Personaggi Silvia, cortigiana (soprano) Zanetto, giovane poeta e cantore (mezzosoprano) CORO SCENA I SILVIA sola SILVIA Maladetto l'amore! Non ho più lacrime. (lentamente) Son la crudel signora Che ognun sempre adorò Che ognuno adora Ognun col labbro Rispetta; sfiora La mia man; ma l'ardore Del bacio non salì Fino al mio core! M'uccide il tedio Le silenziose Chiare notti d'estate Che paion fatte Per le serenate Danno a' poeti il destro Di sfogar l'estro Ed in onor mio Dispiegan l'ali Scipiti madrigali. Il soldato, il mercante, il podestà ai piè mi gittan loro Ma disprezzo costoro E la lor vanità Soffro; viver così, Senza un amor Viver non è. (addita la città) Non mi ricorda un fiore qualche affetto gentil. Firenze splende laggiù, lontana, sereno, e tende forse, lo sguardo al cielo un giovanetto che m'ha vista una volta, e sente in petto battere il cor per me, l'indegna. Se a traversa la mia strada fatal si trovi. Oh! non isperi di fuggirsene via, e non sarò la sola disgraziata. ZANETTO (canta di lontana) Cuore, come un fiore Si dischiude, in te l'amore La canzon non è gioconda L'odi tu, piccina bionda! Cuore, v'è il dolore Tra il profumo e la splendore Par che il pianto si nasconda In quel fior piccina bionda? SILVIA Dolce è la melodia: la voce tocca il cuor. Ma queste fole d'amore io non l'intendo più. (Sale lentamente su la terazza, volgendosi distrattamente verso la parte da veniva la voce Zanetto col liuto a tracolla, e trascinando per l'erta il mantello, entra con aria allegra senza veder Silvia) SCENA II SILVIA e ZANETTO ZANETTO Le notti estive Ridono al viaggio E si va della luna Al chiaro raggio Ma di lassù le stelle Infondono coraggio Con le pupille d'or. Son giunto, Ama Fiorenze Il suono del liuto E la canzon d'amor? Non posso in questa arnese Picchiare alla locanda del paese Mi converrà dormire All'aria aperta. (Si sdraia sulla panca avvolgendosi nel mantello) (Silvia scende rapidamente dalla terrazza) SILVIA Oh poveretto, ed io che avevo in uggia questa serenità! Debbo chiamarlo ed ospitalità debbo offrir? Ma che! Dorme di già. (guardando Zanetto addormentato) Il silenzio, il profumo della sera questo fanciul dormente, mi turban forse? Un palpito novo m'agita il core. Ahimè! Somiglia al sogno mio! Su! Destati! (prendendolo con dolcezza per la mano) (Zanetto si sveglia e guarda Silvia con adorazione e meraviglia) ZANETTO La bianca visione che in sogno mi ridea. SILVIA Bambino! Solo un pallido raggio di stella l'occhio tuo vedea. ZANETTO No, no, tu sei la bella realtà del mio sogno: Questa voce divina L'udivo a me vicina! SILVIA Son, se ti piace, un ospite gradita al viandante. ZANETTO (guardandola) Grazie. Ho cenato tardi, e il sonno mi svanì. SILVIA (da sè) Silvia sii buona! È l'amor tuo funesto Ed un fanciullo è questo. (a Zanetto) Ma, dimmi, non potrò saper chi sei? ZANETTO Sono Zanetto; un nomade suonator; mi diletto ogni dì nel cambiar d'aria, e di tetto. Venti mestieri inutili Mi fan campar la vita So condurre col fragile Remo la barca rapida. Slancio nell'aria il falco Volo in corsa ardita Domo col morso L'agile puledro. E in un sonetto chiudo le rime fulgide In cerchio d'oro stretto. SILVIA E non saranno rare Le volte, in cui Ti manca il desinare! ZANETTO Talvolta, sì. Ma se trovo in paese Qualche signor cortese Io sono il benvenuto