Turandot” by Giacomo Puccini libretto (Italian)

Personaggi

Turandot, principessa (soprano)
Altoum, suo padre, imperatore della Cina (tenore)
Timur, re tartaro spodestato (basso)
Calaf, il Principe Ignoto, suo figlio (tenore)
Liú, giovane schiava, guida di Timur (soprano)
Ping, Gran Cancelliere (baritono)
Pang, Gran Provveditore (tenore)
Pong, Gran Cuciniere (tenore)
Un Mandarino (baritono)
Il Principe di Persia (tenore)
Il Boia (Pu-Tin-Pao) (comparsa)
Guardie imperiali - Servi del boia - Ragazzi - Sacerdoti - Mandarini - Dignitari - Gli otto sapienti - Ancelle di Turandot - Soldati - Portabandiera - Ombre dei morti - Folla

ATTO PRIMO

Le mura della grande Città Violetta
(La Città Imperiale. Gli spalti massicci chiudono quasi
tutta la scena in semicerchio. Soltanto a destra il giro è
rotto da un grande loggiato tutto scolpito e intagliato
a mostri, a liocorni, a fenici, coi pilastri sorretti dal
dorso di massicce tartarughe. Ai piedi del loggiato,
sostenuto da due archi, è un gong di sonorissimo
bronzo. Sugli spalti sono piantati i pali che reggono i
teschi dei giustiziati. A sinistra e nel fondo, s’aprono
nelle mura tre gigantesche porte. Quando si apre il
velario siamo nell’ora più sfolgorante del tramonto.
Pekino, che va digradando nella lontananza, scintilla
dorata. Il palazzo è pieno di una pittoresca folla cinese,
immobile, che ascolta le parole di un Mandarino. Dalla
sommità dello spalto, dove gli fanno ala le guardie
tartare rosse e nere, egli legge un tragico decreto.)


MANDARINO
Popolo di Pekino!
La legge è questa:
Turandot, la pura, sposa sarà
di chi, di sangue regio,
spieghi i tre enigmi
ch’ella proporrà.
Ma chi affronta il cimento
e vinto resta,

porga alla scure
la superba testa!

LA FOLLA
Ah! Ah!

MANDARINO
Il principe di Persia
avversa ebbe fortuna:
al sorger della luna,
per man del boia
muoia!

LA FOLLA
Muoia! sì, muoia!
Noi vogliamo il carnefice!
Presto, presto!
Muoia! Muoia!
Al supplizio!
Se non appari,
noi ti sveglierem!
Pu-Tin-Pao! Pu-Tin Pao!
Alla reggia! Alla reggia!

GUARDIE
(respingono la folla. Nell’urto molti cadono.)
Indietro, cani!

LA FOLLA
Oh, crudeli!
Pel cielo, fermi!

LE GUARDIE
Indietro, cani!

LA FOLLA
O madre mia!
Ahi, i miei bimbi!
Crudeli, fermi!
Siate umani! Non fateci male!

LIÙ
Il mio vecchio è caduto!
Chi mi aiuta a sorreggerlo?
Il mio vecchio è caduto!
Pietà, pietà.

IL PRINCIPE IGNOTO
(accorre. Riconosce il padre suo. Ha un grido.)
Padre! Mio padre!
O padre, sì, ti ritrovo!
Guardami! Non è sogno!

GUARDIE
Indietro!

LIÙ
Mio signore!

LA FOLLA
Perché ci battete? ahimè!

IL PRINCIPE IGNOTO
Padre! Ascoltami!
Padre! Son io!
E benedetto sia il dolor
per questa gioia che ci dona
un Dio pietoso.

TIMUR
O mio figlio! tu! vivo?

IL PRINCIPE IGNOTO
Taci!
Chi usurpò la tua corona
me cerca e te persegue!
Non c’è asilo per noi,
padre, nel mondo!

TIMUR
T’ho cercato, mio figlio,
e t’ho creduto morto!

IL PRINCIPE IGNOTO
T’ho pianto, padre,
e bacio queste mani sante!...

TIMUR
O figlio ritrovato!

LA FOLLA
Ecco i servi del boia!
Muoia! Muoia!

TIMUR
Perduta la battaglia,
vecchio Re senza regno e fuggente,
una voce sentii
che mi diceva:
“Vien con me, sarò tua guida...”
Era Liù!

IL PRINCIPE IGNOTO
Sia benedetta!

TIMUR
Ed io cadeva affranto,
e m’asciugava il pianto,
mendicava per me!

IL PRINCIPE IGNOTO
Liù, chi sei?

LIÙ
Nulla sono...
Una schiava, mio signore...

LA FOLLA (interno)
Gira la cote!
Gira la cote!

IL PRINCIPE IGNOTO
E perché tanta angoscia hai diviso?

LIÙ
Perché un dì...nella reggia,
mi hai sorriso.
(Entra un gruppo di servi del boia preceduto dai
portatori della cote per arrotare la grande scimitarra
del boia.)

LA FOLLA
Gira la cote! Gira! ecc.

I SERVI DEL BOIA
Ungi, arrota,
che la lama guizzi, sprizzi
fuoco e sangue!
II lavoro mai non langue,
dove regna Turandot!

LA FOLLA
dove regna Turandot!
Dolci amanti, avanti, avanti!

I SERVI DEL BOIA
Con gli uncini e coi coltelli,
noi siam pronti a ricamar
le vostre pelli!

LA FOLLA
Chi quel gong percuoterà,
apparire la vedrà!
Bianca al pari della giada,
fredda come quella spada
è la bella Turandot!

I SERVI DEL BOIA
Quando rangola il gong
gongola il boia!

LA FOLLA
Vano è l’amore
se non c’è fortuna!

FOLLA e SERVI
Gli enigmi sono tre,
la morte è una.
Quando rangola, ecc.
(Mentre i servi si allontanano per recare al carnefice la
spada affilata, la folla scruta il cielo che a poco a poco
si è oscurato.)

LA FOLLA
Perché tarda la luna?
Faccia pallida!

Mostrati in cielo!...
Presto! Vieni! Spunta!
O testa mozza!
O squallida! Vieni!
O esangue, o taciturna!
O amante smunta di morti!
Come aspettano
il tuo funereo lume i cimiteri!
Ecco laggiù un barlume!...
Vieni presto, ecc.
Ecco laggiù un barlume
dilaga in cielo
la sua luce smorta!
Pu-Tin-Pao!
La luna è sorta! ecc.

