AIDA, Schiava etiope (Soprano) RADAMÄŒS, Capitano della guardie (Tenore) AMNERIS, Figlia del Re (Mezzo-soprano) AMONASRO, Re d'Etiopia e padre d'Aida (Baritono) RAMFIS, Capo dei Sacerdoti (Basso) IL RE d’Egitto, Padre d'Amneris (Basso) SACERDOTESSA (Soprano) UN MESSAGGERO (Tenore) CORO Sacerdoti, Sacerdotesse, Ministri, Soldati, Capitani, Funzionari, Schiavi e Prigioneri etiopi, Popolo egizio, ecc. BALLETTO Sacerdotesse, piccoli mori, schiavi etiopi, danzatrici negre, egiziane, libanesi, etiopi, asiatiche, baiadere, seguito di Amneris Preludio Scena prima Sala nel palazzo del Re a Menfi (A destra e a sinistra, una colonna con statue e arbusti in fiore. Grande porta nel fondo, da cui si scorgono i tempii, i palazzi di Menfi e le Piramidi.) RAMFIS Sì, corre voce che l’Etiope ardisca Sfidarci ancora, e del Nilo la valle E Tebe minacciar. Fra breve un messo Recherà il ver. RADAMÈS La sacra Iside consultasti? RAMFIS Ella ha nomato Delle egizie falangi Il condottier supremo. RADAMÈS Oh, lui felice! RAMFIS (con intenzione, fissando Radamès) Giovane e prode è desso. Ora del nume Reco i decreti al Re. (Esce.) RADAMÈS (solo) Se quel guerriero lo fossi! se il mio sogno Si avverasse! Un esercito di prodi Da me guidato, e la vittoria e il plauso Di Menfi tutta! E a te, mia dolce Aida, Tornar di lauri cinto... Dirti: per te ho pugnato e per te ho vinto! Celeste Aida, forma divina, Mistico serto di luce e fior, Del mio pensiero tu sei regina, Tu di mia vita sei lo splendor. Il tuo bel cielo vorrei ridarti, Le dolci brezze del patrio suol, Un regal serto sul crin posarti, Ergerti un trono vicino al sol. Oh! Celeste Aida, forma divina, Mistico raggio di luce e fior, Del mio pensiero ecc. (Entra Amneris.) AMNERIS Quale insolita gioia Nel tuo sguardo! Di quale Nobil fierezza ti balena il volto! Degna di invidia, oh! quanto Saria la donna il cui bramato aspetto Tanta luce di gaudio in te destasse! RADAMÈS D’un sogno avventuroso Si beava il mio cuore. Oggi, la Diva Profferse il nome del guerrier che al campo Le schiere egizie condurrà. O, s’io fossi A tal onor prescelto... AMNERIS Né un altro sogno mai Più gentil, più soave Al core ti parlò? Non hai tu in Menfi Desideri, speranze? RADAMÈS Io! (Quale inchiesta! Forse l’arcano amore Scoprì che m’arde in core... Della sua schiava il nome Mi lesse nel pensier!) AMNERIS (Oh! guai se un altro amore Ardesse a lui nel core! Guai se il mio sguardo penetra Questo fatal mister!) RADAMÈS (vedendo Aida) Dessa! AMNERIS (da sé, osservando) Ei si turba, e quale Sguardo rivolse a lei! Aida! A me rivale Forse saria costei? (volgendosi ad Aida) Vieni, o diletta, appressati, Schiava non sei né ancella Qui dove in dolce fascino lo ti chiamai sorella. Piangi? Delle tue lacrime Svela il segreto a me. AIDA Ohimè! di guerra fremere L’atroce grido io sento, Per l’infelice patria, Per me, per voi pavento. AMNERIS Favelli il ver? né s’agita Più grave cura in te? (fra sé, guardando Aida) Trema, o rea schiava, ah! trema Ch’io nel tuo cor discenda! Trema che il ver m’apprenda Quel pianto e quel rossor! RADAMÈS (fra sé, guardando Amneris) Nel volto a lei balena Lo sdegno ed il sospetto. Guai se l’arcano affetto A noi leggesse il cor! AIDA (fra sé) No, sull’afflitta patria Non geme il cor soltanto; Quello ch’io verso è pianto Di sventurato amor. (Entra il Re, preceduto dalle sue guardie e seguito da Ramfis, dai ministri, sacerdoti, capitani, ecc.) IL RE Alta cagion v’aduna, O fidi Egizi, al vostro Re d’intorno. Dai confin d’Etiopia un messaggero Dianzi giungea: gravi novelle ei reca. Vi piaccia udirlo. (ad un uffiziale) Il messagger s’avanzi! (Il messaggero entra.) MESSAGGERO Il sacro suolo dell’Egitto è invaso Dai barbari Etiopi; I nostri campi Fur devastati, arse le messi, e baldi Della facil vittoria i predatori Già marciano su Tebe! TUTTI Ed osan tanto! MESSAGGERO Un guerriero indomabile, feroce, Li conduce: Amonasro. TUTTI Il Re! AIDA (a parte) Mio padre! MESSAGGERO Già Tebe è in armi e dalle cento porte Sul barbaro invasore Proromperà, guerra recando e morte. IL RE Sì: guerra e morte il nostro grido sia! TUTTI Guerra! Guerra! ecc. Tremenda, inesorata! IL RE (accostandosi a Radamès) Iside venerata Di nostre schiere invitte Già designava il condottier supremo: Radamès. TUTTI Radamès! RADAMÈS