M'accettano alla mensa Il mio liuto Rallegra la brigata E per quel dì la cena È assicurata! SILVIA Firenze è la tua mèta? ZANETTO Non so. Se mai più florido qualche sentier mi piaccia Lo seguirò. La strana fantasia segue l'ardita traccia Segnata dall'augel nell'aria azzurra Ancor sul mio cammino non trovai fortuna! SILVIA Ma non sognasti un giorno di riposo nel correr tuo fantastico e dubbioso? E non hai mai veduta una casetta bianca tra i verdi pampini, donde una giovinetta un rapido buon giorno ti mando? ZANETTO Sì, qualche volta. Ma qual io mi sono, penso ai padri ai tutori, e non mi piace delle famiglie disturbar la pace. SILVIA Nè ti fermasti mai se la fanciulla Il fiore ti getto che Avea in petto? ZANETTO Un bacio e seguitavo la mia strada La libertà m'è cara. Non voglio altro fardello Che il liuto, e la piuma del capello. Un amore Dentro al core È un bagaglio troppo grave! SILVIA L'augel di bosco non vuol gabbia! Chi sa un giorno non t'alletti il nido! ZANETTO No, No! L'amor mi fa paura, sai? È così bello andarsene via,— Come le libellule che van per L'aria libere! SILVIA Ma, non sarai felice. E vieni qui dal fato Tenuto per la mano O il vol di qualche rondino Seguisti da lontano? ZANETTO Quasi! SILVIA Ti guida dunque una speranza? ZANETTO Appeno un sogno. SILVIA Parla! ZANETTO Io qui potrei forse restare. Senti: I pari miei, padre e madre non hanno. Son figlio d'un marchese o d'un villano? E chi lo sa? Pel mondo corsi fin'ora libero giocondo, nè mai vita migliore ho sospirato. Ma da quando ho gustato la cara voce tua, Madonna bella ho sognato: D'avere una sorella. Quando m'hai susurrato dell'intima dolcezza del mondo, in mezzo di fiore allora sì, mi non sentito solo! Io cedo ai tuoi consigli. Oh! se volessi trattenerti vicin, quest'usignolo randagio! Io resterci teco sempre d'accanto mi avresti e col mio canto le tue lunghe giornate abbrevierei! SILVIA Bambino! Come il core mi sussulta Che è mai questo timore? Aver lo sempre meco, Udirlo delirante Darmi il nome d'amante! Oh, il mio sogno avverato! ZANETTO Vuoi? SILVIA Se voglio? Ah, no, mai! Pur è lui che mi supplica! ZANETTO Madonna, domandi troppo lo so; ma vuoi? SILVIA Saprà chi son domani! ZANETTO Anco una volta vuoi! SILVIA Non posso! ZANETTO E perchè? SILVIA Son vedova; son povera; e non posso ospitar poeti erranti. ZANETTO Uno scudier non hai? SILVIA No! ZANETTO Un paggio? SILVIA No! ZANETTO Io con un frutto desino! SILVIA Deh, taci! Sono vedova vivo nel pianto sola. ZANETTO Ed io non vo' che starmene ai tuoi piedi! SILVIA È impossible, credi! ZANETTO Dunque per sempre addio, bel sogno mio! Avrò forse domani, più fortuna con Silvia. SILVIA (fra sè) Che dice? ZANETTO Poi che vani furono i preghi miei, io chiederti vorrei di Silvia fiorentina La dicono regina d'ogni bellezza dicono che il sguardo È una carezza che conquista e innamora Dicon che è bella e pallida Al par di te signora E poi ch'è ricca e prodiga Andavo a cercar lei. SILVIA (da sè) Mio Dio! ZANETTO Forse potrei entrar fra i suoi scudieri. Ma intesi mormorare, che la strana bellezza di quell'altiera donna e il pazzo viver suo recan sventura. Ti confesso, Madonna che ho paura! Che debbo far, consigliami. Debbo andare da Silvia? SILVIA (da sè) Sarebbe ritornato! Questo fanciullo ignoto che mi Colmò di tenerezza l'anima, la Sorte a me