RAGAZZI
Là, sui monti dell’est,
la cicogna cantò.
Ma l’april non rifiorì,
ma la neve non sgelò.
Dal deserto al mar
non odi tu mille voci
sospirar: “Principessa,
scendi a me!
Tutto fiorirà,
tutto splenderà! Ah!...”
(Appare il corteo che conduce al patibolo il giovine
principe di Persia. Alla vista della vittima che procede
pallida e trasognata, la ferocia della folla si tramuta in
pietà.)

LA FOLLA
O giovinetto!
Grazia! Grazia!

Com’è fermo il suo passo!
Com’è dolce il suo volto!
Ha negli occhi l’ebbrezza!
Ha negli occhi la gioia!

IL PRINCIPE IGNOTO
Ah, la grazia!

LA FOLLA
Pietà di lui! Pietà!
Principessa!
Grazia! Pietà! ecc.

IL PRINCIPE IGNOTO
Ch’io ti veda e ch’io ti maledica!
Crudele!

LA FOLLA
Principessa! Pietà di lui! ecc.
(Il popolo è rivolto al loggiato dove apparirà Turandot.
Appare, come una visione. Un raggio di luna la investe.
La folla si prostra. In piedi sono soltanto il Principe di
Persia, il Principe ignoto e il boia. Turandot ha un gesto
imperioso e definitivo. È la condanna. Il corteo si
muove.)
Principessa! Pietà di lui! La grazia! ecc.

IL PRINCIPE IGNOTO
(è abbacinato dalla visione di Turandot)
O divina bellezza, o meraviglia,
o sogno!
(Il corteo è uscito.)

SACERDOTI BIANCHI
O gran Kouang-tze!
Che lo spirto del morente
giunga fino a te!
(Ora nella penombra del piazzale deserto restano soli il
Principe, Timur e Liù. Il padre angosciosamente si
avvicina al figlio, lo richiama, lo scuote.)

TIMUR
Figlio, che fai?

IL PRINCIPE IGNOTO
Non senti?
Il suo profumo è nell’aria!
È nell’anima!

TIMUR
Ti perdi!

IL PRINCIPE IGNOTO
O divina bellezza, o meraviglia!
Io soffro, padre, soffro!

TIMUR
No! No! Stringiti a me!
Liù, parlagli tu!
Qui salvezza non c’è!
Prendi nella tua mano
la sua mano!

LIÙ
Signore! Andiam...lontano!

TIMUR
La vita c’è laggiù!

IL PRINCIPE IGNOTO
Quest’è la vita, padre!

TIMUR
La vita c’è laggiù!

IL PRINCIPE IGNOTO
Io soffro, padre, soffro!

TIMUR
Qui salvezza non c’è!

IL PRINCIPE IGNOTO
La vita, padre è qui!
Turandot! Turandot! Turandot!

IL PRINCIPE DI PERSIA (interno)
Turandot!

LA FOLLA
Ah!

TIMUR
Vuoi morire così?

IL PRINCIPE IGNOTO
Vincere, padre,
nella sua bellezza!

TIMUR
Vuoi finire così?

IL PRINCIPE IGNOTO
Vincere gloriosamente
nella sua bellezza!
(Si slancia contro il gong. Ma d’improvviso fra lui e il
disco luminoso tre misteriose figure si frappongono.
Sono Ping, Pang, e Pong, i tre ministri dell’Imperatore, e
precisamente il grande Cancelliere, il gran
Provveditore, il grande Cuciniere. Il Principe ignoto
arretra.)

I MINISTRI
Fermo! che fai? T’arresta!
Chi sei?
Che fai?
Che vuoi?
Va’ via! Va’, la porta è questa
della gran beccheria!
Pazzo, va’ via!
Qui si strozza!
Si trivella!
Si sgozza!
Si spella!
Si uncina e scapitozza!
Si sega e si sbudella!
Sollecito, precipite,
al tuo paese torna
in cerca d’uno stipite
per romperti le corna!
Ma qui no, ma qui no!
Pazzo, va’ via!

IL PRINCIPE IGNOTO
Lasciatemi passare!

PONG
Qui tutti i cimiteri sono occupati!

PANG
Qui bastano i pazzi indigeni!

PING
Non vogliam più pazzi forestieri!

PONG e PANG
O scappi, o il funeral
per te s’appressa!

IL PRINCIPE IGNOTO
Lasciatemi passar!

PONG e PANG
Per una Principessa! Peuh!

PONG
Che cos’è?

PANG
Una femmina colla corona in testa!

PONG
E il manto colla frangia!

PING
Ma se la spogli nuda –

PONG
È carne!

PANG
È carne cruda!

I MINISTRI
È roba che non si mangia!
Ah, ah, ah!

IL PRINCIPE IGNOTO
Lasciatemi passare!

PING
Lascia le donne!
O prendi cento spose, ché, in fondo
la più sublime Turandot
del mondo ha una faccia,
due braccia, e due gambe, sì,
belle, imperiali, sì, sì,
belle, sì, ma sempre quelle!
Con cento mogli, o sciocco,
avrai gambe a ribocco!
Duecento braccia
e cento dolci petti
sparsi per cento letti!

I MINISTRI
Per cento letti! Ah, ah!

IL PRINCIPE IGNOTO
Lasciatemi passar!

I MINISTRI
Pazzo, va’ via! va’ via! ecc.
(Un gruppo di ancelle si affaccia alla balaustrata della
loggia: protendono le mani.)

LE ANCELLE
Silenzio, olà!
Laggiù chi parla?
Silenzio! È l’ora dolcissima
del sonno!
Il sonno sfiora gli occhi!
Si profuma di lei l’oscurità!

I MINISTRI
Via di là, femmine ciarliere!
(Le ragazze si ritirano.)
Attenti al gong!

IL PRINCIPE IGNOTO
Si profuma di lei l’oscurità!

I MINISTRI
Guardalo, Pong!
Guardalo, Ping!
Guardalo, Pang!
È insordito! intontito!
Allucinato!

TIMUR
Più non li ascolta, ahimè!