Ah! sien grazie ai numi! Son paghi i voti miei. AMNERIS (fra sé) Ei duce! AIDA (fra sé) lo tremo! MINISTRI e CAPITANI Radamès! Radamès! IL RE Or di Vulcano al tempio Muovi, o guerrier. Le sacre Armi ti cingi e alla vittoria vola. Su! del Nilo al sacro lido Accorrete, egizi eroi; Da ogni cor prorompa il grido: Guerra e morte allo stranier! RAMFIS Gloria ai numi! ognuno rammenti Ch’essi direggono gli eventi, Che in poter dei numi solo Stan le sorti del guerrier. Ognun rammenti che in poter, ecc. MINISTRI e CAPITANI Su! del Nilo al sacro lido Sien barriera i nostri petti; Non echeggi che un sol grido: Guerra e morte allo stranier! ecc. IL RE Su! del Nilo, ecc. AIDA (fra sé) Per chi piango? per chi prego? Qual potere m’avvince a lui! Deggio amarlo ed è costui Un nemico, uno stranier! RADAMÈS Sacro fremito di gloria Tutta l’anima m’investe. Su! corriamo alla vittoria! Guerra e morte allo stranier! AMNERIS (recando una bandiera e consegnandola a Radamès) Di mia man ricevi, o duce, Il vessillo glorioso; Ti sia guida, ti sia luce Della gloria sul sentier. IL RE Su! del Nilo al sacro lido, ecc. RAMFIS, SACERDOTI Gloria ai Numi, ecc. MINISTRI e CAPITANI Su! del Nilo, ecc. RADAMÈS, MESSAGGERO Su! Corriamo alla vittoria, ecc. AMNERIS Ti sia guida, ecc. TUTTI Guerra! guerra! ecc. Sterminio all’invasor! ecc. AMNERIS Ritorna vincitor! TUTTI Ritorna vincitor! (Escono tutti, meno Aida.) AIDA Ritorna vincitor! E dal mio labbro Uscì l’empia parola! Vincitor Del padre mio, di lui che impugna l’armi Per me per ridarmi Una patria, una reggia e il nome illustre Che qui celar m’è forza. Vincitor De’ miei fratelli...ond’io lo vegga, tinto Del sangue amato, trionfar nel plauso Dell’egizie coorti! E dietro il carro, Un Re, mio padre, di catene avvinto! L’insana parola, O numi, sperdete! Al seno d’un padre La figlia rendete; Struggete le squadre Dei nostri oppressori. Ah! Sventurata! che dissi? E l’amor mio? Dunque scordar poss’io Questo fervido amore che oppressa e schiava Come raggio di sol qui mi beava? Imprecherò la morte A Radamès, a lui ch’amo pur tanto! Ah! non fu in terra mai Da più crudeli angosce un core affranto! I sacri nomi di padre, d’amante Né profferir poss’io, ne ricordar; Per l’un, per l’altro confusa e tremante, lo piangere vorrei, vorrei pregar. Ma la mia prece in bestemmia si muta... Delitto è il pianto a me, colpa il sospir... In notte cupa la mente è perduta, E nell’ansia crudel vorrei morir. Numi, pietà del mio soffrir! Speme non v’ha pel mio dolor. Amor fatal, tremendo amor, Spezzami il cor, fammi morir! Numi, pietà del mio soffrir! ecc. Scena seconda Interno del tempio di Vulcano a Menfi (Una luce misteriosa scende dall’alto. Una lunga fila di colonne, l’una all’altra addossate, si perde fra le tenebre. Statue di varie divinità. Nel mezzo della scena, sovra un palco coperto di tappeti, sorge l’altare sormontato da emblemi sacri. Dai tripodi d’oro s’innalza il fumo degli incensi. Sacerdoti e sacerdotesse, Ramfis ai piedi dell’altare.) SACERDOTESSA Possente Fthà, del mondo Spirito animator, ah! COL CORO DELLE SACERDOTESSE Noi t’invochiamo! RAMFIS e SACERDOTI Tu che dal nulla hai tratto L’onde, la terra, il ciel, Noi t’invochiam! SACERDOTESSA Immenso Fthà, del mondo Spirto fecondator, ah! COL CORO DELLE SACERDOTESSE Noi t’invochiamo! RAMFIS e SACERDOTI Nume, che del tuo spirito Sei figlio e genitor, Noi t’invochiam! SACERDOTESSA Fuoco increato, eterno, Onde ebbe luce il sol, ah! COL CORO DELLE SACERDOTESSE Noi t’invochiamo! RAMFIS e SACERDOTI Vita dell’universo, Mito d’eterno amor, Noi t’invochiam! SACERDOTESSA Immenso Fthà! RAMFIS e SACERDOTI Noi t’invochiam! (Radamès viene introdotto senz’armi. Mentre va all’altare, le sacerdotesse eseguiscono la danza sacra. Sul capo di Radamès viene steso un velo d’argento.) SACERDOTESSA Immenso Fthà! RAMFIS e SACERDOTI Noi t’invochiam! RAMFIS (a Radamès) Mortal, diletto ai numi, A te fidate son d’Egitto le sorti. Il sacro brando Dal dio temprato, Per tua man diventi Ai nemici terror, folgore, morte. SACERDOTI Il sacro brando, ecc. RAMFIS (volgendosi al Nume) Nume, custode e vindice Di questa sacra terra, La mano tua distendi Sovra l’egizio suol. RADAMÈS Nume, che duce ed arbitro Sei d’ogni umana guerra, Proteggi tu, difendi D’Egitto il sacro suol, ecc. RAMFIS