La fiamma si spegne – parla, deh! parla – ahimè! DES GRIEUX Manon! MANON Più non t’ascolto – ahimè! Qui, qui, vicino a me, voglio il tuo volto, così, così, mi baci – vicino a me, ancor ti sento – Ahimè! DES GRIEUX Senza di te perduto – ti seguirò. MANON (con un ultimo sforzo) Non voglio! Addio – Cupa è la notte – ho freddo. Era amorosa la tua Manon? Rammenti? Dimmi – la luminosa mia giovinezza? Il sol più non vedrò! DES GRIEUX Mio Dio! MANON Le mie colpe – travolgerà l’oblio – ma l’amor mio – non muor. (Des Grieux pazzo di dolore, scoppia in un pianto convulso; poi cade svenuto sul corpo di Manon.) FINE |
libretto by Ruggero Leoncavallo, Marco Praga, Giuseppe Giacosa, Domenico Oliva, Luigi Illica, Giacomo Puccini |