I MINISTRI
Su! Parliamogli in tre!
Notte senza lumicino...
...gola nera d’un camino...
son più chiare
degli enigmi di Turandot!
Ferro, bronzo, muro, roccia...
...l’ostinata tua capoccia...

son men duri
degli enigmi di Turandot!
Dunque va’!
Saluta tutti!
Varca i monti, taglia i flutti!
Sta alla larga
dagli enigmi di Turandot!
(Il Principe non ha quasi più la forza di reagire. Ma
ecco richiami incerti, non voci ma ombre di voci, si
diffondono dall’oscurità degli spalti. E qua e là, appena
percettibili prima, poi di mano in mano più lividi e
fosforescenti, appariscono i fantasmi. Sono gli
innamorati di Turandot che, vinti nella tragica prova,
hanno perduto la vita.)

I FANTASMI
Non indugiare!
Se chiami, appare quella che,
estinti, ci fa sognare!
Fa ch’ella parli!
Fa che l’udiamo!
Io l’amo! Io l’amo!

IL PRINCIPE IGNOTO
No! No! Io solo, l’amo!

I MINISTRI
L’ami? Che cosa? Chi?
Turandot? Ah, ah, ah!

PONG
O ragazzo demente!

PANG
Turandot non esiste!

PING
Non esiste che il niente,
nel quale ti annulli!...

PONG e PANG
Turandot non esiste!

PING
Turandot! come tutti quei citrulli
tuoi pari!
L’uomo! Il Dio! Io!
I popoli! I sovrani...Pu-Tin-Pao...

I MINISTRI
Non esiste che il Tao!

IL PRINCIPE IGNOTO
A me il trionfo!
A me l’amore!
(Fa per slanciarsi verso il gong, ma il boia appare in
alto sul bastione colla testa mozza del Principe di
Persia.)

I MINISTRI
Stolto! Ecco l’amore!
Così la luna bacerà
il tuo volto!

TIMUR
O figlio, vuoi dunque ch’io solo,
ch’io solo trascini pel mondo
la mia torturata vecchiezza?

Aiuto! Non c’è voce umana
che muova il tuo cuore feroce?

LIÙ (si avvicina al Principe, piangendo)
Signore, ascolta! Ah, signore, ascolta!
Liù non regge più!
Si spezza il cuor!
Ahimè, ahimè, quanto cammino
col tuo nome nell’anima,
col nome tuo sulle labbra!
Ma se il tuo destino
doman sarà deciso,
noi morrem sulla strada dell’esilio!
Ei perderà suo figlio...
io...l’ombra d’un sorriso!
Liù non regge più!
Ah, pietà!

IL PRINCIPE IGNOTO
Non piangere, Liù!
Se in un lontano giorno
io t’ho sorriso,
per quel sorriso,
dolce mia fanciulla,
m’ascolta: il tuo signore
sarà domani forse solo al mondo...
Non lo lasciare,
portalo via con te!

LIÙ
Noi morrem sulla strada dell’esilio!

TIMUR
Noi morrem!

IL PRINCIPE IGNOTO
Dell’esilio addolcisci a lui le strade!
Questo, questo, o mia povera Liù,
al tuo piccolo cuore che non cade
chiede colui che non sorride più...
che non sorride più!

TIMUR
Ah! per l’ultima volta!

LIÙ
Vinci il fascino orribile!

I MINISTRI
La vita è così bella!

TIMUR
Abbi di Liù pietà!

LIÙ
Abbi di Liù pietà!
Signore, pietà!

I MINISTRI
Non perderti così!
Afferralo, portalo via!
Trattieni quel pazzo furente!
Folle tu sei!
La vita è bella!

TIMUR
Abbi di me, di me pietà!
Non posso staccarmi da te!
Non voglio staccarmi da te!

Pietà! Mi getto ai tuoi piedi
gemente! Abbi pietà!
Non voler la mia morte!

LIÙ
Signore, pietà!
Pietà di Liù, Signore!

IL PRINCIPE IGNOTO
Son io che domando pietà!
Nessuno più ascolto!
Io  vedo il suo fulgido volto!
La vedo! mi chiama!
Essa è là!
Il tuo perdono chiedo
come colui che non sorride più!

PING
Su, un ultimo sforzo,
Portiamolo via!

I MINISTRI
portiamolo via!

IL PRINCIPE IGNOTO
Lasciatemi:
ho troppo sofferto!
La gloria mi aspetta laggiù!
Forza umana non c’è
che mi trattenga!
Io seguo la mia sorte!
Son tutto una febbre,
son tutto un delirio!
ogni senso è un martirio feroce!

Ogni fibra dell’anima
ha una voce che grida:
Turandot! Turandot! Turandot!

TIMUR
Tu passi su un povero cuore
che sanguina invano per te!
Nessuno ha mai vinto, nessuno!
Su tutti la spada piombò!
Mi getto ai tuoi piedi!
Non voler la mia morte!
La morte! La morte!

LIÙ
Ah! Pietà! Pietà di noi!
Se questo suo strazio non basta,
signore, noi siamo perduti! Con te!
Ah fuggiamo, signore, fuggiamo!
La morte! la morte! la morte!

I MINISTRI
Il volto che vedi è illusione!
La luce che splende è funesta!
Tu giochi la tua perdizione!
Tu giochi la testa: La morte!
C’è l’ombra del boia laggiù!
Tu corri alla rovina!
La vita non giocar!
La morte! la morte! la morte!

CORO
La fossa già scaviam per te
che vuoi sfidar l’amor!
Nel buio c’è segnato, ahimè,
il tuo crudel destino! Ah!

(Invocando Turandot, il Principe ignoto si precipita
verso il gong. Afferra il martello e batte tre colpi.)


I MINISTRI
E lasciamolo andar!
Inutile è gridar
in sanscrito, in cinese, in lingua mongola!
Quando rangola il gong,
la morte gongola!
Ah, ah, ah!
(Fuggono sghignazzando.)

ATTO SECONDO

Scena prima

Un padiglione
(È formato da una vasta tenda tutta stranamente
decorata da simboliche e fantastiche figure cinesi. Ci
sono tre aperture: una centrale e due laterali.
Ping appare a quella centrale. E rivolgendosi prima a
destra, poi a sinistra, chiama i compagni. Essi entrano
seguiti da tre servi che reggono ciascuno una lanterna
rossa, una lanterna verde, e una lanterna gialla, che
poi depongono sopra un tavolo basso, circondato da
tre sgabelli. I servi quindi si ritirano nel fondo, dove
rimangono accovacciati.)