e SACERDOTI La mano tua distendi Sovra l’egizio suol. Nume, custode e vindice, ecc. (Mentre Radamès viene investito delle armi sacre, le sacerdotesse ed i sacerdoti riprendono l’inno religioso e la mistica danza.) TUTTI Possente Fthà, del mondo, ecc. Scena prima Una sala nell’appartamento di Amneris (Amneris circondata dalle schiave che l’abbigliano per la festa trionfale. Dai tripodi si eleva il profumo degli aromi. Giovani schiavi mori danzando agitano i ventagli di piume.) SCHIAVE Chi mai fra gl’inni e i plausi Erge alla gloria il vol, Al par d’un dio terribile, Fulgente al par del sol, Vieni: sul crin ti piovano Contesti ai lauri i fior; Suonin di gloria i cantici Coi cantici d’amor. AMNERIS (fra sé) Vieni, amor mio, m’inebria... Fammi beato il cor! SCHIAVE Or dove son le barbare Orde dello stranier? Siccome nebbia sparvero Al soffio del guerrier. Vieni: di gloria il premio Raccogli, o vincitor; T’arrise la vittoria, T’arriderà l’amor. AMNERIS (fra sé) Vieni, amor mio, ravvivami D’un caro accento ancor! Danza degli schiavi mori SCHIAVE Vieni, sul crin ti piovano, ecc. AMNERIS Vieni, amor mio, m’inebria, ecc. Silenzio! Aida verso noi s’avanza... Figlia de’ vinti, il suo dolor m’è sacro. (Ad un cenno di Amneris, le schiave si allontanano.) Nel rivederla, il dubbio Atroce in me si desta... Il mistero fatal si squarci alfine! (ad Aida, con simulata amorevolezza) Fu la sorte dell’armi a’ tuoi funesta, Povera Aida! Il lutto Che ti pesa sul cor teco divido. Io son l’amica tua... Tutto da me tu avrai, vivrai felice! AIDA Felice esser poss’io Lungi dal suol natio... Qui dove ignota M’è la sorte del padre e dei fratelli? AMNERIS Ben ti compiango! pure hanno un confine mali di quaggiù. Sanerà il tempo Le angosce del tuo core, E più che il tempo, un dio possente... Amore. AIDA (fra sé) Amore, amore! Gaudio, tormento, Soave ebbrezza, ansia crude!! Ne’ tuoi dolori la vita io sento, Un tuo sorriso mi schiude il ciel. Ne’ tuoi dolori, ecc. AMNERIS (fra sé) Ah! quel pallore, quel turbamento Svelan l’arcana febbre d’amor! D’interrogarla quasi ho sgomento, Divido l’ansie del suo terror. (ad Aida) Ebben, qual nuovo fremito T’assal, gentile Aida? I tuoi segreti svelami, All’amor mio t’affida. Tra i forti che pugnarono Della tua patria a danno, Qualcuno un dolce affanno Forse a te in cor destò? AIDA Che parli? AMNERIS A tutti barbara Non si mostrò la sorte, Se in campo il duce impavido Cadde trafitto a morte... AIDA Che mai dicesti! ah, misera! AMNERIS Sì, Radamès da’ tuoi fu spento. AIDA Misera! AMNERIS E pianger puoi? AIDA Per sempre io piangerò! AMNERIS Gli dei t’han vendicata! AIDA Avversi sempre mi furon i numi. AMNERIS Ah, trema! in cor ti lessi!... Tu l’ami... AIDA Io! AMNERIS Non mentire! Un detto ancora: il vero saprò. Fissami in volto...lo t’ingannava... Radamès vive! AIDA Vive! Ah, grazie, o numi! AMNERIS E ancor mentir tu speri? Sì, tu l’ami! Ma l’amo anch’io, intendi tu? Son tua rivale, figlia de’ Faraoni! AIDA Mia rivale! Ebben, sia pure, Anch’io son tal... Ah! che dissi mai? Pietà, perdono, ah! Pietà ti prenda del mio dolor. È vero, io l’amo d’immenso amor. Tu sei felice, tu sei possente, Io vivo solo per questo amor! AMNERIS Trema, vil schiava! Spezza il tuo core; Segnar tua morte può questo amore; Del tuo destino arbitra io sono, D’odio e vendetta le furie ho in cor. AIDA Tu sei felice, ecc. AMNERIS Trema, vil schiava, ecc. CORO (di fuori) Su! del Nilo al sacro lido Sien barriera i nostri petti; Non echeggi che un sol grido: Guerra e morte allo stranier! AMNERIS Alla pompa che s’appresta, Meco, o schiava, assisterai; Tu prostrata nella polvere, Io sul trono accanto al Re. AIDA Ah! pietà! Che più mi resta? Un deserto è la mia vita; Vivi e regna, il tuo furore Io tra breve placherò. Quest’amore che t’irrita Nella tomba spegnerò. AMNERIS Vien...mi segui...e apprenderai Se lottar tu puoi con me, ecc. AIDA Ah! Pietà, ecc. AMNERIS ...Se lottar tu puoi, ecc. CORO (di fuori) Guerra e morte allo stranier! (Amneris esce.) AIDA Numi, pietà del mio martir, Speme non v’ha pel mio dolor! ecc. Scena seconda Uno degli ingressi della città di Tebe (Sul davanti, un gruppo di palme. A destra, il tempio di Ammone. A sinistra, un trono sormontato da un baldacchino di porpora. Nel fondo, una porta trionfale. La