l'invia. È la felicità, Debbo cacciarlo via? ZANETTO T'ho così poco amica, che non mi vuoi respondere? SILVIA È infame! Ma così volle il destino! ZANETTO Ebben? SILVIA (dopo un silenzio e con grande sforzo) Senti, bambrino. Non cercar di colei. La tua bell'anima non conosce il pericolo! S'io non posso proteggerti, ospitarti, potrò salvarti. Ascoltami. No, non andar da Silvia! Pagare il pane, il letto colla canzon gioconda che ti fiorisce sulle labbra è bello ma bisogna conoscere che pan che letto è quello. O Zanetto, se mi commovo è perchè t'amo come un bambinello che si vuoi salvare. Oh seguita a cantare del bosco fra le chiome. E se poi, quando la soglia d'un umil casetta vedrai sovra il lavoro china, una giovinetta da gli occhi neri e dai capelli d'oro, oh fermati cantore quello è il nido d'amore! ZANETTO Ti obbedirò. Ma può darsi che Silvia sia calunniata. (Silvia fa un gesto di dolore) Certo la ferita del povero tuo core ho riaperto! Tu m'hai detto che hai l'anima triste! Un fratello amato Un caro fidanzato La Silvia t'ha rubato! Non temi sol per me, tu sei gelosa! SILVIA (con grande tristezza) Immagini una cosa non vera. Va! Va! parti! (dissimulando il dolore) Tu non puoi figurarti, quanto mi dolga dirti che tu rivolga Lontana il piè dall'intrapresa via! Ma prima che tu vada Per la tua strada Me puoi rendere grazie io t'ho salvato! Tutto è finito. Ohimè! Se m'avesse scoperto. ZANETTO Partirò. Te n'accerto, non anderò da Silvia, dopo che m'hai detto. Io partirò portando con meco Un balsamo soave e sconosciuto Qualche cosa di tenero C'era nel tuo rifiuto! E avrò di te soltanto la memoria Che se non hai potuto ajutarmi. O Madonna, in qualche canto del tuo Core hai provato e dolore e rimpianto? SILVIA (vivamente offerendogli un anello) No, certo, e quest'anello ti ricordi di me. ZANETTO (con gesto di rifiuto) Perdona, troppo bello Troppo ricco è il giojello Grazie, Madonna Accettar non posso! Ma, dimmi, non sei tu vedova e povera? SILVIA (da sè) Ma abbia riconosciuto Ed una prova sia Questo refiuto Ma vuoi ch'io ti dia? ZANETTO Un ricordo non voglio L'elemosina un nulla Ma che sia caro a te. Guarda. Il fiore Che fra tuoi splendidi Capelli muore. SILVIA Eccoti il fior Prima che sia spuntato il dì Morrà nella tua mano Il candido fiore, ma sua morte Il voglio ti rammenti la mia sorte Quando sarà appassito dimenticami. Addio! ZANETTO O Madonna di grazia, una parola ancora Io tremo nel riprender l'infinito Mio viaggio, e mi pare che di qui non Ci sieno più sentieri che portino Alla gioja. Ho paura di scegliere. La mia buona ventura ti guidi. Scegli tu per me. Farò il cammino Che m'imporrà la tua piccola Mano. SILVIA (Che ha già salito alcuni scalini della terrazza, indica a Zanetto la parte opposta alla città). E sia! Dunque di là! dove splende l'aurora! ZANETTO Cuore! V'è il dolore Tra il profumo E lo splendore Par che il pianto si nasconda In quel fior, piccina bionda. (Fa qualche passo verso Silvia, ma essa lo ferma col gesto, egli, dopo aver fatto un gesto disperato fugge bruscamente). SCENA III SILVIA (sola) (Rimane un istante sulla terrazza pensierosa e guardando Zanetto, che si allontana. Poi ad un tratto, si nasconde il capo fra le mani, e piange). Sia benedetto Amore, Posso piangere ancora! |
libretto by Giovanni Targioni-Tozzetti, Guido Menasci |