PING
Olà, Pang! Olà, Pong!
Poiché il funesto gong desta
la Reggia e desta la città,

siam pronti ad ogni evento:
se lo straniero vince,
per le nozze;
e s’egli perde,
pel seppellimento.

PONG
Io preparo le nozze!

PANG
Ed io le esequie!

PONG
Le rosse lanterne di festa!

PANG
Le bianche lanterne di lutto!

PANG e PONG
Gli incensi e le offerte...

PONG
Monete di carta dorate...

PANG
Thè, zucchero, noce di moscate!

PONG
Il bel palanchino scarlatto!

PANG
Il feretro grande ben fatto!

PONG
I bonzi che cantano...

PANG
I bonzi che gemono...

PONG e PANG
E tutto quanto il resto,
secondo vuole il rito...
minuzioso, infinito!

PING
O Cina, o Cina, che or
sussulti e trasecoli inquieta,
come dormivi lieta,
gonfia dei tuoi settantamila
secoli!

I MINISTRI
Tutto andava secondo
l’antichissima regola del mondo.
Poi nacque Turandot...

PING
E sono anni che le nostre feste
si riducono a gioie come queste:

PONG
...tre battute di gong.

PANG
...tre indovinelli,

PING
...e giù teste!

PONG
...e giù teste!

PANG
L’anno del topo furon sei.

PONG
L’anno del cane furon otto.

I MINISTRI
Nell’anno in corso,
il terribile anno della tigre,
siamo già al tredicesimo,
con quello che va sotto!
Che lavoro! Che noia!
A che siamo mai ridotti?
I ministri siam del boia!

PING
Ho una casa nell’Honan
con il suo laghetto blu
tutto cinto di bambù.
E sto qui a dissiparmi la mia vita,
a stillarmi il cervel
sui libri sacri...
E potrei tornar laggiù
presso il mio laghetto blu
tutto cinto di bambù!

PONG
Tornar laggiù!
Ho foreste, presso Tsiang,
che più belle non ce n’è,
che non hanno ombra per me.
Ho foreste
che più belle non ce n’è!

PANG
Tornar laggiù!
Ho un giardino presso Kiù,
che lasciai per venir qui
e che non rivedrò mai più!

I MINISTRI
E stiam qui
a stillarci il cervel
sui libri sacri!

PONG
E potrei tornare a Tsiang...

PING
E potrei tornar laggiù...

PANG
E potrei tornar a Kiù...

PING
...a godermi il lago blu...

PONG
Tsiang...

PANG
Kiù...

PING
Honan...
tutto cinto di bambù!

PONG
...e potrei tornare a Tsiang!

PANG
...e potrei tornare a Kiù!

I MINISTRI
O mondo, pieno di pazzi innamorati!
Ne abbiam visti arrivar degli aspiranti!
O quanti! o quanti!
Ne abbiam visti arrivar degli aspiranti!
O mondo, pieno di pazzi innamorati!

PING
Vi ricordate il principe regal
di Samarcanda?
Fece la sua domanda,
e lei con quale gioia
gli mandò il boia!

IL CORO
Ungi, arrota, che la lama
guizzi e sprizzi,
fuoco e sangue!

PONG
E l’indiano gemmato Sagarika,
cogli orecchini come campanelli?
Amore chiese,
fu decapitato!

PANG
E il Birmano?

PONG
E il prence dei Krighisi?

I MINISTRI
Uccisi! Uccisi!

PING
E il Tartaro
dall’arco di sei cubiti!
di ricche pelli cinto?

IL CORO
Ungi, arrota, ecc.

PONG e PANG
Estinto!

PING
E decapita...

IL CORO
Dove regna Turandot,
il lavoro mai non langue!

I MINISTRI
Uccidi...e estingui...
Ammazza...
Addio, amore!
Addio, razza!
Addio, stirpe divina!
E finisce la Cina!
Ma se viene
la notte della resa...

PONG
Sprimaccerò per lei
le molli piume!

PANG
Io l’alcova le voglio profumare!

PING
Gli sposi guiderò
reggendo il lume!

I MINISTRI
Poi tutt’e tre in giardino,
noi canteremo d’amor
fino al mattino...
così...così:
Non v’è in Cina
per nostra fortuna,
donna più che rinneghi l’amor!
Una sola ce n’era
e quest’una che fu ghiaccio,
ora è vampa ed ardor!
Principessa il tuo impero
si stende dal Tse-Kiang
all’immenso Jang-Tse!

PING
Ma là, dentro le soffici tende
c’è uno sposo che impera su te!

I MINISTRI
Tu dei baci già senti l’aroma,
già sei donna,
sei tutta languor!
Nel giardin susurran le cose
e tintinnan campanule d’or....
si sospiran parole amorose...
di rugiada s’imperlan i fiori!

Gloria al bel corpo discinto
che il mistero ignorato ora sa!
Gloria all’ebbrezza e all’amore
che ha vinto, e alla Cina
la pace ridà!

PING
Noi si sogna, e il palazzo
già formicola di lanterne,
di servi e di soldati!
Udite il gran tamburo
del tempio verde!
Già stridon le infinite ciabatte
di Pekino!

PONG
Udite trombe!
Altro che pace!

PANG
Ha inizio la ceremonia!

I MINISTRI
Andiamo a goderci
l’ennesimo supplizio!

Scena seconda

II vasto piazzale della Reggia
(Quasi al centro è un’enorme scalea di marmo, che si
perde nella sommità fra archi traforati. La scala è a tre
larghi ripiani. Numerosi servi collocano in ogni dove
lanterne variopinte. La folla, a poco a poco, invade la
piazza. Arrivano i mandarini, colla veste azzurra e


d’oro. Passano gli otto sapienti, altissimi e pomposi.
Sono vecchi, quasi uguali, enormi. Il loro gesto è
lentissimo e simultaneo. Hanno ciascuno tre rotoli di
seta sigillati in mano. Sono i rotoli che contengono la
soluzione degli enigmi di Turandot.)