scena è ingombra di popolo. Entra il Re, seguito dai ministri, sacerdoti, capitani, flabelliferi, porta insegne, ecc. Quindi Amneris con Aida e schiave. Il Re va a sedere sul trono. Amneris prende posto alla sinistra del Re.) POPOLO Gloria all’Egitto, ad Iside Che il sacro suol protegge; Al Re che il Delta regge Inni festosi alziam, ecc. DONNE S’intrecci il loto al lauro Sul crin dei vincitori; Nembo gentil di fiori Stenda sull’armi un vel. Danziam, fanciulle egizie, Le mistiche carole, Come d’intorno al sole Danzano gli astri in ciel! SACERDOTI Della vittoria agli arbitri Supremi il guardo ergete; Grazie agli dei rendete Nel fortunato dì, ecc. POPOLO Come d’intorno al sole, ecc. SACERDOTI Grazie agli Dei, ecc. Marcia trionfale Ballabile (Le truppe egizie, precedute dalle fanfare, sfilano dinanzi al Re. Seguono i carri di guerra, le insegne, i vasi sacri, le statue degli dei. Un drappello di danzatrici che recano i tesori dei vinti. Da ultimo Radamès, sotto un baldacchino portato da dodici uffiziali.) POPOLO Vieni, o guerriero vindice, Vieni a gioir con noi; Sul passo degli eroi I lauri, i fior versiam! Gloria! ecc. SACERDOTI Agli arbitri supremi, ecc. Grazie agli Dei, ecc. IL RE (che scende dal trono per abbracciare Radamès) Salvator della patria, io ti saluto. Vieni, e mia figlia di sua man ti porga Il serto trionfale. (Radamès s’inchina davanti ad Amneris che gli porge la corona.) Ora, a me chiedi Quanto più brami. Nulla a te negato Sarà in tal dì; lo giuro Per la corona mia, pei sacri numi. RADAMÈS Concedi in pria che innanzi A te sian tratti i prigionier. (Entrano, fra le guardie, i prigionieri etiopici, ultimo Amonasro, vestito da ufficiale.) RAMFIS e SACERDOTI Grazie agli dei, ecc. AIDA Che veggo! Egli? Mio padre! TUTTI Suo padre! AMNERIS In poter nostro! ... AIDA Tu! Prigionier! AMONASRO (piano ad Aida) Non mi tradir! IL RE (ad Amonasro) T’appressa...Dunque tu sei? AMONASRO Suo padre. Anch’io pugnai, Vinti noi fummo, morte invan cercai. (accennando alla divisa che lo veste) Quest’assisa ch’io vesto vi dica Che il mio Re, la mia patria ho difeso: Fu la sorte a nostr’armi nemica. Tornò vano de’ forti l’ardir. Al mio pie’ nella polve disteso Giacque il Re da più colpi trafitto; Se l’amor della patria è delitto Siam rei tutti, siam pronti a morir! (volgendosi al Re, con accento supplichevole) Ma tu, Re, tu signore possente, A costoro ti volgi clemente; Oggi noi siam percossi dal fato, Doman voi potria il fato colpir. AIDA Ma tu, Re, tu signore possente, ecc. PRIGIONIERI e SCHIAVE Sì: dai Numi percossi noi siamo; Tua pietà, tua clemenza imploriamo; Ah! giammai di soffrirvi sia dato Ciò che in oggi n’è dato soffrir! ecc. RAMFIS e SACERDOTI Struggi, o Re, queste ciurme feroci, Chiudi il core alle perfide voci. Fur dai numi votati alla morte, Or de’ numi si compia il voler! ecc. AIDA, SCHIAVE, PRIGIONIERI Pietà! Pietà! Pietà! POPOLO Sacerdoti, gli sdegni placate, L’umil prece dei vinti ascoltate; E tu, o Re, tu possente, tu forte, A clemenza dischiudi il pensier! ecc. RAMFIS e SACERDOTI A morte! A morte! A morte! O Re, struggi queste ciurme, ecc. SCHIAVE e PRIGIONIERI Tua pietade, tua clemenza imploriamo, ecc. AIDA e AMONASRO Ma tu, Re, tu Signor possente, ecc. RADAMÈS (fra sé) Il dolor che in quel volto favella Al mio sguardo la rende più bella; Ogni stilla del pianto adorato Nel mio petto ravviva l’ardor, ecc. AMNERIS (fra sé) Quali sguardi sovr’essa ha rivolti! Di qual fiamma balenano i volti! Ed io sola, avvilita, reietta? La vendetta mi rugge nel cor, ecc. IL RE Or che fausti ne arridon gli eventi A costoro mostriamoci clementi; La pietà sale ai numi gradita E rafferma de’ prenci il poter, ecc. RADAMÈS (al Re) O Re, pei sacri numi, Per Io splendor della tua corona, Compier giurasti il voto mio. IL RE Giurai. RADAMÈS Ebbene: a te pei prigionieri etiopi Vita domando e libertà. AMNERIS (fra sé) Per tutti! SACERDOTI Morte ai nemici della patria! POPOLO Grazia per gli infelici! RAMFIS Ascolta, o Re. (a Radamès) Tu pure, giovin eroe, Saggio consiglio ascolta: Son nemici e prodi sono, La vendetta hanno nel cor; Fatti audaci dal perdono Correranno all’armi ancor! RADAMÈS Spento Amonasro, il re guerrier, Non resta speranza ai vinti. RAMFIS Almeno, Arra di pace e securtà, fra noi Resti