LA FOLLA
Gravi, enormi ed imponenti
col mister dei chiusi enigmi
già s’avanzano i sapienti.
Ecco Ping. Ecco Pong. Ecco Pang.
(Tra le nuvole degli incensi si vedono apparire gli
stendardi gialli e bianchi dell’Imperatore. Poi sulla
sommità della scala, seduto sull’ampio trono d’avorio,
si vede l’Imperatore Altoum. È vecchissimo, tutto
bianco, venerabile. Pare un dio che apparisca di tra le
nuvole.)
Diecimila anni al nostro
Imperatore! Gloria a te!
(Tutta la folla si prosterna faccia a terra, in attitudine
di grande rispetto. Il piazzale è avvolto in una viva luce
rossa. Il Principe ignoto è ai piedi della scala. Timur e
Liù a sinistra confusi tra la folla.)

L’IMPERATORE
Un giuramento atroce mi costringe
a tener fede al fosco patto.
E il santo scettro ch’io stringo,
gronda di sangue!
Basta sangue!
Giovine, va’!

IL PRINCIPE IGNOTO
Figlio del cielo, io chiedo
d’affrontar la prova!

L’IMPERATORE
Fa ch’io possa morir
senza portare il peso
della tua giovine vita!

IL PRINCIPE IGNOTO
Figlio del cielo! Io chiedo
d’affrontar la prova!

L’IMPERATORE
Non voler che s’empia ancor
d’orror la Reggia, il mondo!

IL PRINCIPE IGNOTO
Figlio del cielo! Io chiedo
d’affrontar la prova!

L’IMPERATORE
Straniero ebbro di morte!
E sia!
Si compia il tuo destino!

LA FOLLA
Diecimila anni al nostro Imperatore!

MANDARINO
Popolo di Pekino!
La legge è questa:
Turandot, la pura, sposa sarà
di chi, di sangue regio,

spieghi gli enigmi
ch’ella proporrà.
Ma chi affronta il cimento
e vinto resta,
porga alla scure
la superba testa!

RAGAZZI
Dal deserto al mar
non odi mille voci sospirar:
“Principessa, scendi a me!
Tutto splenderà!”
(Il mandarino si ritira. S’avanza Turandot che va a porsi
davanti al trono. Bellissima, impassibile, guarda con
freddissimi occhi il Principe ignoto.)

TURANDOT
In questa Reggia,
or son mill’anni e mille,
un grido disperato risuonò.
E quel grido
traverso stirpe e stirpe,
qui nell’anima mia si rifugiò!
Principessa Lo-u-Ling,
ava dolce e serena,
che regnavi nel tuo cupo silenzio
in gioia pura,
e sfidasti inflessibile e sicura
l’aspro dominio,
oggi rivivi in me!

LA FOLLA
Fu quando il Re dei Tartari
le sette sue bandiere dispiegò!

TURANDOT
Pure nel tempo che ciascun ricorda,
fu sgomento e terrore e rombo d’armi!
Il regno vinto! il regno vinto!
E Lo-u-Ling, la mia ava,
trascinata da un uomo,
come te, come te, straniero,
là nella notte atroce,
dove si spense la sua fresca voce!

LA FOLLA
Da secoli ella dorme
nella sua tomba enorme!

TURANDOT
O Principi,
che a lunghe carovane
d’ogni parte del mondo
qui venite a gettar la vostra sorte,
io vendico su voi
quella purezza, quel grido
e quella morte!
Mai nessun m’avrà!
L’orror di chi l’uccise
vivo nel cor mi sta!
No, no! Mai nessun m’avrà!
Ah, rinasce in me l’orgoglio
di tanta purità!
Straniero! non tentar la fortuna!
Gli enigmi sono tre,
la morte è una!

IL PRINCIPE IGNOTO
No, no! Gli enigmi sono tre,
una è la vita!

LA FOLLA
Al Principe straniero
offri la prova ardita,
o Turandot! Turandot!
(Squillano le trombe. Silenzio. Turandot proclama il
primo enigma.)


TURANDOT
Straniero, ascolta!
“Nella cupa notte
vola un fantasma iridescente.
Sale e dispiega l’ale
sulla nera infinita umanità!
Tutto il mondo l’invoca
e tutto il mondo l’implora!
ma il fantasma sparisce con l’aurora
per rinascere nel cuore!
ed ogni notte nasce
ed ogni giorno muore!

IL PRINCIPE IGNOTO
Sì! Rinasce!
Rinasce e in esultanza
mi porta via con sé, Turandot,
la Speranza.

I SAPIENTI (aprono il primo rotolo)
La Speranza!

TURANDOT
Sì! La speranza che delude sempre!
“Guizza al pari di fiamma,
e non è fiamma!
È talvolta delirio!
È febbre d’impeto e ardore!
L’inerzia lo tramuta in un languore!
Se ti perdi o trapassi,
si raffredda!
Se sogni la conquista, avvampa!
Ha una voce che trepido tu ascolti,
e del tramonto il vivido baglior!”

L’IMPERATORE
Non perderti, straniero!

LA FOLLA
È per la vita! Parla!
Non perderti, straniero!
Parla!

LIÙ
È per l’amore!

IL PRINCIPE IGNOTO
Sì, Principessa!
Avvampa e insieme langue,
se tu mi guardi,
nelle vene:
il Sangue!

I SAPIENTI (aprono il secondo rotolo)
Il sangue!

LA FOLLA
Coraggio, scioglitore degli enigmi!

TURANDOT (addita la folla alle guardie)
Percuotete quei vili!
(Scende giù dalla scala. Si china sul Principe ignoto che
cade in ginocchio.)
“Gelo che ti dà foco
e dal tuo foco più gelo prende!
Candida ed oscura!
Se libero ti vuol,
ti fa più servo!
Se per servo t’accetta,
ti fa Re!”
Su, straniero!
Ti sbianca la paura!
E ti senti perduto!
Su, straniero, il gelo
che da foco, che cos’è?

IL PRINCIPE IGNOTO (balza in piedi, esclama)
La mia vittoria ormai
t’ha data a me!
Il mio fuoco ti sgela:
Turandot!

I SAPIENTI (aprono il rotolo)
Turandot!

LA FOLLA
Turandot!
Gloria, o vincitore!
Ti sorrida la vita!
Ti sorrida l’amor!

Diecimila anni al nostro Imperatore!
Luce, Re di tutto il mondo!

TURANDOT
Figlio del cielo!
Padre augusto! No!
Non gettar tua figlia
nelle braccia dello straniero!

L’IMPERATORE
È sacro il giuramento!

TURANDOT
No, non dire!
Tua figlia è sacra!
Non puoi donarmi a lui, a lui
come una schiava, ah no!
morente di vergogna!
(al Principe)
Non guardarmi così!
Tu che irridi al mio orgoglio!
Non sarò tua! No, non voglio!

L’IMPERATORE
È sacro il giuramento!

LA FOLLA
È sacro il giuramento!

TURANDOT
No, non guardarmi così,
non sarò tua.

LA FOLLA
Ha vinto, Principessa!
Offrì per te la vita!

TURANDOT
Mai nessun m’avrà!

LA FOLLA
Sia premio al suo ardimento!
Offrì per te la vita!
È sacro il giuramento!

TURANDOT
Mi vuoi nelle tue braccia
a forza, riluttante, fremente?

IL PRINCIPE IGNOTO
No, no, Principessa altera!
ti voglio ardente d’amor!

LA FOLLA
Coraggioso! Audace!
O forte!

IL PRINCIPE IGNOTO
Tre enigmi m’hai proposto!
e tre ne sciolsi!
Uno soltanto a te
ne proporrò:
Il mio nome non sai!
Dimmi il mio nome
dimmi il mio nome,
prima dell’alba!
E all’alba morirò!
(Turandot piega il capo, annuendo.)

L’IMPERATORE
Il cielo voglia
che col primo sole
mio figliolo tu sia!

LA FOLLA
Ai tuoi piedi ci prostriam,
Luce, Re di tutto il mondo!
Per la tua saggezza
per la tua bontà,
ci doniamo a te,
lieti in umiltà!
A te salga il nostro amor!
Diecimila anni al nostro Imperatore!
A te, erede di Hien Wang,
noi gridiam:
Diecimila anni al grande Imperatore!
Alte, alte le bandiere!
Gloria a te! Gloria a te!

ATTO TERZO

Scena prima

Il giardino della Reggia
(A destra sorge un padiglione a cui si accede per cinque
gradini, e limitato da una tenda riccamente ricamata.
Il padiglione è l’avancorpo d’uno dei palazzi della
Reggia, dal lato delle stanze di Turandot. È notte. Dalle
estreme lontananze giungono voci di Araldi che girano
l’immensa città intimando il regale comando. Adagiato
sui gradini del padiglione è il Principe. Nel grande
silenzio notturno egli ascolta i richiami degli Araldi,
come se quasi più non vivesse nella realtà.)


ARALDI
Così comanda Turandot:
“Questa notte nessun dorma
in Pekino!”

VOCI LONTANE
Nessun dorma!
Nessun dorma!

ARALDI
“Pena la morte, il nome
dell’Ignoto sia rivelato
prima del mattino!”

VOCI LONTANE
Pena la morte!

ARALDI
“Questa notte nessun dorma
in Pekino!”

VOCI LONTANE
Nessun dorma!
Nessun dorma!

IL PRINCIPE IGNOTO
Nessun dorma!
Nessun dorma...
Tu pure, o Principessa,
nella tua fredda stanza
guardi le stelle che tremano
d’amore e di speranza!
Ma il mio mistero è chiuso in me,
il nome mio nessun saprà!

No, no, sulla tua bocca lo dirò
quando la luce splenderà!
Ed il mio bacio scioglierà il silenzio
che ti fa mia!

VOCI DI DONNE
Il nome suo nessun saprà...
E noi dovrem, ahimè, morir!

IL PRINCIPE IGNOTO
Dilegua, o notte!...
tramontate, stelle!
All’alba vincerò!
Vincerò! Vincerò!
(Entrano, strisciando fra i cespugli, i tre Ministri alla
testa di una piccola folla, che poi crescerà sempre più
numerosa.)

PING
Tu che guardi le stelle,
abbassa gli occhi.

PONG
La nostra vita è in tuo potere!

PANG
La nostra vita!

PING
Udisti il bando?
Per le vie di Pekino, ad ogni porta
batte la morte e grida:
il nome!

I MINISTRI
Il nome! O sangue!

IL PRINCIPE IGNOTO
Che volete da me?

PING, PANG e PONG
Di’ tu che vuoi!
È l’amore che cerchi?
Ebbene: prendi!
(Sospinge a’ piedi del Principe un gruppo di fanciulle
bellissime, seminude.)
Guarda, son belle
fra lucenti veli!

PONG e PANG
Corpi flessuosi...

PING
Tutte ebbrezze e promesse
d’amplessi prodigiosi!

DONNE
Ah, ah!

IL PRINCIPE IGNOTO
No! No!

PONG e PANG
Che vuoi? Ricchezze?
Tutti i tesori a te!
(Ad un cenno vengono portati canestri, cofani, sacchi,
ricolmi d’oro e di gioielli.)

PING
Rompon la notte nera...

PONG
Fuochi azzurri!

PING
...queste fulgide gemme!

PANG
Verdi splendori!

PONG
Pallidi giacinti!

PANG
Le vampe rosse dei rubini!

PING
Sono gocciole d’astri!

PONG e PANG
Fuochi azzurri!
Vampe rosse!

PING
Prendi! È tutto tuo!

IL PRINCIPE IGNOTO
No! Nessuna ricchezza! No!

I MINISTRI
Vuoi la gloria?
Noi ti farem fuggir...

PONG e PANG
...e andrai lontano con le stelle
verso imperi favolosi!

TUTTI
Fuggi! Fuggi!
Va’, va’ lontano!
e noi tutti ci salviam!

IL PRINCIPE IGNOTO
Alba, vieni!
Quest’incubo dissolvi!...

PING
Straniero, tu non sai
di che cosa è capace la Crudele,
tu non sai!

I MINISTRI
Tu non sai quali orrendi martiri
la Cina inventi
se tu rimani e non ci sveli
il nome!

TUTTI
L’insonne non perdona!
Noi siam perduti!
Sarà martirio orrendo!
I ferri aguzzi!
l’irte ruote!
il caldo morso delle tanaglie!
La morte a sorso a sorso!
Non farci morire! ecc.

IL PRINCIPE IGNOTO
Inutili preghiere!
Inutili minacce!
Crollasse il mondo,
voglio Turandot!