col padre Aida. IL RE AI tuo consiglio io cedo. Di securtà, di pace un miglior pegno Or io vo’ darvi. Radamès, la patria tutto a te deve. D’Amneris la mano premio ti sia. Sovra l’Egitto un giorno Con essa regnerai... AMNERIS (fra sé) Venga or la schiava, Venga a rapirmi l’amor mio...se l’osa! IL RE e POPOLO Gloria all’Egitto, ad Iside Che il sacro suol difende; S’intrecci il loto al lauro Sul crin del vincitor! ecc. SCHIAVE e PRIGIONIERI Gloria al clemente Egizio Che i nostri ceppi ha sciolto, Che ci ridona ai liberi Solchi del patrio suol! ecc. RAMFIS e SACERDOTI Inni leviamo ad Iside Che il sacro suol difende; Preghiamo che i fati arridano Fausti alla patria ognor, ecc. AIDA (fra sé) Qual speme ormai più restami? A lui la gloria e il trono... A me l’oblio...le lacrime Di disperato amor, ecc. RADAMÈS (fra sé) D’avverso nume il folgore Sul capo mio discende... Ah no! d’Egitto il soglio Non val d’Aida il cor, ecc. AMNERIS (fra sé) Dall’inatteso giubilo Inebriata io sono; Tutti in un dì si compiono I sogni del mio cor, ecc. RAMFIS Preghiam, ecc. IL RE, POPOLO Gloria ad Iside, ecc. AMONASRO (ad Aida, sottovoce) Fa cor, della tua patria I lievi eventi aspetta. Per noi della vendetta Già prossimo è l’albor, ecc. POPOLO Gloria all’Egitto, ad Iside Che il sacro suol difende; S’intrecci il loto al lauro Sul crin del vincitor, ecc. RADAMÈS (fra sé) Qual inatteso folgore Sul capo mio discende, ecc. AMNERIS (fra sé) Tutte in un dì, ecc. AMONASRO (piano ad Aida) Fà cor, ecc. AIDA (fra sé) A me l’oblio, ecc. RAMFIS, SACERDOTI Inni leviamo ad Iside, ecc. SCHIAVE e PRIGIONIERI Gloria al clemente Egizio, ecc. Le rive del Nilo (Rocce di granito fra cui crescono palmizi. Sul vertice delle rocce il tempio d‘Iside per metà nascosto tra le fronde. È notte stellata. Splendore di luna.) CORO (nel tempio) O tu che sei d’Osiride Madre immortale e sposa, Diva che i casti palpiti Desti agli umani in cor, Soccorri a noi pietosa. Madre d’immenso amor! ecc. (Da una barca che approda alla riva, discendono Amneris, Ramfis, alcune donne coperte da fitto velo e guardie.) RAMFIS (ad Amneris) Vieni d’Iside al tempio: alla vigilia Delle tue nozze, invoca Della diva il favore. Iside legge Dei mortali nel core; ogni mistero Degli umani a lei è noto. AMNERIS Sì: io pregherò che Radamès mi doni Tutto il suo cor, come il mio cor a lui Sacro è per sempre. RAMFIS Andiamo: Pregherai fino all’alba; io sarò teco. (Tutti entrano nel tempio.) CORO Soccorri a noi pietosa, ecc. (Aida entra cautamente coperta da un velo.) AIDA Qui Radamès verrà! Che vorrà dirmi? Io tremo. Ah! se tu vieni A recarmi, o crudel, l’ultimo addio, Del Nilo i cupi vortici Mi daran tomba, e pace forse, e oblio. O patria mia, mai più ti rivedrò! O cieli azzurri, o dolci aure native, Dove sereno il mio mattin brillò, O verdi colli, o profumate rive, O patria mia, mai più ti rivedrò! ecc. O fresche valli, o queto asil beato, Che un dì promesso dall’amor mi fu; Or che d’amore il sogno è dileguato, O patria mia, non ti vedrò mai più! ecc. (Volgendosi, vede i padre.) Ciel! mio padre! AMONASRO A te grave cagion M’adduce, Aida. Nulla sfugge al mio sguardo. D’amor ti struggi Per Radamès, ei t’ama, e lo attendi. Dei Faraon la figlia è tua rivale... Razza infame, aborrita e a noi fatale! AIDA E in suo potere io sto! Io, d’Amonasro figlia! AMONASRO In poter di lei! No! se lo brami La possente rival tu vincerai. E patria, e trono, e amor, tutto tu avrai. Rivedrai le foreste imbalsamate, Le fresche valli, i nostri templi d’or. AIDA Rivedrò le foreste imbalsamate, Le fresche valli, i nostri templi d’or. AMONASRO Sposa felice a lui che amasti tanto, Tripudii immensi ivi potrai gioir. AIDA Un giorno solo di sì dolce incanto, Un’ora di tal gioia, e poi morir! AMONASRO Pur rammenti che a noi l’Egizio immite, Le case, i templi e l’are profanò, Trasse in ceppi le vergini rapite; Madri, vecchi, Fanciulli ei trucidò. AIDA Ah! ben rammento quegl’infausti giorni! Rammento i lutti che il mio cor soffrì. Deh, fate, o Numi, che per noi ritorni L’alba invocata de’ sereni dì. AMONASRO Rammenta... Non fia che tardi. In armi ora si desta Il popol nostro; tutto è pronto già, Vittoria avrem. Solo a saper mi resta Qual sentiero il nemico seguirà. AIDA Chi scoprirlo potria? chi mai? AMONASRO Tu stessa! AIDA