LA FOLLA
Non l’avrai! No!
Morrai prima di noi!
Tu maledetto!
Parla! il nome! il nome!
(Un gruppo di sgherri trascina il vecchio Timur e Liù,
logori, pesti, affranti, insanguinati.)

SGHERRI
Eccolo il nome!
È quà! È quà!

IL PRINCIPE IGNOTO
Costor non sanno!
ignorano il mio nome...

PING
Sono il vecchio e la giovane
che iersera parlavano con te!

IL PRINCIPE IGNOTO
Lasciateli!

PING
Conoscono il segreto!
Dove li avete colti?

SGHERRI
Mentre erravano là,
presso le mura!

MINISTRI e FOLLA
Principessa! Principessa!
(Turandot appare sul limite del padiglione. Tutti si
prosternano a terra. Solo Ping, avanzando con estrema
umiltà, parla.)

PING
Principessa divina!
Il nome dell’ignoto sta chiuso
in queste bocche silenti.
E abbiamo ferri
per schiodar quei denti,
e uncini abbiamo
per strappar quel nome!

TURANDOT
Sei pallido, straniero!

IL PRINCIPE IGNOTO
Il tuo sgomento
vede il pallor dell’alba
sul mio volto!
Costor non mi conoscono!

TURANDOT
Vedremo!
Su parla, vecchio!
Io voglio ch’egli parli!
Il nome!

LIÙ
Il nome che cercate
io sola so.

LA FOLLA
La vita è salva,
l’incubo svanì!

IL PRINCIPE IGNOTO
Tu non sai nulla, schiava!

LIÙ
Io so il suo nome...
M’è suprema delizia
tenerlo segreto e possederlo
io sola!

LA FOLLA
Sia legata! sia straziata!
perché parli, perché muoia!

IL PRINCIPE IGNOTO
(si pone davanti a Liù per proteggerla)
Sconterete le sue lagrime!
Sconterete i suoi tormenti!

TURANDOT
Tenetelo!

LIÙ
Signor, non parlerò!
(Il Principe è afferrato dagli sgherri e tenuto fermo,
legato. Liù, ghermita dai suo torturatori, è caduta a
terra in ginocchio.)

PING
Quel nome!

LIÙ
No!

PING
Quel nome!

LIÙ
La tua serva chiede perdono,
ma obbedir non può!
(Uno sgherro le stringe i polsi.)
Ah!

TIMUR
Perché gridi?

IL PRINCIPE IGNOTO
Lasciatela!

LIÙ
No...no...Non grido più!
Non mi fan male!
No, nessun mi tocca.
(agli sgherri)
Stringete...
ma chiudetemi la bocca
ch’ei non mi senta!
Non resisto più!

LA FOLLA
Parla! Il suo nome!

TURANDOT
Sia lasciata!
Parla!
(Liù è liberata.)

LIÙ
Piuttosto morrò!

TURANDOT
Chi pose tanta forza
nel tuo cuore?

LIÙ
Principessa, l’amore!

TURANDOT
L’amore?

LIÙ
Tanto amore, segreto e inconfessato,
grande così che questi strazi
son dolcezze per me,
perché ne faccio dono
al mio Signore...
Perché, tacendo, io gli do
il tuo amore...
Te gli do, Principessa,
e perdo tutto!
Persino l’impossibile speranza!...
Legatemi! Straziatemi!
Tormenti e spasimi date a me!
Ah! come offerta suprema
del mio amore!

TURANDOT
Strappatele il segreto!

PING
Chiamate Pu-Tin-Pao!

IL PRINCIPE IGNOTO
No, maledetto, maledetto!

LA FOLLA
Il boia!

PING
Sia messa alla tortura!

LA FOLLA
Alla tortura! Sì, il boia! Parli!

LIÙ
Più non resisto!
Ho paura di me!
Lasciatemi passare!

LA FOLLA
Parla, parla!

LIÙ
Sì, Principessa, ascoltami!
Tu, che di gel sei cinta,
da tanta fiamma vinta
l’amerai anche tu!
Prima di questa aurora,
io chiudo stanca gli occhi,
perché egli vinca ancora...
Per non vederlo più!

(Prende di sorpresa un pugnale a un soldato e si
trafigge a morte. Gira intorno gli occhi perduti, guarda
il Principe ancora trattenuto dalle Guardie. Barcolla
presso di lui e gli stramazza ai piedi, morta.)


LA FOLLA
Ah! Parla! Parla!
Il nome! Il nome!

IL PRINCIPE IGNOTO
Ah! tu sei morta,
o mia piccola Liù!
(Si fa un grande silenzio, pieno di terrore. Turandot
fissa Liù stesa a terra; poi con gesto pieno di collera
strappa ad un aiutante del boia che le è vicino una
verga e percuote con essa in pieno viso il soldato che si
è lasciato strappare il pugnale da Liù. Il Principe è
liberato. Allora il vecchio Timur, come impazzito, si
alza. Si accosta alla piccola morta, si inginocchia, e
parla.)

TIMUR
Liù...Liù...sorgi!
È l’ora chiara
d’ogni risveglio!
È l’alba, o mia Liù...
Apri gli occhi, colomba!
(C’è in tutti un senso di pietà, di rimorso. Sul volto di
Turandot passa una espressione di tormento. Se ne
avvede Ping, che va rudemente verso il vecchio per
allontanarlo. Ma quando gli è vicino la sua naturale
crudeltà è vinta e la durezza del suo tono attenuata.)

PING
Alzati, vecchio! È morta!

TIMUR
Ah! delitto orrendo!
L’espieremo tutti!
L’anima offesa si vendicherà!
(Allora un terrore superstizioso prende la folla: il
terrore che quella morta, divenuta spirito malefico
perché vittima di una ingiustizia, sia tramutata,
secondo la credenza popolare, in vampiro. E, mentre
due ancelle coprono il volto di Turandot con un velo
bianco trapunto d’argento, la folla supplica.)

LA FOLLA
Ombra dolente, non farci del male!
Ombra sdegnosa, perdona! perdona!
(Con religiosa pietà il piccolo corpo viene sollevato, tra
il rispetto profondo della folla. Il vecchio si avvicina,
stringe teneramente una mano della morta e cammina
vicino a lei.)