Io! AMONASRO Radamès so che qui attendi...Ei t’ama... Ei conduce gli Egizii... Intendi? AIDA Orrore! Che mi consigli tu? No! no! giammai! AMONASRO (con impeto selvaggio) Su, dunque! sorgete, Egizie coorti! Col fuoco struggete Le nostre città. Spargete il terrore, Le stragi, le morti. Al vostro furore Più freno non v’ha. AIDA Ah padre! AMONASRO (respingendola) Mia figlia ti chiami! AIDA Pietà! AMONASRO Flutti di sangue scorrono Sulle città dei vinti. Vedi? dai negri vortici Si levano gli estinti. Ti additan essi e gridano: Per te la patria muor! AIDA Pietà! Ah padre, pietà! AMONASRO Una larva orribile Fra l’ombre a noi s’affaccia. Trema! le scarne braccia Sul capo tuo levò. Tua madre ell’è, ravvisala, Ti maledice... AIDA (nel massimo terrore) Ah! padre! no!...Ah! pietà, padre!, ecc. AMONASRO (respingendola) Non sei mia figlia! Dei Faraoni tu sei la schiava! AIDA Ah! Pietà! Pietà! Padre, a costoro schiava non sono; Non maledirmi, non imprecarmi; Ancor tua figlia potrai chiamarmi, Della mia patria degna sarò. AMONASRO Pensa che un popolo vinto, straziato, Per te soltanto risorger può... AIDA O patria! o patria...quanto mi costi! AMONASRO Coraggio! ei giunge, là tutto udrò. (Si nasconde fra i palmizi. Radamès entra.) RADAMÈS Pur ti riveggo, mia dolce Aida... AIDA T’arresta, vanne, che speri ancor? RADAMÈS A te dappresso l’amor mi guida. AIDA Te i riti attendono d’un altro amor. D’Amneris sposo... RADAMÈS Che parli mai? Te sola, Aida, te deggio amar. Gli dei m’ascoltano, tu mia sarai. AIDA D’uno spergiuro non ti macchiar! Prode t’amai, non t’amerei spergiuro. RADAMÈS Dell’amor mio dubiti, Aida? AIDA E come speri sottrarti d’Amneris ai vezzi, Del Re al voler, del tuo popolo ai voti, Dei sacerdoti all’ira? RADAMÈS Odimi, Aida. Nel fiero anelito di nuova guerra Il suolo etiope si ridestò; I tuoi già invadono la nostra terra, Io degli Egizi duce sarò. Fra il suon, fra i plausi della vittoria, Al Re mi prostro, gli svelo il cor; Sarai tu il seno della mia gloria, Vivrem beati d’eterno amore. AIDA Né d’Amneris paventi II vindice furor? La sua vendetta, Come folgor tremenda, Cadrà su me, sul padre mio, su tutti. RADAMÈS Io vi difendo. AIDA Invan, tu nol potresti. Pur, se tu m’ami, ancor s’apre una via Di scampo a noi... RADAMÈS Quale? AIDA Fuggir... RADAMÈS Fuggire! AIDA Fuggiam gli ardori inospiti Di queste lande ignude; Una novella patria Al nostro amor si schiude. Là, tra foreste vergini, Di fiori profumate, In estasi beate La terra scorderem. RADAMÈS Sovra una terra estrania Teco fuggir dovrei! Abbandonar la patria, L’are de’ nostri dei! Il suol dov’io raccolsi Di gloria i primi allori, Il ciel de’ nostri amori Come scordar potrem? AIDA Là tra foreste vergini, ecc. RADAMÈS Il ciel dei nostri amori, ecc. AIDA Sotto il mio ciel, più libero L’amor ne fia concesso; Ivi nel tempio istesso Gli stessi numi avrem, ecc. RADAMÈS Abbandonar la patria, ecc. AIDA Fuggiam, fuggiam! RADAMÈS (esitante) Aida! AIDA Tu non m’ami...Va! RADAMÈS Non t’amo? Mortal giammai né dio Arse d’amor al par del mio possente. AIDA Va, va, t’attende all’ara Amneris. RADAMÈS No! Giammai! AIDA Giammai, dicesti? Allor piombi la scure Su me, sul padre mio... RADAMÈS Ah no! fuggiamo! Sì, fuggiam da queste mura, Al deserto insiem fuggiamo; Qui sol regna la sventura, Là si schiude un ciel d’amor. I deserti interminati A noi talamo saranno, Su noi gli astri brilleranno Di più limpido fulgor. AIDA Nella terra avventurata De’ miei padri il ciel ne attende: Ivi l’aura è imbalsamata, Ivi il suolo è aromi e fior. Fresche valli e verdi prati A noi talamo saranno, Su noi gli astri brilleranno Di più limpido fulgor. AIDA e RADAMÈS Vieni meco, insiem fuggiamo Questa terra di dolor. Vieni meco, t’amo, t’amo! A noi duce fa l’amor. AIDA Ma, dimmi: per qual via Eviterem le schiere degli armati? RADAMÈS Il sentier scelto dai nostri A piombar sul nemico fia deserto Fino a domani. AIDA E quel sentier? RADAMÈS Le gole di Nàpata. (Si fa avanti Amonasro.) AMONASRO Di Nàpata le gole! Ivi saranno i miei! RADAMÈS Oh! chi ci ascolta? AMONASRO D’Aida il padre e degli Etiopi il Re. RADAMÈS (agitatissimo) Tu, Amonasro!...tu, il Re? Numi! che dissi? No!...non è ver!...sogno... Delirio è questo... AIDA Ah no! ti calma...ascoltami, All’amor mio t’affida. AMONASRO