TIMUR
Liù...bontà!
Liù...dolcezza!
Ah! camminiamo insieme un’altra volta,
così, con la tua man nella mia mano!
Dove vai ben so,
ed io ti seguirò
per posare a te vicino
nella notte che non ha mattino!

PING
Ah! per la prima volta
al vedere la morte non sogghigno!

PONG
Svegliato s’è qui dentro
il vecchio ordigno,
il cuore, e mi tormenta!

PANG
Quella fanciulla spenta pesa
sopra il mio cuor come un macigno!
(Mentre il corteo s’avvia, la folla parla.)

LA FOLLA
Liù...bontà...perdona!
Liù...dolcezza, dormi!
Oblia! Liù...Poesia!
(Tutti sono usciti. Rimangono soli il Principe e Turandot.)

IL PRINCIPE IGNOTO
Principessa di morte!
Principessa di gelo!
Dal tuo tragico cielo
scendi giù sulla terra!...
Ah! Solleva quel velo...
Guarda...guarda, crudele,
quel purissimo sangue
che fu sparso per te!
(Si precipita su di lei, strappandole il velo.)

TURANDOT
Che mai osi, straniero!
Cosa umana non sono...

Son la figlia del cielo...
libera e pura.
Tu stringi il mio freddo velo,
ma l’anima è lassù!

IL PRINCIPE IGNOTO
La tua anima è in alto!
Ma il tuo corpo è vicino.
Con le mani brucianti stringerò
i lembi d’oro del tuo manto stellato...
La mia bocca fremente
premerò su di te...

TURANDOT
Non profanarmi!

IL PRINCIPE IGNOTO
Ah! Sentirti viva!

TURANDOT
Indietro!
non profanarmi!

IL PRINCIPE IGNOTO
Il gelo tuo è menzogna!

TURANDOT
No, mai nessun m’avrà!

IL PRINCIPE IGNOTO
Ti voglio mia!

TURANDOT
Dell’ava lo strazio
non si rinnoverà! Ah, no!

IL PRINCIPE IGNOTO
Ti voglio mia!

TURANDOT
Non mi toccar, straniero!
È un sacrilegio!

IL PRINCIPE IGNOTO
No, il bacio tuo mi dà l’eternità!

TURANDOT
Sacrilegio!
(E in cosi dire il Principe ignoto, forte della coscienza
del suo diritto e della passione, rovescia nelle sue
braccia Turandot, e freneticamente la bacia. Turandot
– sotto tanto impeto – non ha più resistenza, non ha
più forza, non ha più volontà. Il contatto incredibile
l’ha trasfigurata. Con accento di supplica quasi
infantile, mormora:)
Che è mai di me?
Perduta!

IL PRINCIPE IGNOTO
Mio fiore!
Oh! mio fiore mattutino!
Mio fiore, ti respiro!
I seni tuoi di giglio,
ah! treman sul mio petto!
Già ti sento mancare di dolcezza,
tutta bianca nel tuo manto d’argento!

VOCI INTERNE
Ah! Ah!

TURANDOT
Come vincesti?

IL PRINCIPE IGNOTO
Piangi?

TURANDOT
È l’alba! È l’alba!
Turandot tramonta!

VOCI INTERNE
L’alba! Luce e vita!
Principessa, tutto è puro!
Tutto è santo!
Che dolcezza nel tuo pianto!

IL PRINCIPE IGNOTO
È l’alba! È l’alba!
E amore nasce col sole!

TURANDOT
Che nessun mi veda...
La mia gloria è finita!

IL PRINCIPE IGNOTO
No! Essa incomincia!

TURANDOT
Onta su me!

IL PRINCIPE IGNOTO
Miracolo!
La tua gloria risplende
nell’incanto del primo bacio,
del primo pianto.

TURANDOT
Del primo pianto...ah!
Del primo pianto, sì,
straniero, quando sei giunto,
con angoscia ho sentito
il brivido fatale di questo mal supremo.
Quanti ho visto morire per me!
E li ho spregiati;
ma ho temuto te!
C’era negli occhi tuoi
la luce degli eroi!
C’era negli occhi tuoi
la superba certezza...
E ti ho odiato per quella...
E per quella t’ho amato,
tormentata e divisa
fra due terrori uguali:
Vincerti o esser vinta...
E vinta son...Ah!
Vinta, più che dall’alta prova,
da questa febbre
che mi vien da te!

IL PRINCIPE IGNOTO
Sei mia! mia!

TURANDOT
Questo, questo chiedevi.
Ora lo sai.
Più gran vittoria non voler...
parti, straniero...
col tuo mister!

IL PRINCIPE IGNOTO
Il mio mistero?
Non ne ho più!
Sei mia!
Tu che tremi se ti sfioro!
Tu che sbianchi se ti bacio,
puoi perdermi se vuoi.
Il mio nome e la vita
insiem ti dono.
Io son Calaf, figlio di Timur!

TURANDOT
So il tuo nome!

CALAF
La mia gloria è il tuo amplesso!

TURANDOT
Odi! Squillan le trombe!

CALAF
La mia vita è il tuo bacio!

TURANDOT
Ecco! È l’ora!
È l’ora della prova!

CALAF
Non la temo!

TURANDOT
Ah! Calaf, davanti al popolo con me!

CALAF
Hai vinto tu!

Scena seconda

L’esterno del palazzo imperiale
(È tutto bianco di marmi traforati, sui quali i riflessi
rosei dell’aurora s’accendono come fiori. Sopra un’alta
scala, al centro della scena, l’Imperatore circondato
dalla corte, dai dignitari, dai sapienti, dai soldati.
Ai due lati del piazzale, in vasto semicerchio, l’enorme
folla che acclama.)

LA FOLLA
Diecimila anni al nostro Imperatore!
(I tre Ministri stendono a terra un manto d’oro mentre
Turandot ascende le scale. D’un tratto è il silenzio.)

TURANDOT
Padre augusto...Conosco il nome
dello straniero!
Il suo nome è...Amor!
(Calaf sale d’impeto la scala. I due amanti si trovano
avvinti in un abbraccio.)

LA FOLLA
Amor!
O sole! Vita! Eternità!
Luce del mondo è amore!
Ride e canta nel sole
l’infinita nostra felicità!
Gloria a te! Gloria a te!

FINE
libretto by Giuseppe Adami, Renato Simoni 

 

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