A te l’amor d’Aida Un soglio innalzerà. RADAMÈS Io son disonorato! Per te tradii la patria! AIDA Ti calma! AMONASRO No: tu non sei colpevole, Era voler del fato. RADAMÈS Io son disonorato! AIDA Ah! no! RADAMÈS Per te tradii la patria! AMONASRO No: tu non sei colpevole. AIDA Ti calma... AMONASRO Vieni: oltre il Nil ne attendono I prodi a noi devoti; Là del tuo core i voti Coronerà l’amor. Vieni! (Amneris esce dal tempio, indi Ramfis, Sacerdoti, e guardie.) AMNERIS Traditor! AIDA La mia rival!... AMONASRO (avventandosi su Amneris con un pugnale) L’opra mia a strugger vieni! Muori! RADAMÈS (frapponendosi) Arresta, insano! AMONASRO Oh rabbia! RAMFIS Guardie, olà! RADAMÈS (ad Aida ed Amonasro) Presto! fuggite! AMONASRO (trascinando Aida) Vieni, o figlia! RAMFIS (alle guardie) Li inseguite! RADAMÈS (a Ramfis) Sacerdote, io resto a te. Scena prima Sala nel palazzo del Re (Alla sinistra, una gran porta che mette alla sala sotterranea delle sentenze. Andito a destra che conduce alla prigione di Radamès.) AMNERIS (mestamente atteggiata davanti la porta del sotterraneo) L’aborrita rivale a me sfuggia. Dai sacerdoti Radamès attende Dei traditor la pena. Traditor Egli non è. Pur rivelò di guerra L’alto segreto. Egli fuggir volea, Con lei fuggire! Traditori tutti! A morte! A morte! Oh! che mai parlo? Io l’amo, io l’amo sempre. Disperato, insano È quest’amor che la mia vita strugge. Oh! s’ei potesse amarmi! Vorrei salvarlo. E come? Si tenti! Guardie, Radamès qui venga. (Entra Radamès condotto dalle guardie.) Già i sacerdoti adunansi, Arbitri del tuo fato, Pur dell’accusa orribile Scolparti ancor t’è dato; Ti scolpa e la tua grazia Io pregherò dal trono, E nunzia di perdono, Di vita a te sarò. RADAMÈS Di mie discolpe i giudici Mai non udran l’accento; Dinanzi ai numi, agl’uomini Né vi!, né reo mi sento. Profferse il labbro incauto Fatal segreto, è vero, Ma puro il mio pensiero E l’onor mio restò. AMNERIS Salvati dunque e scolpati. RADAMÈS No. AMNERIS Tu morrai. RADAMÈS La vita Aborro! d’ogni gaudio La fonte inaridita, Svanita ogni speranza, Sol bramo di morir. AMNERIS Morire! Ah, tu dêi vivere! Sì, all’amor mio vivrai; Per te le angosce orribili Di morte io già provai; T’amai, soffersi tanto, Vegliai le notti in pianto, E patria, e trono, e vita Tutto darei per te. RADAMÈS Per essa anch’io la patria E l’onor mio tradia... AMNERIS Di lei non più! RADAMÈS L’infamia Mi attende e vuoi ch’io viva? Misero appien mi festi, Aida a me togliesti; Spenta l’hai forse, e in dono Offri la vita a me? AMNERIS Io, di sua morte origine! No, vive Aida! RADAMÈS Vive! AMNERIS Nei disperati aneliti Dell’orde fuggitive Sol cadde il padre. RADAMÈS Ed ella? AMNERIS Sparve, né più novella S’ebbe... RADAMÈS Gli dei l’adducano Salva alle patrie mura, E ignori la sventura Di chi per lei morrà! AMNERIS Or, s’io ti salvo, giurami Che più non la vedrai... RADAMÈS Nol posso! AMNERIS A lei rinuncia Per sempre, e tu vivrai! RADAMÈS Nol posso! AMNERIS Ancor una volta: A lei rinuncia. RADAMÈS È vano. AMNERIS Morir vuoi dunque, insano? RADAMÈS Pronto a morir son già. AMNERIS Chi ti salva, sciagurato, Dalla sorte che t’aspetta? In furor hai tu cangiato Un amor ch’egual non ha. De’ miei pianti la vendetta Ora dal ciel si compirà, ecc. RADAMÈS È la morte un ben supremo Se per lei morir m’è dato; Nel subir l’estremo fato Gaudii immensi il core avrà; L’ira umana più non temo, Temo sol la tua pietà, ecc. AMNERIS Ah! chi ti salva?... De’ miei pianti, ecc. (Radamès parte circondato dalle guardie.) AMNERIS (cade desolata su di un sedile) Ohimè! morir mi sento! Oh! chi lo salva? E in poter di costoro Io stessa lo gettai! Ora a te impreco, Atroce gelosia, che la sua morte E il lutto eterno del mio cor segnasti! (Si volge e vede i sacerdoti che attraversano la scena per entrare nel sotterraneo.) Ecco i fatali, Gl’inesorati ministri di morte! Oh! ch’io non vegga quelle bianche larve! (Si copre il volto con le mani.) E in poter di costoro Io stessa lo gettai! ecc. RAMFIS e SACERDOTI (nel sotterraneo) Spirto del nume, sovra noi discendi! Ne avviva al raggio dell’eterna luce; Pel labbro nostro tua giustizia apprendi. AMNERIS Numi, pietà del mio straziato core... Egli è innocente, lo salvate, o Numi! Disperato, tremendo è il mio dolore! RAMFIS e SACERDOTI Spirto del Nume, ecc. AMNERIS Oh, chi lo salva? Ohimè! Mi sento morir! (Radamès tra le guardie attraversa la scena e scende nel sotterraneo. Amneris, al vederlo, mette un grido.) RAMFIS (nel sotterraneo) Radamès, Radamès, Radamès: Tu rivelasti Della patria i segreti allo straniero! Discolpati! SACERDOTI Discolpati! RAMFIS Egli tace... TUTTI Traditor! AMNERIS Ah, pietà! Egli è innocente! Numi, pietà! RAMFIS Radamès, Radamès, Radamès: Tu disertasti Dal campo il dì che precedea la pugna. Discolpati! SACERDOTI Discolpati! RAMFIS Egli tace... TUTTI Traditor! AMNERIS Ah, pietà! Ah, lo salvate! Numi, pietà! RAMFIS Radamès, Radamès, Radamès: Tua fé violasti, Alla patria spergiuro, al Re, all’onore. Discolpati! SACERDOTI Discolpati! RAMFIS Egli tace... TUTTI Traditor! AMNERIS Ah, pietà! Ah, lo salvate! Numi, pietà! RAMFIS e SACERDOTI Radamès, è deciso il tuo fato: Degl’infami la morte tu avrai; Sotto l’ara del Nume sdegnato A te vivo fia schiuso l’avel. AMNERIS A lui vivo, la tomba! Oh! gl’infami! Né di sangue son paghi giammai... E si chiaman ministri del ciel! RAMFIS e SACERDOTI Traditor! AMNERIS (investendo i sacerdoti che escono dal sotterraneo) Sacerdoti: compiste un delitto! Tigri infami di sangue assetate, Voi la terra ed i Numi oltraggiate, Voi punite chi colpa non ha. RAMFIS e SACERDOTI È traditor! morrà! AMNERIS (a Ramfis) Sacerdote: quest’uomo che uccidi, Tu lo sai, da me un giorno fu amato, L’anatema d’un core straziato Col suo sangue su te ricadrà! Voi la terra ed i numi, ecc. Ah no, non è traditor...pietà, ecc. RAMFIS e SACERDOTI È traditor! morrà! (Si allontanano lentamente.) AMNERIS Empia razza! anatema su voi! La vendetta del ciel scenderà! Scena seconda L’interno del tempio di Vulcano e la tomba di Radamès (La scena è divisa in due piani. Il piano superiore rappresenta l’interno del tempio di Vulcano splendente d’oro e di luce; il piano inferiore un sotterraneo. Lunghe file d’arcate si perdono nell’oscurità. Statue colossali d’Osiride colle mani incrociate sostengono i pilastri della volta. Radamès è nel sotterraneo sui gradini della scala, per cui è disceso. Al di sopra, due sacerdoti intenti a chiudere la pietra del sotterraneo.) RADAMÈS La fatal pietra sovra me si chiuse. Ecco la tomba mia. Del dì la luce Più non vedrò. Non rivedrò più Aida. Aida, ove sei tu? Possa tu almeno Viver felice e la mia sorte orrenda Sempre ignorar! - Qual gemito! ...Una larva... Una vision...No! forma umana è questa... Ciel!...Aida! AIDA Son io. RADAMÈS Tu, in questa tomba! AIDA Presago il core della tua condanna, In questa tomba che per te s’apriva Io penetrai furtiva E qui lontana da ogni umano sguardo Nelle tue braccia desiai morire. RADAMÈS Morir! sì pura e bella! Morir per me d’amore... Degli anni tuoi nel fiore Fuggir la vita! T’avea il cielo per l’amor creata, Ed io t’uccido per averti amata! No, non morrai! Troppo t’amai! Troppo sei bella! AIDA (vaneggiando) Vedi? Di morte l’angelo Radiante a noi s’appressa; Ne adduce a eterni gaudii Sovra i suoi vanni d’or. Già veggo il ciel dischiudersi, Ivi ogni affanno cessa, Ivi comincia l’estasi D’un immortale amor. (Canti e danze dei sacerdoti e delle sacerdotesse nel tempio.) SACERDOTI e SACERDOTESSE Immenso Fthà, del mondo Spirito animator, ah! Noi t’invochiam! AIDA Triste canto! RADAMÈS Il tripudio dei sacerdoti. AIDA Il nostro inno di morte. RADAMÈS (cercando di smuovere la pietra del sotterraneo) Né le mie forti braccia Smuoverti potranno, o fatal pietra! AIDA Invan! tutto è finito Sulla terra per noi. RADAMÈS (con desolata rassegnazione) È vero! è vero! (Si avvicina ad Aida e la sorregge.) AIDA O terra, addio; addio, valle di pianti... Sogno di gaudio che in dolor svanì. A noi si schiude il ciel e l’alme erranti Volano al raggio dell’eterno dì, ecc. AIDA e RADAMÈS O terra addio, ecc. Ah! si schiude il ciel, ecc. SACERDOTI e SACERDOTESSE Immenso Fthà, ecc. (Aida cade dolcemente fra le braccia di Radamès. Amneris con abito di lutto appare nel tempio e va a prostrarsi sulla pietra che chiude il sotterraneo.) AIDA e RADAMÈS ...O terra addio, ecc. Si schiude il ciel! AMNERIS Pace t’imploro! Salma adorata Isi placata ti schiuda il ciel! SACERDOTI e SACERDOTESSE Immenso Fthà! AMNERIS Pace t’imploro! Pace, pace, pace! FINE |
libretto by Antonio Ghislanzoni |